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Un tappeto orientale è un tessuto pesante, realizzato per un'ampia varietà di scopi utilitaristici e simbolici, prodotto in "paesi orientali" per uso domestico, vendita locale ed esportazione. I tappeti orientali possono essere annodati o Kilim (tessuti piatti) senza pelo, utilizzando vari materiali come seta, lana e cotone. Gli esemplari vanno dal cuscino ai grandi tappeti per la stanza, e comprendono borse per il trasporto, rivestimenti per pavimenti, decorazioni per animali, tappeto da preghiera islamico (sajjadah), copri arca ebraica della Torah e coperte per l'altare cristiano. Sin dall'Alto Medioevo, i tappeti orientali sono stati parte integrante delle culture di origine dei fabbricanti, della cultura europea e, in seguito, di quella nordamericana.Geograficamente, i tappeti orientali sono realizzati in un'area denominata "cintura del tappeto", che si estende dal Marocco attraverso il Nordafrica, il Medio Oriente, l'Asia centrale e il nord dell'India. Comprende paesi come il nord della Cina, il Tibet, la Turchia, l'Iran, il Maghreb a ovest, il Caucaso a nord, India e Pakistan a sud. Persone di diverse culture, paesi, gruppi razziali e fedi religiose sono coinvolte nella produzione dei tappeti orientali. Dato che molti di questi paesi si trovano in un'area che oggi viene definita mondo islamico, i tappeti orientali sono spesso chiamati anche "tappeti islamici", e il termine “tappeto orientale” è usato solo convenzionalmente. I tappeti dell'Iran sono noti come “tappeti persiani”.Nel 2010, le "abilità tradizionali di tessitura dei tappeti" della provincia iraniana di Fārs, e della città iraniana di Kashan, e “l'arte dei tappeti tessuti azerbaigiani”, della repubblica dell'Azerbaigian" sono stati iscritti nella lista dei Patrimoni orali e immateriali dell'umanità.
Un tappeto persiano (in lingua persiana: قالی ايرانى qālī-ye īranī), anche noto come tappeto iraniano (فرش ايرانى farsh, dal significato "stendere"), è un tessuto pesante, fatto per un'ampia varietà di scopi utilitaristici e simbolici, prodotto in Iran (storicamente noto come Persia), per uso domestico, vendita locale ed esportazione. La tessitura dei tappeti è una parte essenziale della cultura e dell'arte iraniana. All'interno del gruppo di tappeti orientali prodotti dai paesi della cosiddetta "cintura del tappeto", il tappeto persiano si distingue per la varietà ed elaboratezza dei suoi molteplici disegni. Tappeti persiani e di vario tipo sono stati tessuti in parallelo da tribù nomadi, in laboratori di villaggi e città, e dalle fabbriche della corte reale. In quanto tali, rappresentano linee di tradizione diverse e simultanee e riflettono la storia dell'Iran e dei suoi diversi popoli. I tappeti tessuti nell'era safavide, nelle fabbriche di corte di Esfahan durante il XVI secolo, sono famosi per i loro colori elaborati e il loro disegno artistico, e sono oggi apprezzati in musei e collezioni private in tutto il mondo. I loro modelli e disegni hanno stabilito una tradizione artistica, per le manifatture della corte, che è stata tenuta in vita durante l'intera durata dell'Impero persiano fino all'ultima dinastia reale dell'Iran. Tappeti tessuti in città e centri regionali come Tabriz, Kerman, Mashhad, Kashan, Esfahan, Na'in e Qom sono caratterizzati dalle loro specifiche tecniche di tessitura e dall'uso di materiali, colori e motivi di alta qualità. Le manifatture cittadine come quelle di Tabriz hanno svolto un ruolo storico importante nel far rivivere la tradizione della tessitura dei tappeti dopo periodi di declino. I tappeti tessuti nei villaggi e dalle varie tribù iraniane si distinguono per la loro lana fine, i colori luminosi ed elaborati e i modelli specifici e tradizionali. I tessitori nomadi e la gente dei piccoli villaggi spesso producono tappeti con disegni più audaci e talvolta più grezzi, che sono considerati i tappeti più autentici e tradizionali della Persia, in contrasto con i disegni artistici e pre-pianificati dei più grandi ambienti di lavoro. I tappeti Gabbeh sono i tappeti più conosciuti di questa linea di tradizione. L'arte e l'artigianato della tessitura dei tappeti ha attraversato periodi di declino in periodi di disordini politici o sotto l'influenza di richieste commerciali. In particolare, soffrì dell'introduzione di coloranti sintetici durante la seconda metà del XIX secolo. La tessitura dei tappeti gioca ancora un ruolo importante nell'economia dell'Iran moderno. La produzione moderna è caratterizzata dalla rinascita della tintura tradizionale con colorazione naturale, dalla reintroduzione dei tradizionali modelli tribali, ma anche dall'invenzione di disegni moderni e innovativi, tessuti nella tecnica secolare. I tappeti persiani tessuti a mano erano considerati oggetti di alto valore artistico e utilitaristico e di prestigio fin dalla prima volta in cui furono citati dagli antichi scrittori greci, e lo sono rimasti fino ad oggi. Sebbene il termine "tappeto persiano" si riferisca molto spesso a tessuti intrecciati, tappeti come Kilim, Soumak e tessuti ricamati come Suzani fanno parte della ricca e multiforme tradizione della tessitura persiana dei tappeti. Nel 2010, le "abilità tradizionali di tessitura dei tappeti" a Fārs e Kashan sono state iscritte tra i patrimoni orali e immateriali dell'umanità.
Il tappeto azero è un termine usato per indicare vari tipi di tappeti senza pelo e a pelo. Fra gli tappeti dell'Azerbaigian vengono rilevati quelli della scuola dei tappeti di Baku, Gəncə, Qazakh, Şirvan, Şamaxı, Qarabağ, Quba, Ərdəbil e Təbriz. La maggior parte degli autori occidentali, tra cui l'enciclopedia "Iranica" e quella "Britannica", di solito includono tappeti tessuti nell'Azerbaigian persiano come tappeti persiani (iraniani), e tappeti tessuti in Azerbaigian e aree di residenza compatta degli Azerbaigiani come in Armenia, Georgia e Daghestan vengono accociati come caucasiche.Secondo la classificazione adottata prima in Unione Sovietica e poi anche in Azerbaigian, è uno dei tipi di tappeto orientale.L'enciclopedia "Iranica" nota che nel XIX secolo nel Caucaso, la produzione di tappeti era diffusa soprattutto nella Transcaucasia, nella patria della popolazione turca, ora nota come Azerbaigian. Tessitura di tappeti di altre regioni e nazioni avevano meno importanza. Come scrisse John F. Pyle, i tessitori di tappeti caucasici seguivano in generale le pratiche e le usanze persiane, tuttavia "utilizzavano principalmente elementi ornamentali più espressivi e più grossi". P. R. J. Ford, nel suo studio della storia e delle ornamentazioni tradizionali dei tappeti orientali, ha osservato che "sebbene i tappeti siano ora prodotti anche in Daghestan, Georgia e Armenia, l'Azerbaigian rimane la vera patria dei tappeti caucasici, e le abilità e le idee dei tessitori azerbaigiani sono sentite ovunque nel Caucaso". Il ricercatore russo M.D. Isaev ha anche osservato che alla fine del XIX secolo, all'inizio del XX secolo, la tessitura dei tappeti era concentrata principalmente in Azerbaigian. Lo storico americano Ronald Suny nota che la produzione dei tappeti è uno dei più antichi mestieri dell'Azerbaigian, che raggiunse il suo massimo splendore nel Medioevo, grazie al quale i tappeti azerbaigiani divennero famosi nei paesi dell'Asia e dell'Europa.La produzione e tessitura dei tappeti è una delle forme tradizionali e antiche di arte decorativa e applicata dell'Azerbaigian.I vecchi tappeti azerbaigiani sono conservati nella Casa Bianca, nel Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e in molti altri musei in tutto il mondo, tra cui il Museo statale di tappeti e arti applicate dell'Azerbaigian a Baku, il Museo Metropolitan d'arte di New York, il Museum of Fine Arts di Boston, Philadelphia Museum of Art, il Museo Louvre di Parigi, Victoria and Albert Museum a Londra, Ermitage di San Pietroburgo, nei Musei Vaticani, ecc.Nel 2006, con il sostegno dell'Ufficio di Mosca dell'UNESCO, è stato pubblicato un disco intitolato "Tappeti Azerbaigiani" con 215 immagini, 15 video clip e diversi articoli sull'arte dei tappeti azerbaigiani. Il CD include sezioni su storia, tecnologia, scuole di tessitura di tappeti azerbaigiani, campioni di tappeti, collezioni nei musei del mondo. Nel novembre 2010, "L'arte tradizionale di tessitura dei tappeti azerbaigiani in Azerbaigian" è stata inclusa nella lista rappresentante d'UNESCO sul patrimonio culturale immateriale dell'umanità.
Un tappeto è un drappo di tessuto di materiale vario, generalmente di lana o anche di seta, cotone e altre fibre vegetali e artificiali, prodotto in diverse grandezze, colori e disegni annodando, a mano o a macchina, i fili di catena con quelli di trama. Usato per ricoprire pavimenti, tavoli e superfici simili, è generalmente di grosso spessore.
Il Ritratto dei coniugi Arnolfini è un dipinto a olio su tavola (81,80×59,40 cm) del pittore fiammingo Jan van Eyck, realizzato nel 1434 e conservato nella National Gallery di Londra. Considerato tra i capolavori dell'artista, è anche una delle opere più significative della pittura fiamminga; nella sua aura complessa ed enigmatica, ha acquistato una fama misteriosa, che i numerosi studi e le domande ancora irrisolte hanno alimentato.
Livorno (pronuncia: [liˈvorno], ) è un comune italiano di 156 299 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Toscana. Terza città della regione per popolazione (dopo Firenze e Prato), ospita da sola quasi la metà degli abitanti della propria provincia; con i comuni limitrofi di Pisa e Collesalvetti costituisce inoltre un vertice di un "triangolo industriale", la cui popolazione complessiva ammonta a oltre 260 000 abitanti. È situata lungo la costa del Mar Ligure ed è uno dei più importanti porti italiani, sia come scalo commerciale sia come scalo turistico, centro industriale di rilevanza nazionale, da tempo in declino, tanto da essere riconosciuta nel 2015 come "area di crisi industriale complessa". Tra tutte le città toscane è solitamente ritenuta la più moderna, sebbene nel suo territorio siano presenti diverse testimonianze storiche, artistiche e architettoniche sopravvissute ai massicci bombardamenti della seconda guerra mondiale e alla successiva ricostruzione. La città, notevolmente sviluppatasi dalla seconda metà del XVI secolo per volontà dei Medici prima e dei Lorena in seguito, fu importante porto franco frequentato da numerosi mercanti stranieri, sede di consolati e compagnie di navigazione. Ciò contribuì ad affermare, sin dalla fine del Cinquecento, i caratteri di città multietnica e multiculturale per eccellenza, dei quali sopravvivono importanti vestigia, quali chiese e cimiteri nazionali, palazzi, ville e opere di pubblica utilità indissolubilmente legate ai nomi delle importanti comunità straniere che frequentarono il porto franco fino alla seconda metà dell'Ottocento. Questa vocazione internazionale portò a identificare la città come Leghorn nel Regno Unito e negli Stati Uniti d'America, Livourne in Francia, Liorna in Spagna, ecc., analogamente alle più importanti capitali di stato dell'epoca. Tra il XIX secolo e i primi anni del Novecento, parallelamente all'avvio del processo di industrializzazione, Livorno fu anche una meta turistica di rilevanza internazionale per la presenza di rinomati stabilimenti balneari e termali, che conferirono alla città l'appellativo di Montecatini al mare. Livorno è sede dell'Accademia navale della Marina Militare, del comando e di due reggimenti della Brigata paracadutisti "Folgore" dell'Esercito Italiano, del 1º Reggimento carabinieri paracadutisti "Tuscania", del 9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin" inquadrato nelle forze speciali dell'Esercito Italiano e del Gruppo di intervento speciale dei Carabinieri; inoltre è sede di Direzione Marittima del Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera.
Arezzo () è un comune italiano di 98 101 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Toscana. Fu sede della più antica università della Toscana, e una delle prime in Europa. Importante centro orefice e di alta moda, vanta inoltre di essere la città nella quale è girato lo storico film da record La vita è bella di Roberto Benigni, campione di incassi. È inoltre la patria di artisti e poeti quali Francesco Petrarca, Giorgio Vasari, e nelle vicinanze di Michelangelo Buonarroti. Famosa per gli affreschi di Piero della Francesca all’interno della cappella della basilica di San Francesco e per il crocifisso di Cimabue all’interno della chiesa di San Domenico, è nota anche per l’importante Giostra del Saracino, che divide la città in 4 quartieri.