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Con il titolo Tragedie (lat. Tragoediae) è conosciuto un insieme di opere di Lucio Anneo Seneca. Le tragedie di Seneca sono le sole opere tragiche latine pervenute in forma non frammentaria, e costituiscono quindi una testimonianza preziosa sia di un intero genere letterario, sia della ripresa del teatro latino tragico, dopo i vani tentativi attuati dalla politica culturale augustea per promuovere una rinascita dell'attività teatrale. In età giulio-claudia (27 a.C.–68 d.C.) e nella prima età flavia (69–96) l'élite intellettuale senatoria ricorse al teatro tragico per esprimere la propria opposizione al regime (la tragedia latina riprende ed esalta un aspetto fondamentale in quella greca classica, ossia l'ispirazione repubblicana e l'esecrazione della tirannide). Non a caso, i tragediografi di età giulio-claudia e flaviana furono tutti personaggi di rilievo nella vita pubblica romana.
Il Tieste è una tragedia composta da Ugo Foscolo probabilmente nel 1795. Essa fu rappresentata per la prima volta con un certo successo al teatro Sant'Angelo di Venezia il 4 gennaio 1797 dalla compagnia di Giuseppe Pellandi. Il testo della tragedia, revisionato e corretto, apparve nello stesso anno della rappresentazione, in aprile, nel X tomo del Teatro moderno applaudito, una pubblicazione periodica dell'editore Antonio Fortunato Stella di Venezia. Il 22 aprile Foscolo offriva il Tieste a Vittorio Alfieri, spedendoglielo assieme a una lettera.La tragedia, composta da 1401 endecasillabi sciolti e divisa in cinque atti, rispetta le tre unità aristoteliche, con una vicenda che si svolge all'interno di una giornata nella reggia di Argo. Al centro della storia vi è il drammatico antagonismo tra il re di Argo Atreo e suo fratello Tieste, determinato da motivi di potere politico e amorosi.
Tieste (in greco antico: Θυέστης, Thyéstēs) è un personaggio della mitologia greca figlio di Pelope e di Ippodamia, fratello gemello di Atreo. Appartiene alla stirpe dei Pelopidi. È protagonista col fratello Atreo di una sanguinosa e macabra faida che nasce con la contesa del trono paterno e termina quando tutti avranno vendicato i torti subiti e l'ultimo di loro, Oreste (figlio di Agamennone, a sua volta figlio di Atreo) vagherà perseguitato dai rimorsi e dalle Erinni fino all'intervento di Atena