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I Rosso, Rossi o Russo sono una famiglia nobile siciliana discendente dal casato reale degli Altavilla. Hanno come capostipite Ugo o Ugone, soprannominato Rosso o Rubeo, soprannome che prevalse su Altavilla nella cognomizzazione dei discendenti. Fu figlio di un Guglielmo d'Altavilla, uno dei figli di Goffredo d'Altavilla. Fu chiamato consanguinei Nostri da Ruggero II di Sicilia in occasione di una conferma di una baronia ad un suo discendente, Riccardo, fatta con un diploma del 1132. Moglie di Guglielmo fu Galgana, che possedeva il feudo di Sperlinga e il Castello di Sperlinga e che gli diede almeno altri due figli, un Riccardo ed un Robertus Brito. Nei Vespri siciliani la famiglia si schierò con gli aragonesi. Un Cataldo gran camerlengo di Sicilia fu ambasciatore di Giacomo II di Aragona detto il Giusto; un Rosso barone di svariati feudi, grande ammiraglio e gran giustiziere di Sicilia fu strategoto di Messina; un Nicolò, barone anch'egli di svariati feudi, fu governatore a vita di Naro nel 1350 e capostipite del ramo dei Rossi di quella città, poi, con Ignazio, conti di San Secondo. Un Enrico, conte e possessore di vari feudi tra i quali Aidone, governatore di Messina e Taormina, gran cancelliere e grande ammiraglio di Sicilia, si ribellò a Federico IV di Sicilia ed in un attacco navale causò la morte della moglie, la regina Antonia del Balzo. Vari esponenti ebbero diverse cariche tra le quali quelle di ambasciatore, gran camerlengo, gran cancelliere, generale, vicario, consigliere di Stato; un Liviano (o Luciano) fu vescovo di Mazara del Vallo e un Domenico fu arcivescovo di Palermo. A Modica si distinse la famiglia Tommasi Rosso (tuttora fiorente), Baroni di Difisia, Corte e Ciarciolo (per privilegio vicereale di luglio 1638), un ramo della quale si stabili a Terranova (Caltanissetta) ed un altro a Comiso (col titolo di Signori di Nixexa), discendente da Tommaso Rosso, sposo di Viva Vassallo e figlio di Girolamo Rosso (Gran Cancelliere del Regno di Sicilia nella prima metà del 1400 e fratello di Enrico II d'Altavilla Rosso, I Conte di Aidone). Complessivamente la famiglia possedette un principato, dodici contee e cinquantacinque feudi; contrasse parentele, tra le altre, con gli Asmundo, i Beccadelli di Bologna, i Branciforte, i Del Carretto, i Chiaramonte, i Filangeri, i Gaetani, i Geremia, i Gravina, i Grimaldi, i Sidoti, i De Luna, i Moncada, i Paterno Maniace, i Pignatelli, i Santacolomba, gli Spatafora, i Valguarnera, i Maniaci Ventimiglia, i Trigona della Floresta e i Camerata-Scovazzo. Arma: Di rosso, alla cometa d'oro. Motto: Serenat.
Castel Goffredo (IPA: /kas'tɛl ɡof'fredo/, (Èl) Castèl in dialetto alto mantovano) è un comune italiano di 12 735 abitanti della provincia di Mantova in Lombardia, situato nella Pianura Padana e nell'Alto Mantovano al confine con la provincia di Brescia. Feudo autonomo gonzaghesco dal 1444 al 1602, qui alla metà del Quattrocento Alessandro Gonzaga diede origine al Marchesato di Castel Goffredo. Nel 1511 il marchese Aloisio Gonzaga diede inizio al ramo cadetto dei "Gonzaga di Castel Goffredo", linea che si estinse nel 1593 ed elesse la fortezza di Castel Goffredo, caratterizzata da un tipico impianto urbano rinascimentale, a capitale del suo piccolo Stato, comprendente anche Castiglione e Solferino.È noto come la "città della calza" per la presenza di numerose industrie di calzetteria maschile e soprattutto femminile. È sede del distretto industriale tessile numero 6, composto da 15 comuni mantovani, bresciani e cremonesi.
Armida (AFI: /arˈmida/) è una maga musulmana, personaggio della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso.