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Le Vite parallele di Plutarco (in greco antico: Βίοι Παράλληλοι) sono una serie di biografie di uomini celebri scritte dalla fine del I secolo al primo quarto del II secolo e riunite in coppie per mostrare vizi o virtù morali comuni ad entrambi.
Il ratto delle Sabine è una fra le vicende più antiche della storia di Roma, avvolta dalla leggenda. Secondo la tradizione, Romolo, dopo aver fondato Roma, si rivolge alle popolazioni vicine per stringere alleanze e ottenere delle donne con cui procreare e popolare la nuova città. Al rifiuto dei vicini risponde con l'inganno: organizza un grande spettacolo per attirare gli abitanti della regione e rapire le loro donne.
Plutarco (in greco antico: Πλούταρχος Ploútarchos, pronuncia: [ˈplu:tarkʰos]; Cheronea, 46 d.C./48 d.C. – Delfi, 125 d.C./127 d.C.) è stato un biografo, scrittore, filosofo e sacerdote greco antico, vissuto sotto l'Impero romano: ebbe anche la cittadinanza romana, e ricoprì incarichi amministrativi. Studiò ad Atene e fu fortemente influenzato dalla filosofia di Platone. La sua opera più famosa è costituita dalle Vite parallele, biografie dei più famosi personaggi della classicità greco-romana, oltre ai Moralia, di carattere etico, scientifico, erudito, in un pensiero fortemente influenzato da Platone e dal fatto che nell'ultima parte della sua vita fu sacerdote al Santuario di Delfi.
Romolo (in latino: Romulus, in greco antico: Ῥωμύλος, Rōmýlos; Alba Longa, 24 marzo 771 a.C. – Roma, 5 o 7 luglio 716 a.C.), gemello di Remo, è il nome della figura leggendaria a cui la tradizione annalistica attribuiva la fondazione di Roma e delle sue principali istituzioni politiche, nonché il ruolo di primo re della città e l'origine del toponimo. La sua storicità è oggetto di dibattito da parte degli studiosi dall'inizio del XIX secolo, così come l'inizio della tradizione letteraria sulla sua figura. Di origini latine, figlio - a seguito di un rapporto estorto con la forza - del dio Marte e di Rea Silvia, figlia di Numitore, re di Alba Longa, secondo la tradizione fondò Roma tracciandone il confine sacro, il pomerio, il 21 aprile 753 a.C.. In tale occasione uccise il fratello gemello Remo, reo di aver varcato in armi il sacro confine : tale fratricidio è stato sovente evocato come segno violento della necessaria unicità del potere regale. Una volta costruita la città sul colle Palatino, egli invitò criminali, schiavi fuggiti, esiliati e altri reietti a unirsi a lui con la promessa del diritto d'asilo. Così facendo Romolo popolò cinque dei sette colli di Roma, rapendo poi le donne ai vicini Sabini della città di Cures, così da dare delle mogli ai suoi uomini. Ciò provocò una guerra tra i due popoli, che alla fine si risolse con una pace con i Sabini che poterono insediarsi sul vicino colle del Quirinale con il loro re, Tito Tazio, che condivise con Romolo il potere per cinque anni.Romolo divise il popolo tra coloro che potevano combattere e coloro che non potevano farlo. Scelse 100 tra i più nobili cittadini per formare il Senato, tanto che i loro discendenti andranno a costituire l'élite nobiliare della Repubblica. Romolo istituì anche i comizi curiati, a cui spettava il compito di ratificare, tra le altre cose, le leggi. Romolo condusse, quindi, diverse guerre di conquista. A lui risale la divisione della popolazione patrizia nelle 3 tribù di Tities, Ramnes e Luceres - a loro volta suddivise in dieci curie ciascuna - le quali dovevano in caso di pericolo fornire all'esercito romano un contingente militare costituito da cento fanti e dieci cavalieri, per un totale complessivo di 3.000 fanti e 300 cavalieri. Dopo aver regnato per poco più di 37 anni, Romolo, secondo la leggenda, fu rapito in cielo durante una tempesta. Secondo i suoi stessi desideri, una volta morto fu divinizzato nella figura di Quirino, dio sabino venerato sul Quirinale..
Veni, vidi, vici (lett. Venni, vidi, vinsi) è la frase con la quale, secondo la tradizione, Gaio Giulio Cesare annunciò la straordinaria vittoria riportata il 2 agosto del 47 a.C. contro l'esercito di Farnace II del Ponto a Zela, nel Ponto. Le parole vengono citate nella Vita di Cesare (50, 6), una delle famose Vite parallele del biografo e storico greco Plutarco. Non contento di aver stupito il Senato, per sottolineare la vittoria davanti all'intero popolo romano, nel trionfo Pontico, il terzo dei cinque che celebrò nel 46 a.C. Ancora oggi tale locuzione è utilizzata, spesso ironicamente, per indicare un'impresa compiuta con un successo rapido, totale e senza grosse difficoltà.
Gneo Marcio Coriolano (527 a.C.? ...) generalmente conosciuto come Coriolano, membro dell'antica Gens Marcia, fu uomo politico e valoroso generale al tempo delle guerre contro i Volsci.
Ginnaste - Vite parallele è un programma televisivo italiano, in forma di docu-reality, in onda dal 2011 al 2016 su MTV.