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Il trauma fisico (dal greco τραῦμα, "ferita") è una lesione dell'organismo causata dall'azione, dannosa e improvvisa, di agenti esterni (incidenti, violenze, ecc.). Come esempio di trauma si possono elencare le fratture, il trauma cranico, l'ustione, la causticazione o la contusione. I traumi possono portare a gravi complicanze secondarie, come lo shock cardio-circolatorio o l'insufficienza respiratoria e, nei casi peggiori, possono avere un esito fatale. Si stima che i traumi siano la sesta causa di morte nel mondo: sono un grave problema di salute pubblica e hanno notevoli costi sociali ed economici. Fondamentale è la loro prevenzione, che va dal semplice rispetto delle regole (mettere la cintura quando si guida, indossare il casco in moto o motorino, ecc.) fino all'adozione di misure di sicurezza supplementari (ad esempio portare gli occhiali di protezione durante lo sport o il bricolage consente di prevenire i traumi oculari), passando per un comportamento atto a una maggiore cautela in situazioni di rischio (moderare la velocità quando si scia, andare piano quando si va in bicicletta in città, ecc.).
Il tiotropio, generalmente in commercio come tiotropio bromuro, è un farmaco che riduce l'incidenza degli episodi acuti di aggravamento della BPCO ed è utile, in un paziente in riabilitazione respiratoria, per migliorare la tolleranza all'esercizio. È antagonista competitivo dei recettori muscarinici che si trovano nelle terminazioni postgangliari parasimpatiche. Il tiotropio presenta maggiore affinità per i recettori muscarinici M1 e M3 (mentre ha minore affinità verso gli M2), e va a bloccare l'azione del neurotrasmettitore acetilcolina. Tiotropio è stato scoperto nel 1991 da Boehringer Ingelheim ed è stato immesso nel commercio a partire dal 2004.
Gli studi clinici possono essere promossi e finanziati di vari enti, tra questi aziende farmaceutiche, istituzioni pubbliche, associazioni di ricerca, fondazioni, organizzazioni mediche/strutture sanitarie, gruppi di volontariato, come le associazioni di pazienti. Gli studi clinici si definiscono indipendenti quando sono promossi da enti scientifici, accademici o no profit e finanziati da denaro pubblico, centri di ricerca o gruppi di volontariato.La maggior parte degli studi clinici su farmaci e dispositivi sono finanziati dalle aziende farmaceutiche in stretta collaborazione con ricercatori universitari e clinici. Questi studi sono orientati al prodotto, hanno cioè lo scopo di provare i benefici di un determinato prodotto.Esiste però un gran numero di quesiti di ricerca clinica che sono di interesse minimo o nullo per i finanziatori commerciali, ma necessitano comunque di essere affrontati data la loro importanza per la salute pubblica e il miglioramento delle possibilità di diagnosi e terapia per gruppi di pazienti più o meno numerosi. Questa massa di quesiti clinici si riferisce non soltanto a farmaci e dispositivi, ma anche a nuovi interventi di biomedicina, chirurgia, fisioterapia, psicologia, riabilitazione, training, etc. Tali quesiti di ricerca sono orientati alla salute e sono chiaramente cruciali per pazienti, operatori sanitari, sistemi sanitari e assicurazioni sanitarie.Gli studi clinici indipendenti sono di importanza determinante per migliorare l'efficacia, la sicurezza e il rapporto costi/benefici dell'assistenza. Ad esempio studi clinici indipendenti indagano i rischi a lungo termine e le reazioni avverse rare di un trattamento, confrontano le opzioni terapeutiche disponibili, farmacologiche e non farmacologiche, per una data condizione patologica, valutano i miglioramenti in termini di qualità della vita o controllano nel tempo procedure e strategie di riabilitazione. Investire nella valutazione indipendente delle strategie di trattamento ha un ritorno altamente favorevole sulla società in termini di riduzione dell'impatto delle malattie, aumento della produttività dovuto a strategie assistenziali ottimizzate, contenimento dei costi dei sistemi sanitari.
Lo shiatsu (指圧? da shi = dito e atsu = pressione), diffuso in Giappone sin dal VI secolo, è una pratica manuale manipolatoria che stimola nel ricevente ("ukè" = colui che riceve con rispetto) un processo di autoguarigione (il corpo reagisce da solo). Attraverso questo trattamento manipolatorio durante il quale vengono effettuate pressioni sostenenti, costanti e perpendicolari sul corpo del ricevente avvalendosi soprattutto dei polpastrelli, ma anche di gomiti, piedi, ginocchia e palmi delle mani, l'operatore ("torì" = colui che opera con rispetto) contatta la vitalità ("ki") del ricevente favorendone il suo fluire naturale. La forza vitale, o "ki", è la capacità che ogni organismo vivente ha di mantenere un equilibrio e di mantenere stabili le sue funzioni vitali. Questa disciplina affonda le sue radici nelle forme di manipolazione e massaggio tradizionali cinesi, come lo am-ma, lo an-fa, il tuina. Gli operatori lo promuovono come un modo per coadiuvare l'efficacia delle cure farmacologiche, aiutare il rilassamento (yin) e l'energizzazione (yang) affrontando la diminuita capacità auto-immune dell'organismo che fattori come lo stress e la depressione incrementano.
La medicina d'emergenza-urgenza è la specialità medica specifica che si occupa di emergenze o urgenze. Il suo raggio d’azione spazia dal territorio (medicina d’emergenza territoriale) all’ospedale, dove può operare sia nell’ambito dei Pronto Soccorso (con annessi letti di Osservazione Breve Intensiva, o O.B.I.) che in quello delle degenze di medicina d’emergenza, che hanno caratteristiche di degenza subintensiva.1
L'emicrania è una patologia neurologica cronica caratterizzata da ricorrenti cefalee, da moderate a gravi, spesso in associazione con una serie di sintomi del sistema nervoso autonomo. La parola deriva dal greco ἡμικρανία (hemikranìa), "dolore su un lato della testa", da ἡμι- (hemi-), "metà", e κρανίον (kranìon), "teschio".In genere il mal di testa è monolaterale (colpisce cioè solo una metà della testa) e a natura pulsante, con una durata che può variare da 2 a 72 ore. I sintomi associati possono includere nausea, vomito, fotofobia (aumento della sensibilità alla luce), fonofobia (aumento della sensibilità al suono) e il dolore generalmente si aggrava a seguito dell'attività fisica. Fino a un terzo delle persone con emicrania sperimentano l'aura: un disturbo transitorio visivo, sensoriale, motorio o del linguaggio che precede di poco il verificarsi di un episodio di mal di testa. Di tanto in tanto un'aura può verificarsi senza che venga seguita dall'emicrania. Le emicranie si ritiene siano causate da un mix di fattori ambientali e genetici. Circa due terzi dei pazienti appartengono a nuclei familiari in cui si erano manifestati altri casi della stessa patologia. Le fluttuazioni dei livelli ormonali possono svolgere un ruolo e infatti l'emicrania colpisce più ragazzi che ragazze prima della pubertà, ma negli adulti le donne con emicrania sono più frequenti, da due a tre volte di più, rispetto agli uomini. La predisposizione alle emicranie in genere diminuisce durante la gravidanza. L'esatta eziologia e fisiopatologia dell'emicrania non è nota; tuttavia viene ritenuta spesso un disturbo di natura neurovascolare. La teoria più accettata è correlata alla maggior eccitabilità della corteccia cerebrale e a un controllo anormale dei neuroni del dolore nel nucleo trigeminale del tronco cerebrale.Il trattamento iniziale raccomandato è spesso un analgesico (come l'ibuprofene e il paracetamolo) per il mal di testa, associato a un antiemetico per la nausea e si cerca di prevenire le situazioni ambientali scatenanti. Agenti specifici come i triptani o l'ergotamina possono essere utilizzati da persone che risultano resistenti agli analgesici. Circa il 15% della popolazione mondiale soffre, a un certo punto della sua vita, di emicrania.