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Gli uccelli marini sono degli uccelli che si sono adattati a vivere all'interno di un ambiente marino, sia esso di mare o di oceano. Nonostante tali uccelli varino notevolmente riguardo ad aspetti come lo stile di vita, il comportamento e la fisiologia, mostrano tutti determinate caratteristiche che li portano ad assomigliare, frutto di convergenza evolutiva, in quanto si adattano tutti a una nicchia ecologica simile. I primi uccelli marini si sono evoluti nel periodo del Cretacico, mentre le attuali famiglie di uccelli marini sono risalenti al Paleogene.Le caratteristiche degli uccelli marini sono rappresentate dal fatto che vivono più a lungo, si accoppiano più tardi e inoltre molte specie di essi vivono in colonie. Molte specie sono note perché intraprendono lunghe migrazioni annuali, durante le quali possono anche attraversare l'equatore circumnavigando la Terra. Si alimentano sia sulla superficie dell'oceano che al di sotto di essa e si alimentano anche reciprocamente. Gli uccelli marini possono essere altamente pelagici oppure costali, o in alcuni casi possono trascorrere parte dell'anno lontano dal mare.
L'osservazione degli uccelli od osservazione ornitologica (birdwatching in inglese) è un passatempo inerente all'osservazione e allo studio degli uccelli in natura, nonché all'ascolto e il riconoscimento dei loro canti e richiami. Colui che pratica l'osservazione degli uccelli è detto osservatore degli uccelli od osservatore ornitologico.
La migrazione ittica è un fenomeno che vede molte specie di pesci migrare regolarmente, alcune volte per il cibo (migrazioni trofiche), altre volte per la riproduzione (migrazioni genetiche); in alcuni casi la ragione della migrazione è sconosciuta. Tali migrazioni sono spesso importanti anche per l'uomo, dato che determinano la concentrazione di grandi banchi di pesci in aree precise. In particolare, risultano degne di nota le migrazioni dei Clupeidi (ad esempio le sardine o le aringhe) e degli Scombridi (gli sgombri e i tonni). Questi ultimi si radunano nelle acque litoranee all'approssimarsi del periodo riproduttivo, compiendo, secondo alcuni autori, grandissimi spostamenti: sembra, ad esempio, che i tonni diffusi nel mar Mediterraneo possano raggiungere anche le coste atlantiche. Secondo altri autori, invece, questi spostamenti sono più limitati e prevalentemente verticali (dalle acque più profonde a quelle più superficiali).
Le migrazioni sono spostamenti che specie viventi animali compiono in modo regolare, periodico (stagionale), lungo rotte ben precise (e in genere ripetute), e che coprono distanze anche molto grandi, seguiti da un ritorno alle zone di partenza. Sono indotte da cause legate alla riproduzione (la ricerca di un luogo adatto per l'accoppiamento, per la nidificazione o per l'allevamento della prole) oppure da scarsità di cibo e difficoltà di carattere ambientale che si presentano periodicamente (ad esempio il sopraggiungere della stagione fredda nelle zone temperate). Anche gli spostamenti di popolazioni umane sono considerate migrazioni con un'accezione diversa, in quanto non vincolate a un viaggio di ritorno; a titolo di esempio si considerino le migrazioni dei popoli barbari come i Longobardi che si stabilirono in Italia alla fine dell'Impero Romano d'Occidente.