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Zeno Cosini è il protagonista del romanzo La coscienza di Zeno di Italo Svevo. Come i protagonisti dei due precedenti romanzi Una vita e Senilità (rispettivamente Alfonso Nitti e Emilio Brentani), anche Zeno è affetto dalla "malattia" dell'inettitudine, cioè l'incapacità di vivere serenamente. La sua "senilità" è un dato anagrafico, non morale, come poteva essere intesa invece nel personaggio di Emilio Brentani. A differenza dei due protagonisti degli altri romanzi, però, Zeno guarisce, almeno apparentemente, dal suo essere inetto.
Tino Buazzelli, all'anagrafe Agostino Buazzelli (Frascati, 13 luglio 1922 – Roma, 20 ottobre 1980), è stato un attore italiano.
Roberto Damiani (Trieste, 26 maggio 1943 – Trieste, 11 febbraio 2008) è stato un letterato, critico letterario e politico italiano. È stato nominato Commendatore al merito della Repubblica.
Italo Svevo, pseudonimo di Aron Hector Schmitz (Trieste, 19 dicembre 1861 – Motta di Livenza, 13 settembre 1928), è stato uno scrittore e drammaturgo italiano, autore di tre romanzi, numerosi racconti brevi e opere teatrali. Di cultura mitteleuropea, ebbe in Italia riconoscimenti tardivi e fama postuma.
Giuseppe Wulz (Cave del Predil, 18 marzo 1843 – Trieste, 14 marzo 1918) è stato un fotografo italiano. Nel 1860 aprì a Trieste un atelier fotografico che poi sarà ereditato dal figlio Carlo e in seguito dalle figlie di quest'ultimo, Marion e Wanda. Iniziò in società con un altro fotografo, Luigi Boccalini, ma ben presto per divergenze personali Wulz intraprese l'attività in modo totalmente autonomo. La sua produzione fotografica non si limitò ai ritratti, secondo i canoni dei fotografi dell'epoca, ma si estese anche alla rappresentazione di paesaggi e di momenti di vita dal vero, sperimentando inoltre nuove tecniche e nuovi prodotti alla ricerca di una qualità di stampa migliore, aspetto tecnico al quale era molto attento. Sperimentò infatti tecniche di stampa basate inizialmente sul collodio, per passare poi all'albumina ed infine, a partire dal 1880, alla gelatina. Divenne amico del pittore Giuseppe Barison ma frequentò anche altri personaggi della scena culturale triestina, tra i quali Giuseppe Garzolini, Alfredo Tominz, Piero Fragiacomo ed Umberto Veruda, quest'ultimo amico di Italo Svevo, trasformando il suo atelier in un punto di incontro. Nella sua attività di ritrattista e di fotografo del quotidiano, ha documentato tra le altre cose gli artisti operanti a Trieste in quel periodo, tra i quali Arturo Toscanini, Hans Richter, Richard Strauss e Johannes Brahms. Dopo la sua morte lo studio fotografico da lui fondato venne diretto dal figlio Carlo e, successivamente, dalla nipote Wanda.
Alfonso Nitti è il protagonista del romanzo di Italo Svevo Una vita (pubblicato nel 1892). È un “inetto”, cioè un personaggio disadattato, un antieroe che fugge dal villaggio natio per cercare fortuna in città. Qui troverà lavoro in una banca, cercherà di conquistare Annetta, figlia del capo (il signor Maller) e dovrà districarsi fra i vari ambienti e situazioni che lo porteranno ad un'inevitabile fine, il suicidio.