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La Val di Vara è una vallata ligure, compresa quasi interamente nella provincia della Spezia. Attraversata dal fiume Vara, da cui prende il nome, termina nel punto di confluenza con il fiume Magra, in località Fornola, all'inizio del territorio del comune di Vezzano Ligure. La Val di Vara, con i suoi 575 km² di estensione ed i suoi 30 275 abitanti è il territorio più esteso della provincia della Spezia e il meno popolato, caratterizzata quindi da una bassa densità di antropizzazione ed una ricchezza di paesaggi incontaminati. Si snoda lungo il corso del Vara, sulle sponde del quale sorgono antichi castelli e borghi, rappresentando nel tempo luoghi di riparo e rifugio dalle coste e dalla vicina Val di Magra e, di fatto, è la via che congiunge la provincia spezzina con quella genovese, ricordando l'antica via Aurelia, che la percorre per gran parte del suo fondovalle. La Val di Vara costituisce una delle quattro partizioni in cui è possibile suddividere la Provincia della Spezia, insieme alla Riviera spezzina con le Cinque Terre, al Golfo dei Poeti e alla Val di Magra, ed è sotto la tutela dell'Autorità di Bacino del fiume Magra e del Parco naturale regionale di Montemarcello-Magra-Vara.
Il terrazzamento o coltivazione a terrazza, noti anche come fasce, ronchi o gradoni, sono una soluzione adottata in agricoltura per rendere coltivabili territori di particolare e accentuata pendenza, oppure in urbanistica per rendere adatto alla costruzione di edifici, piazze o strade un terreno scosceso. Sono adottati in molte località collinari o montuose fin dal Cinquecento in Trentino, Veneto, Friuli - Venezia Giulia, Piemonte, Lombardia e Liguria (regione costretta - nel suo sviluppo ad arco - tra il Mar Ligure ed i monti delle Alpi e dell'Appennino). Utilizzati al massimo nei pressi di Amalfi.
Il pesto alla genovese (pronuncia in dialetto ligure genovese: /'péstu/, in dialetto ligure ponentino: /'pištu/) è un condimento tradizionale tipico originario della Liguria. Con tale denominazione è inserito tra i Prodotti agroalimentari tradizionali liguri (PAT). Il suo ingrediente base è il basilico (Ocimum basilicum), e più specificamente il Basilico Genovese (in lingua ligure baxeicò [baʒeɪ'kɔ] o baxaicò [baʒaɪ'kɔ]). Il pesto alla genovese si ottiene pestando (mescolando a pressione) il basilico con il sale, i pinoli e l'aglio, il tutto condito con Parmigiano Reggiano, Fiore Sardo e olio extravergine di oliva. Si tratta quindi di una salsa a crudo, ovvero un composto nel quale gli ingredienti sono amalgamati a freddo, non cotti. Per questa caratteristica gli ingredienti non perdono le proprie caratteristiche organolettiche originarie.
Questa lista è suscettibile di variazioni e potrebbe non essere completa o aggiornata. Elenco in ordine alfabetico per province dei musei della regione Liguria: (per i musei situati in altre regioni vedi: Musei italiani) Inserire nuovi musei sotto le relative province. In evidenza i comuni con almeno tre musei segnalati.
La cucina ligure è costituita dai piatti della tradizione culinaria della Liguria, regione fa uso di ingredienti legati sia alla produzione locale (come il preboggion, miscuglio di erbe selvatiche), sia alle importazioni provenienti da zone con cui nei secoli, i liguri hanno avuto frequenti contatti (come il pecorino sardo, uno degli ingredienti del pesto). Per storia, radici e soprattutto elementi che la compongono si può dire che quella ligure sia una delle migliori espressioni della cucina mediterranea. Una cucina povera, propria delle genti di campagna, dei montanari e dei naviganti, fatta di alimenti semplici, comuni ed economici, che è tuttavia diventata costosa, ricercata e piena dei fasti antichi. Volendo riassumere si può affermare che la gastronomia della Liguria si contraddistingua per sei grandi elementi: • le erbe selvatiche spontanee del territorio (maggiorana, salvia, rosmarino, alloro, timo ecc.) e i prodotti dell'orto di casa (cipolle, patate, basilico, melanzane ecc.) • le primizie delle coltivazioni e dei boschi (basilico, pomodori cuore di bue, zucchine trombette, asparagi e carciofi albenganesi, funghi, tartufi della Valbormida, frutta fresca e frutta secca) • l'olio d'oliva • i prodotti farinacei (focacce, farinate, torte salate ecc.) • la vasta gamma di paste secche e fresche • il pescato del mare (acciughe, gamberi, polpi, moscardini, seppie, muscoli, triglie ecc.) e la selvaggina (data l'alta boscosità)