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De legibus (Le Leggi) è un testo di Marco Tullio Cicerone scritto in forma di dialogo intorno al 52 a.C. Dei cinque libri di cui probabilmente era composta quest'opera, ce ne rimangono tre. Si ispira all'omonima opera di Platone. Cicerone aderisce alla dottrina stoica secondo cui le leggi non sono il frutto di semplici convinzioni, ma hanno il loro fondamento nel Diritto naturale, basato sulla ragione innata di tutti gli uomini. Quest'opera era stata concepita in difesa delle vecchie leggi costituzionali, interpretate con spirito rigidamente conservatore, dove ogni legge ed ogni istituzione era giustificata, mirando a mantenere il potere nelle mani della classe dirigente. Dal resto dell'opera si stacca la parte introduttiva, che tratta della legge e del diritto naturale, intesa come voce intima della coscienza ed esaltando la fratellanza tra gli uomini. I personaggi della vicenda sono: Marco Tullio Cicerone Quinto Tullio Cicerone AtticoLa scena si svolge nella villa ad Arpino di Cicerone stesso. Le argomentazioni dei tre libri sono così suddivise: Nel I libro, partendo dalle teorie stoiche di Panezio e Poseidonio, tratta della giustizia e delle leggi:la giustizia è eterna, mentre le leggi sono transitorie. Per tale motivo le leggi non sono perfette e si devono avvicinare il più possibile alla giustizia. Nel II libro parla delle leggi religiose riprendendo lo stile delle XII tavole. Nel III libro si sofferma sulle prerogative delle varie magistrature.
Il limes Tripolitanus fu l'ultimo tratto di limes africanus ad essere organizzato nella regione omonima. Il primo imperatore che attuò questo processo fu Commodo. Fu però Settimio Severo, imperatore "africano" di Leptis Magna, a portare l'Impero romano alla sua massima espansione in Africa settentrionale ed a rivolgere particolare attenzione al limes di questo settore. Si trattava di un sistema di difese a protezione soprattutto delle tre più importanti città (commerciali) della costa (da cui il nome di Tripolitania): Sabratha, Oea e Leptis Magna. Rimase attivo fino alla conquista vandala, che occupò però solo la fascia di costa settentrionale (nel 455), e potrebbe essere stato "riattivato" in parte dopo la re-conquista bizantina di Giustiniano del 533.
Antoine Émile Ernest Desjardins (Noisy-sur-Oise, 30 settembre 1823 – Parigi, 22 ottobre 1886) è stato un epigrafista, archeologo e geografo francese.