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Autore principale: D'Agostini, Paolo
Andrzej Witold Wajda (IPA: [ˈandʐɛj ˈvitɔlt ˈvajda]) (Suwałki, 6 marzo 1926 – Varsavia, 9 ottobre 2016) è stato un regista, sceneggiatore e direttore artistico polacco, considerato uno dei principali esponenti della scuola polacca di cinema. Quattro suoi film - La terra della grande promessa (1975), Le signorine di Wilko (1979), L'uomo di ferro (Palma d'oro al Festival del cinema di Cannes nel 1981) e Katyń (2007) - furono nominati come miglior film straniero agli Oscar, mentre nel 2000 Wajda ricevette dall' A.M.P.A.S. l'Oscar alla carriera.
Danton è un film del 1983 diretto da Andrzej Wajda. Ispirato al dramma storico L'affare Danton (1929), opera della polacca Stanisława Przybyszewska, il film racconta le ultime settimane di Georges Jacques Danton, uno dei protagonisti della Rivoluzione francese, dalla fine di marzo al 5 aprile 1794, quando venne giustiziato con la ghigliottina.
 
                                                            
                                                        Katyn (Katyń) è un film del 2007 diretto da Andrzej Wajda, il cui genitore Jakub fu una delle vittime. Il film narra la vicenda del massacro di 22.000 ufficiali e soldati polacchi, trucidati nella foresta di Katyń nel 1940 dall'NKVD per ordine di Stalin.
L'amore a vent'anni (L'amour à vingt ans) è una film collettivo del 1962 in cinque episodi, diretti da altrettanti registi di cinque diverse nazionalità: il giapponese Shintarō Ishihara, il tedesco Marcel Ophüls, l'italiano Renzo Rossellini, il francese François Truffaut e il polacco Andrzej Wajda.
 
                                                            
                                                        Il settimo sigillo (in svedese Det sjunde inseglet) è un film svedese del 1957 diretto da Ingmar Bergman, trasposizione cinematografica della pièce teatrale Pittura su legno (Trämålning) che lo stesso Bergman aveva scritto nel 1955 per la sua compagnia di attori teatrali. Presentato in concorso al 10º Festival di Cannes, il film vinse il Premio Speciale della Giuria, ex aequo con I dannati di Varsavia di Andrzej Wajda.
 
                                                            
                                                        Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudeltà. I Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime. Quarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60–m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobrietà e la severità repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realtà: La classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festività religiose o in ricorrenze laiche.
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