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Autore principale: Cassinelli, Attilio, 1923- ; Gunthorp, Karen
Pubblicazione: Firenze : Giunti ; creazioni Gensy, c1979
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Il maestro e Margherita (in russo: Мастер и Маргарита? Master i Margarita) è un romanzo russo di Michail Bulgakov, riscritto più volte tra il 1928 e il 1940 e pubblicato postumo a cavallo tra il 1966 e il 1967. La trama è incentrata sulle persecuzioni politiche inflitte a uno scrittore e drammaturgo (definito il "Maestro") da parte delle autorità sovietiche degli anni trenta, sul suo amore con Margherita Nikolaevna, e sul suo riscatto grazie a una visita del Diavolo nell'Unione Sovietica atea di quel tempo; alla sua storia s'intreccia parallela quella del processo evangelico al Messia e di Ponzio Pilato, vicende che sono anche oggetto di un contestato romanzo del Maestro. Molti critici considerano quest'opera, dallo spiccato contenuto satirico (non da ultimo nei confronti della realtà sovietica), uno dei più grandi capolavori della letteratura russa del Novecento. Eugenio Montale definì il romanzo «un miracolo che ognuno deve salutare con commozione», mentre Veniamin Kaverin scrisse «per originalità sarà difficile trovare un'opera che gli stia a pari in tutta la letteratura mondiale».
Margherita Grassini Sarfatti (Venezia, 8 aprile 1880 – Cavallasca, 30 ottobre 1961) è stata una critica d'arte italiana, nota per la sua importanza nel panorama culturale non solo italiano. Si formò sugli scritti di John Ruskin leggendo Marx, Turati e Anna Kuliscioff. Nel 1898 sposò giovanissima, a dispetto della famiglia, l'avvocato socialista Cesare Sarfatti dal quale ebbe tre figli. Conobbe il giovane Benito Mussolini e tra i due iniziò una relazione dalla quale Mussolini ricevette aiuto nella sua affermazione sociale. Margherita, di fede ebraica, si convertì al cattolicesimo nel 1928. Il rapporto con Mussolini lentamente si deteriorò ma con l'approvazione delle leggi razziali la sua fuga dall'Italia non venne impedita. All'estero continuò a mantenere interesse per la cultura italiana, ma divenne meno visibile rispetto al periodo precedente. Ritornò in patria solo alla fine del secondo conflitto mondiale.
Margherita di Valois (Castello di Saint-Germain-en-Laye, 14 maggio 1553 – Parigi, 27 marzo 1615) fu Regina consorte di Francia e Navarra come prima moglie di Enrico IV di Francia. Settima figlia e terza femmina di Enrico II di Francia e Caterina de' Medici, fu sorella di tre re di Francia: Francesco II, Carlo IX e Enrico III e della regina di Spagna Elisabetta di Valois. Le sue simboliche nozze con il re ugonotto Enrico di Navarra furono offuscate dalla strage di san Bartolomeo e dalla successiva prigionia alla corte del marito, costretto all'abiura. Divenuta l'eminenza grigia del fratello minore Francesco d'Alençon, in opposizione al re Enrico III, svolse per suo conto un'ambasciata segreta nelle Fiandre in rivolta. In seguito si recò assieme alla madre nel Midi per pacificarlo e ricongiungersi al marito, nel frattempo fuggito dal Louvre e tornato al calvinismo. Fedele discepola del neoplatonismo, a Nérac, manifestò doti di intellettuale e di mecenate, creando un vivace circolo di letterati, poeti e artisti nell'austera corte navarrese. Politicamente continuò a svolgere il ruolo di mediatrice tra le due corti, conducendo una vita coniugale felice, ma la sua sterilità e le tensioni politiche causate dalle guerre civili spezzarono il suo matrimonio, mentre i numerosi scandali sessuali nella quale fu coinvolta e che ne compromisero la reputazione, le alienarono la famiglia. Alla morte del duca d'Alençon nel 1585 Margherita si schierò con la Lega cattolica nemica del marito e del fratello maggiore. Imprigionata nella fortezza di Usson su ordine di Enrico III, vi rimase in esilio per vent'anni, durante i quali scrisse le proprie Memorie. Divenuta virtualmente regina di Francia, al momento opportuno contrattò abilmente le condizioni per l'annullamento del matrimonio, a cui acconsentì solo dopo il versamento di un lauto compenso. Tornata a Parigi nel 1605, in ottimi rapporti con l'ex marito e la sua nuova famiglia, si distinse ancora per il suo ruolo di mediatrice lasciando i suoi beni all'amato delfino Luigi e aiutando Maria de' Medici nel periodo di reggenza. Nell'ultimo periodo della sua vita divenne famosa per le sue qualità di mecenate, di benefattrice e di rinomata donna di lettere, dibattendo sulla Querelle des femmes. Morì nel 1615, quando ormai era già una leggenda vivente.Figura controversa, dopo la sua morte gli aneddoti e le calunnie su di lei hanno creato un mito, che si è consolidato attorno al famoso soprannome di regina Margot (La Reine Margot) inventato da Alexandre Dumas père e che ha tramandato nei secoli l'immagine di una donna ninfomane e incestuosa. Alla fine del XX e all'inizio del XXI secolo gli storici hanno iniziato una revisione delle fonti, concludendo che molti elementi della sua reputazione scandalosa derivavano da una propaganda anti-Valois e da una strumentale denigrazione della partecipazione delle donne in politica, creato dalla storiografia borbonica nel XVII secolo.
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