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Titolo uniforme: Poupees de laine. - / Madeleine Banier
Autore principale: Banier, Madeleine
Robert la Bambola, noto anche come la bambola fantasma o la bambola incantata, è una bambola di pezza a grandezza naturale, somigliante ad un ufficiale della marina americana di inizio XX secolo, appartenuta a Robert Eugene Otto, pittore e autore di Key West. Secondo la leggenda la bambola sarebbe posseduta da spiriti maligni.
Il panno lenci è una stoffa non tessuta (priva quindi di trama e ordito) ottenuta per infeltrimento delle fibre generalmente di lana cardata di pecora o di pelo di capra mohair. Si caratterizza per essere caldo, leggero e sottile. Non essendo un tessuto non tende a sfilacciarsi al taglio, non si disfa e non necessita, quindi, di orli o cuciture di finitura (sorfilo). Fu inventato dalla ditta Lenci per la confezione di bambole artistiche. Le bambole, di grande pregio, erano interamente realizzate in panno: per le testine il panno era pressato in stampi sagomati, i volti dipinti, gli abitini perfettamente rifiniti, gli accessori curati nei dettagli. Per cercare di realizzare bambolotti lavabili - che veramente tali non furono mai - il panno veniva ricoperto con una sottile mussola e, per imitare la pelle vellutata, cosparso di polvere di vellutina. L'avvento della celluloide cambiò in modo radicale la produzione di bambole, facendo diventare obsolete quelle in panno e quelle in porcellana.
La Pigotta è oggi un gioco registrato dall'Unicef per sostenere l'infanzia nei paesi in via di sviluppo mentre un tempo, in varie zone della Lombardia, indicava una bambola di pezza fatta in casa, con materiali poveri (avanzi di tessuto e lana). Nel 1988 Jo Garçeau, membro del Comitato Unicef di Cinisello Balsamo, creò la prima Pigotta a scopo umanitario. Da allora chiunque può creare una di queste bambole in modo autonomo (l'Unicef fornisce un cartamodello utilizzabile per la forma del corpo ma tutto il resto è lasciato alla creatività di chi la confeziona). Ogni Pigotta è corredata di una cartolina identificativa e viene adottata. Chi adotta una Pigotta contribuisce a tutte le attività che l'Unicef svolge a favore dell'infanzia (vaccinazioni, alimenti terapeutici contro la malnutrizione infantile). Nei primi 18 anni l'Unicef ha raccolto, attraverso la vendita delle Pigotte, 27 milioni di Euro.
Il feltro è una stoffa realizzata in pelo animale. Non è un tessuto, ma viene prodotto con l'infeltrimento delle fibre. Il materiale che lo compone comunemente è la lana cardata di pecora, ma si può utilizzare qualsiasi altro tipo di pelo come quello di lepre, coniglio, castoro, lontra, capra e cammello. Si caratterizza anche per essere caldo, leggero, ed impermeabile. Le fibre vengono bagnate con acqua calda, intrise di sapone e manipolate (battute, sfregate, pressate) fino a ottenerne, con processi meccanici e chimici, l'infeltrimento. La loro legatura è data dalla compenetrazione delle microscopiche squame corticali che rivestono la superficie dei peli. Il processo è progressivo e irreversibile. Il feltro tradizionale è del colore dei peli usati, ma si può produrne di colorato utilizzando lana tinta in fiocco.
Il panno lenci è una stoffa non tessuta (priva quindi di trama e ordito) ottenuta per infeltrimento delle fibre generalmente di lana cardata di pecora o di pelo di capra mohair. Si caratterizza per essere caldo, leggero e sottile. Non essendo un tessuto non tende a sfilacciarsi al taglio, non si disfa e non necessita, quindi, di orli o cuciture di finitura (sorfilo). Fu inventato dalla ditta Lenci per la confezione di bambole artistiche. Le bambole, di grande pregio, erano interamente realizzate in panno: per le testine il panno era pressato in stampi sagomati, i volti dipinti, gli abitini perfettamente rifiniti, gli accessori curati nei dettagli. Per cercare di realizzare bambolotti lavabili - che veramente tali non furono mai - il panno veniva ricoperto con una sottile mussola e, per imitare la pelle vellutata, cosparso di polvere di vellutina. L'avvento della celluloide cambiò in modo radicale la produzione di bambole, facendo diventare obsolete quelle in panno e quelle in porcellana.
I ragazzi della via Pál (in ungherese A Pál utcai fiúk) è un romanzo per ragazzi di Ferenc Molnár, pubblicato per la prima volta a puntate su rivista nel 1907 e destinato anche agli adulti, come denuncia della mancanza di spazi per il gioco dei più giovani. È forse il più popolare romanzo ungherese, nonché uno dei più noti classici della letteratura per ragazzi; parte della critica ha con il tempo rilevato anche gli spunti di riflessione antimilitaristi, nell'analizzare come i giovani protagonisti siano vittime psicologiche dell'ingiusta violenza del "sistema guerra" tipico degli adulti.In Italia il romanzo è noto anche come I ragazzi della via Pal o I ragazzi della via Paal. Quest'ultima versione è stata per decenni quella utilizzata in Italia perché nella lingua ungherese il grafema "á" non equivale al fonema "a" della lingua italiana, ma ad una "a" molto allungata che non esiste nella lingua italiana. Così, per facilitare una pronuncia attendibile del nome, la lettera "á" è stata translitterata in "aa".
Record aggiornato il: 2021-11-25T02:11:59.730Z