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Autore principale: Sciamanni, Raniero
Pubblicazione: Firenze : Arnaud, 1964
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
La basilica di Santa Croce in Gerusalemme è una delle sette chiese di Roma facente parte del tradizionale itinerario di pellegrinaggio reso celebre da san Filippo Neri. Fu edificata a partire dal IV secolo presso il Palazzo del Sessorium, residenza di Sant'Elena, la madre dell'imperatore Costantino, nei pressi del Laterano. La basilica fu costruita non per onorare la memoria dei martiri, come era tradizione, ma esclusivamente per conservare una parte della Croce di Gesù, insieme ad altre reliquie della Passione che, secondo la tradizione, sant'Elena fece trasportare a Roma di ritorno dal suo viaggio in Terra Santa, nel 325. Fu quindi pensata fin dall'inizio come un grande reliquiario, destinato a custodire testimonianze preziose della passione di Gesù. La basilica viene detta "in Gerusalemme" a causa della presenza di terra consacrata del monte Calvario che fu posta alla base delle fondamenta, terra trasportata sulle navi assieme alle stesse reliquie della Croce. Per questo la chiesa fu chiamata, fin dal medioevo, semplicemente “Hierusalem”, e, per la devozione popolare, visitare questa basilica significava mettere piede nella stessa città santa di Gerusalemme. Ha la dignità di basilica minore.
La Prelatura della Santa Croce e Opus Dei (in Latino: Praelatura Sanctae Crucis et Operis Dei), più conosciuta nella forma abbreviata Opus Dei (letteralmente, "Opera di Dio"), è una prelatura personale della Chiesa cattolica, l'unica esistente attualmente nell'ordinamento canonico. Venne fondata il 2 ottobre 1928 da Josemaría Escrivá per «diffondere il messaggio che il lavoro e le circostanze ordinarie sono occasione di incontro con Dio e di servizio nei confronti degli altri, per il miglioramento della società». Ha ottenuto lo status di prelatura personale in forza della costituzione apostolica Ut sit del 1982; è retta dagli Statuti emanati da Giovanni Paolo II nel 1982. Attualmente il prelato è Mons. Fernando Ocáriz.
L'abbazia di Santa Croce al Chienti si trova nelle Marche nelle campagne di Sant'Elpidio a Mare tra le frazioni di Bivio Cascinare e Casette d'Ete. Nel 1902 è stata dichiarata monumento nazionale.. Il complesso è conosciuto ed indicato in molteplici fonti anche come Basilica imperiale di Santa Croce al Chienti.
Il Titulus crucis (titolo, iscrizione della croce) è l'iscrizione, riportata differentemente dai quattro vangeli canonici, che sarebbe stata apposta sopra la croce di Gesù, quando egli fu crocifisso, per indicare la motivazione della condanna. L'esibizione della motivazione della condanna, infatti, era prescritta dal diritto romano, per quanto non - come indicato da Giovanni - in tre lingue, usanza riservata solo ad eventi solenni.Il titulus identifica anche una reliquia conservata a Roma nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme e costituita da una tavola di legno di noce, che secondo la tradizione sarebbe il cartiglio originario infisso sopra la croce. Il legno, ritrovato in una nicchia nel 1492 durante lavori di conservazione condotti nella chiesa, reca una parte di un'iscrizione (presumibilmente, ma senza alcuna certezza, frutto di uno smembramento) in caratteri compatibili con quelli del I secolo, da destra a sinistra (comprese le righe in greco e latino), in tre lingue diverse: ebraico, greco e latino. L'ordine appare diverso da quello riferito da Giovanni (ebraico, latino e greco). Il manufatto è stato datato attraverso un'analisi al carbonio-14 al X-XII secolo.
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Record aggiornato il: 2021-11-25T04:26:41.616Z