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Autore principale: Mazzanti, Renzo
Pubblicazione: Pisa : Pacini, 1984
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
La storia di Livorno, se confrontata con quelle delle altre città toscane, è sicuramente tra le più originali nel panorama regionale, in quanto slegata da uno sviluppo medievale che è comune alla maggior parte degli altri centri.Le origini dell'insediamento dal quale si è poi sviluppata la città sono comunque antiche e legate alla vicinanza con il principale scalo marittimo della Repubblica pisana. Tramontato il dominio di Pisa, i Medici decretarono l'ampliamento di Livorno, trasformando un piccolo villaggio nella più importante città italiana progettata e costruita tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo.Principale porto del Granducato di Toscana e tra i più trafficati scali di tutto il bacino del Mediterraneo, Livorno divenne un rilevante centro economico animato da mercanti provenienti da qualsivoglia Nazione, come specificato dalle Leggi Livornine, che le conferirono i caratteri di città cosmopolita per eccellenza, anche durante il successivo dominio lorenese.Dopo l'unificazione e la crisi economica conseguente all'abolizione del porto franco, la città accolse numerose fabbriche di rilevanza nazionale, divenendo il maggiore centro industrializzato della Toscana.Fu duramente colpita dai bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale, che, assieme alla ricostruzione, cancellarono parte delle sue principali vestigia, conferendole un aspetto moderno.
La provincia di Livorno è una provincia italiana della Toscana di 334 296 abitanti. È la quinta provincia toscana per numero di abitanti, e la settima per superficie tra le dieci province toscane. Affacciata ad ovest sul mar Ligure e mar Tirreno (sul promontorio di Piombino è posto il confine tra questi due mari), confina a nord e a est con la provincia di Pisa, a sud con la provincia di Grosseto. L'attuale sua forma e estensione risale al 1925, quando - per diretto volere del gerarca mussoliniano Costanzo Ciano - la già esistente unità amministrativa livornese fu estesa ai comuni dell'allora Maremma pisana e al comune di Collesalvetti, tradizionalmente afferente alle Colline Pisane. La sede dell'Amministrazione provinciale è situata a Livorno, nel Palazzo Granducale, in piazza del Municipio.
Il governo civile e militare di Livorno fu una suddivisione amministrativa del Granducato di Toscana dopo la legge di riforma del 20 novembre1849. Prese origine dall'antico vicariato genovese (1408-1421) quando il castello di Livorno fu venduto alla repubblica di Firenze e ne seguì le sorti fino all'Unità d'Italia. La repubblica fiorentina acquisì il distretto di Livorno elevandolo a Capitanato (Capitanato della Città e Porto di Livorno) con la dichiarazione di Livorno città nel 1606 ed estendendone i confini da quelli dell'antico capitanato (dallo Stagno a nord ai monti della Valle Benedetta ad est fino al torrente Chioma a sud) verso l'interno, raddoppiandone la superficie con un'estensione che dal Calambrone, Stagno, comprendeva Vicarello, la fattoria di Collesalvetti, fino al torrente Isola, Ceppaiano, Tremoleto, Crespina, Lorenzana, Toraglia e discendendo lungo il fiume Fine fino alla foce e l'isola di Gorgona. Con Livornol città fu posto a capo dell'amministrazione locale un governatore, che poteva anche essere rappresentato da due soggetti (governatore civile e governatore delle armi o militare) come talvolta successe. Il governatore rappresentava il governo centrale fiorentino (Governatore della Città, Porto di Livorno e del Littorale) con ampie prerogative decisionali che potevano variare secondo le direttive del governo centrale stesso. Le sue competenze territoriali, anche in tema di sanità si estendevano alla costa dalla foce del Serchio fino al fiume Fine, comprendendo anche l'isola di Gorgona ed il vicegovernatorato di Portoferraio. Con diploma del 1722, Cosimo III de' Medici creò la contea autonoma di Lorenzana in favore del fiorentino Francesco Lorenzi, distaccando il centro omonimo e i distretti di Colle Alberti, Vicchio e Tremoleto dal Capitanato di Livorno fino al 1783. Amministrativamente il capitanato dipese direttamente dal Distretto fiorentino, costituendo una exclave nella Provincia Pisana, e godendo di tutti i benefici fiscali di tale ripartizione amministrativa. Con Pietro Leopoldo Livorno ed il suo capitanato entrò a far parte dell'allora riorganizzata Provincia di Pisa. Con la riforma amministrativa del 1849 (Legge 20 novembre 1849) che dette seguito al R.D. 9 marzo 1848, mentre altre città furono costituite in Compartimenti, Livorno rimase Governo della città e porto, ripartito in tre delegazioni governative di prima classe (Terziere del Porto, Terziere San Marco, Terziere San Leopoldo). Con l'unità d'Italia nel 1863 divenne una provincia italiana con la sola Isola d'Elba. Il suo territorio confinava a ovest con il Mare Toscano, sugli altri versanti con il compartimento di Pisa, secondo gli antichi confini del "Capitanato Vecchio" ed era costituito dal solo comune capoluogo. Nel 1849 contava 81.407 abitanti. Dopo l'Unità d'Italia formò, insieme al governo dell'Isola d'Elba, la provincia di Livorno, che mantenne tali confini fino al 1925, quando fu ampliata dall'acquisto di vari comuni della provincia di Pisa a sud lungo la fascia costiera fino a Piombino.
Montenero è un quartiere collinare del comune di Livorno, celebre per la presenza del Santuario della Madonna di Montenero, patrona della Toscana. L'abitato in origine costituiva una frazione isolata dalla città, mentre oggi è collegato al quartiere di Ardenza mediante una fascia urbanizzata posta lungo la via di Montenero. Tuttavia il luogo mantiene alcune caratteristiche tipiche dei piccoli borghi di campagna: ad esempio il quartiere è dotato di un proprio cimitero posto nella parte più bassa della collina.
Il Granducato di Toscana fu un antico Stato italiano esistito per duecentonovanta anni, tra il 1569 e il 1859, costituito con bolla emessa da papa Pio V il 27 agosto 1569, dopo la conquista della repubblica di Siena da parte della dinastia dei Medici, reggitori della Repubblica di Firenze, nella fase conclusiva delle guerre d'Italia del XVI secolo. Fino alla seconda metà del XVIII secolo fu uno stato confederale costituito dal Ducato di Firenze (detto "Stato vecchio") e dallo Stato Nuovo di Siena, in unione personale nel granduca. Il titolo traeva origine da quello del Ducato di Tuscia, poi Marca di Tuscia e quindi Margraviato di Toscana, titolo giuridico di governo del territorio di natura feudale in epoca longobarda, franca e post-carolingia. Dopo l'estinzione della dinastia medicea, nel 1737 subentrò la dinastia degli Asburgo-Lorena, che resse le sorti del granducato sino all'unità d'Italia, pur con l'interruzione dell'epoca napoleonica. Tra il 1801 ed il 1807, infatti, Napoleone Bonaparte occupò la Toscana e l'assegnò alla casata dei Borbone-Parma col nome di regno d'Etruria. Col crollo dell'impero napoleonico nel 1814, venne restaurato il granducato. Nel 1859 la Toscana venne occupata dalle truppe del regno di Sardegna e divennero note col nome di Province dell'Italia Centrale. La Toscana venne formalmente annessa al regno sardo nel 1860, come parte del processo di unificazione nazionale, con un referendum popolare che sfiorò il 95% dei si.
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