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Titolo uniforme: Dear enemy
Autore principale: Webster, Jean
Pubblicazione: Vasto : Caravaggio, 2020
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: it
Caro nemico (Dear Enemy) è un romanzo epistolare della scrittrice statunitense Jean Webster, pubblicato nell'ottobre del 1915. L'autrice ha illustrato personalmente il libro, come in Papà Gambalunga. Si tratta del sequel di Papà Gambalunga, ma i protagonisti differiscono da quest'ultimo. Infatti in Caro nemico la protagonista è Sallie McBride, amica e compagna di stanza all'università di Judy Abbott. Sallie racconta le sue vicende sotto forma di lettere scambiate con Judy, ormai felicemente sposata con Jervis Pendleton, e altri destinatari.
Per caso Moro si intende l'insieme delle vicende relative all'agguato, al sequestro, alla prigionia e all'uccisione di Aldo Moro, nonché alle ipotesi sull'intera vicenda e alle ricostruzioni degli eventi, spesso discordanti fra loro. La mattina del 16 marzo 1978, giorno in cui il nuovo Governo guidato da Giulio Andreotti stava per essere presentato in Parlamento per ottenere la fiducia, l'auto che trasportava Aldo Moro dalla sua abitazione alla Camera dei deputati, fu intercettata e bloccata in via Mario Fani a Roma da un nucleo armato delle Brigate Rosse. In pochi secondi, sparando con armi automatiche, i brigatisti rossi uccisero i due carabinieri a bordo dell'auto di Moro (Oreste Leonardi e Domenico Ricci), i tre poliziotti che viaggiavano sull'auto di scorta (Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi) e sequestrarono il presidente della Democrazia Cristiana. Dopo una prigionia di 55 giorni, durante la quale Moro fu sottoposto a un processo politico da parte del cosiddetto «tribunale del popolo» istituito dalle stesse Brigate Rosse e dopo che queste ultime avevano chiesto invano uno scambio di prigionieri con lo Stato italiano, Moro fu ucciso. Il suo cadavere fu ritrovato a Roma il 9 maggio, nel bagagliaio di una Renault 4 rossa parcheggiata in via Caetani, una traversa di via delle Botteghe Oscure, distante circa 150 metri sia dalla sede nazionale del Partito Comunista Italiano che da Piazza del Gesù, sede nazionale della Democrazia Cristiana.
John Brown (Torrington, 9 maggio 1800 – Charles Town, 2 dicembre 1859) è stato un attivista statunitense, fautore dell'abolizionismo e dedito alla causa dell'Underground Railroad, che sosteneva l'insurrezione armata come l'unico modo per rovesciare l'istituzione della schiavitù. Attirò per la prima volta l'attenzione su di sé quando guidò piccoli gruppi di volontari durante la crisi del Bleeding Kansas del 1855-1860, insoddisfatto del pacifismo propugnato dal movimento abolizionista organizzato: "questi uomini parlano e basta, ciò di cui abbiamo bisogno è invece l'azione!" Nel maggio del 1856, assieme ai suoi sostenitori, uccise cinque coloni filo-schiavisti nel massacro del Pottawatomie, che fu la risposta al saccheggio di Lawrence da parte delle forze favorevoli allo schiavismo. Brown poi comandò nella Battaglia di Black Jack (2 giugno) e nella Battaglia di Osawatomie (30 agosto). Nel 1859 condusse un'incursione nell'arsenale di Harpers Ferry (un'armeria federale nell'odierna Virginia Occidentale) per avviare un movimento di liberazione tra gli schiavi; sequestrò dei civili, ma sette persone rimasero uccise e più di dieci ferite. Intendeva armare gli schiavi ma l'attacco fallì: era il raid di John Brown contro Harpers Ferry. Entro 36 ore gli uomini di Brown erano fuggiti, uccisi o catturati da agricoltori locali, truppe della milizia e United States Marine Corps guidati da Robert Edward Lee. Venne processato per tradimento contro il Commonwealth della Virginia, per l'assassinio di cinque persone e per aver incitato a una rivolta gli schiavi locali: quindi dichiarato colpevole e sottoposto all'impiccagione nel dicembre del 1859. Gli storici concordano sul fatto che la sua azione abbia intensificato le tensioni che hanno portato alla secessione del Sud un anno dopo e alla Guerra di secessione americana. Il raid di Brown catturò l'attenzione della nazione intera; i sudisti temettero che fosse solo il primo di molti "complotti nordisti" atti a provocare una ribellione generale degli afroamericani che avrebbe potuto mettere in pericolo le loro vite, mentre i Repubblicani respinsero la nozione e affermarono che non avrebbero interferito con la schiavitù nel Sud. Gli venne dedicata una canzone divenuta subito assai popolare, John Brown's Body, una marcia ed inno di battaglia informale delle truppe dell'Union Army durante la successiva guerra civile che lo ritrae come un martire. Le tattiche utilizzate lo rendono ancora oggi una figura controversa. A volte viene ricordato come un eroe e un visionario, talvolta invece vilipeso come un pazzo e un terrorista. Lo storico James William Loewen esaminò i libri di testo della storia degli Stati Uniti d'America e notò che gli studiosi lo consideravano perfettamente sano di mente fino al 1890 circa, per poi essere generalmente ritratto come folle dal quel momento in poi fino a circa il 1970.
Marie-Joseph Paul Yves Roch Gilbert du Motier, Marchese di La Fayette ([maʁˈki də la faˈjɛt]; Château de Chavaniac, 6 settembre 1757 – Parigi, 20 maggio 1834), è stato un generale, militare e politico francese con cittadinanza statunitense, protagonista sia della Rivoluzione americana prima sia della Rivoluzione francese poi. Nato a Chavaniac, nella provincia di Alvernia nel centro-sud della Francia, La Fayette proveniva da una ricca famiglia di proprietari terrieri. Convintosi che la causa dell'indipendenza americana nella guerra rivoluzionaria fosse nobile, viaggiò verso il Nuovo Mondo in cerca di gloria e divenne un importante Major general dell'Esercito Continentale al comando di George Washington. La Fayette, vinta la guerra, ritornò in Francia e fu eletto, come rappresentante della nobiltà, agli Stati Generali del 1789; contribuì a scrivere la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino con l'aiuto dell'amico Thomas Jefferson e, dopo la presa della Bastiglia, fu nominato comandante in capo della Guardia Nazionale. La Fayette cercò di seguire una sorta di terza via durante la Rivoluzione francese, favorendo la nascita di una nuova monarchia costituzionale. Alcuni mesi dopo la strage di Campo di Marte del 17 luglio 1791, La Fayette si congedò dal comando della Guardia nazionale e, nell'agosto 1792, le fazioni radicali giacobine ordinarono il suo arresto. In fuga attraverso i Paesi Bassi austriaci, il generale fu catturato dalle truppe austriache e trascorse più di cinque anni in carcere.La Fayette ritornò in Francia dopo che Napoleone Bonaparte aveva assicurato il suo rilascio nel 1797, anche se rifiutò di entrare a far parte del suo governo. Dopo la Restaurazione del 1814 divenne un membro liberale della Camera dei deputati, posizione che mantenne per la maggior parte del resto della sua vita. Nel corso della Rivoluzione di luglio del 1830, La Fayette rifiutò l'offerta di diventare dittatore francese e sostenne, invece, Luigi Filippo come re, ma gli si rivoltò contro quando il monarca divenne autocratico. La Fayette morì il 20 maggio 1834 e fu sepolto nel cimitero di Picpus di Parigi. Per le sue vittorie militari al servizio della Francia e degli Stati Uniti, è noto anche come il primo «eroe dei due mondi» (Hero of the two worlds).
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