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Autore principale: Merle du Bourg, Alexis
Pubblicazione: Firenze ; Milano : Giunti, 2010
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Fa parte di: Art e dossier
La storia della pittura è una branca della storia dell'arte che si occupa di dipinti e, più in generale, di opere d'arte bidimensionali realizzate con tecniche legate al disegno e alla stesura di colori. Dalla preistoria fino al mondo contemporaneo, ha rappresentato una continua tradizione tra le più diffuse e significative nell'ambito delle arti figurative, che abbraccia un po' tutte le culture e i continenti. Fino al XX secolo, in Europa e nei paesi da essa influenzati, la rappresentazione pittorica ha avuto principalmente soggetti "figurati", cioè rappresentanti caratteristiche e attività umane, tutt'al più temi religiosi, simbolici e trascendenti, mentre nel XX secolo si sono sviluppati approcci più astratti e concettuali, con la sperimentazione di nuove tecniche in ricerca di nuovi orizzonti. Lo sviluppo della pittura orientale ha avuto un corso proprio, parallelo a quello occidentale, non senza però punti di contatto, soprattutto a partire dell'evo moderno. L'arte africana, islamica, indiana, cinese, e giapponese hanno avuto tutte influenze significative sull'arte occidentale e viceversa.
La pittura fiamminga è una scuola pittorica nata nel Quattrocento nelle ricche Fiandre grazie a Jan van Eyck, caratterizzata in particolare dall'uso dei colori ad olio e da una grande attenzione alla resa dei dettagli.
La pittura del Secolo d'oro olandese o pittura barocca olandese si sviluppò durante un periodo della storia olandese (appunto il cosiddetto "Secolo d'oro") che abbraccia grosso modo tutto il XVI secolo, durante e dopo la parte successiva della guerra degli ottant'anni (1568–1648) per l'indipendenza olandese. La nuova Repubblica olandese era la nazione più prospera d'Europa e guidava il commercio, la scienza e l'arte europei. Le province neerlandesi settentrionali che componevano il nuovo stato erano state tradizionalmente centri artistici meno importanti delle città delle Fiandre a sud. Le sollevazioni e i trasferimenti su larga scala della popolazione della guerra, nonché la rottura netta con le vecchie tradizioni culturali monarchiche e cattoliche, significavano che l'arte olandese doveva reinventare sé stessa. La pittura di soggetti religiosi crollò nettamente, ma crebbe un nuovo grande mercato per tutti i tipi di soggetti secolari. Sebbene la pittura olandese del Secolo d'oro sia inclusa nel generale periodo europeo della pittura barocca, e spesso mostri molte delle sue caratteristiche, la maggior parte manca dell'idealizzazione e dell'amore dello splendore tipico di gran parte dell'opera barocca, inclusa quella delle vicine Fiandre. La maggior parte dell'opera, inclusa quella per la quale il periodo è più noto, riflette le tradizioni del realismo dettagliato ereditato dalla prima pittura neerlandese. Una caratteristica distintiva del periodo è la proliferazione di distinti generi di dipinti, con la maggioranza degli artisti che producono il grosso della loro opera all'interno di una di queste. Il pieno sviluppo di questa specializzazione si vede dalla fine degli anni 1620, e il periodo da allora fino all'invasione francese del 1672 è il nucleo della pittura del Secolo d'oro. Gli artisti trascorrevano la maggior parte delle loro carriere dipingendo solo ritratti, scene di genere, paesaggi di terra, paesaggi di mare e navi, o nature morte, e spesso un particolare sottotipo all'interno di queste categorie. Molti di questi tipi di soggetto erano nuovi nella pittura occidentale, e il modo in cui gli Olandesi li dipingevano in questo periodo fu decisivo per il loro futuro sviluppo.
La pittura è l'arte che consiste nell'applicare dei pigmenti a un supporto per lo più bidimensionale, come la carta, la tela, la ceramica, il legno, il vetro, una lastra metallica o una parete. Il risultato è un'immagine che, a seconda delle intenzioni dell'autore, esprime la sua percezione del mondo o una libera associazione di forme o un qualsiasi altro significato, a seconda della sua creatività, del suo gusto estetico e di quello della società di cui fa parte. Chi dipinge è detto pittore o pittrice, mentre il prodotto finale è detto dipinto. Si può chiamare anche quadro solo quando realizzato su un supporto mobile, generalmente di dimensioni non molto grandi e spesso racchiuso in cornice. Essendo i pigmenti essenzialmente solidi, è necessario utilizzare un legante, chiamato medium, che li porti a uno stadio di impasto stendibile, più fluido o più denso, e che permetta anche l'adesione duratura al supporto una volta che interviene un processo di asciugamento, di presa o di polimerizzazione.
Pittura storica è un genere di pittura definita dal suo soggetto, piuttosto che dallo stile artistico. I dipinti storici di solito raffigurano un momento di una storia narrativa, piuttosto che un argomento specifico e statico, come in un ritratto. Il termine deriva dal più ampio senso della parola historia in latino, che significa "storia" o "narrativa", e significa essenzialmente "pittura su fatto storico". La maggior parte dei dipinti storici non sono costituiti da scene tratte dalla storia, in particolare per i dipinti prima del 1850. In inglese moderno, pittura storica è talvolta usato per descrivere la pittura di scene tratte dalla storia in senso stretto, in particolare per l'arte del XIX secolo, esclusi i soggetti religiosi, mitologici e allegorici, che sono inclusi nel termine più ampio di pittura di storia e prima del XIX secolo sono stati i soggetti più comuni per quadri di storia. I dipinti storici contengono quasi sempre un numero di figure, spesso un gran numero, e normalmente mostrano qualche tipo di azione che è un momento in una narrazione. Il genere comprende rappresentazioni di momenti di narrazioni religiose, soprattutto la vita di Cristo e scene narrative della mitologia oltre che allegoriche. Questi gruppi furono per lungo tempo l'argomento della maggior parte dei dipinti; opere come la Volta della Cappella Sistina Michelangelo sono quindi dipinti storici, come lo sono la maggior parte di molti grandi dipinti prima del XIX secolo. Il termine comprende grandi dipinti a olio su tela o ad affresco prodotti tra il Rinascimento e il tardo XIX secolo, dopo di che il termine non è generalmente utilizzato anche per le tante opere che ancora soddisfano la definizione di base.Pittura storica viene normalmente intercambiato con il termine pittura di storia, che venne usato specialmente prima del XX secolo. Qualora si faccia una distinzione la "pittura di storia" è la pittura di scene tratte dalla storia laica, episodi specifici o scene generalizzate. Nella pittura storica del XIX secolo, è diventato un genere distinto. In frasi come "materiali di pittura di storia" e "storico" significano in uso prima o intorno al 1900, o una data precedente. I dipinti storici sono stati tradizionalmente considerati come la più alta forma della pittura occidentale, che occupa il posto più prestigioso nella gerarchia dei generi ed è considerata l'equivalente della poesia epica in letteratura. Nel suo De Pictura, del 1436, Leon Battista Alberti aveva sostenuto che la pittura storica era la forma più nobile dell'arte, come la più difficile, che richiedeva padronanza in tutti gli altri generi, perché era una forma visiva della storia, e perché aveva il maggior potenziale per attrarre lo spettatore. Egli pose l'accento sulla capacità di rappresentare le interazioni tra le figure riconoscibili dai gesti e dalle espressioni dei personaggi.Questo punto di vista rimase inalterato fino al XIX secolo, quando i movimenti artistici cominciarono a lottare contro le istituzioni che avevano codificato l'arte accademica e che continuavano a seguirne le regole. Allo stesso tempo, verso la fine del XVIII secolo vi fu un crescente interesse nel descrivere nella forma di pittura di storia alcuni momenti del dramma della storia recente o contemporanea, che erano a lungo e in gran parte stati confinati nelle scene di battaglia e scene di rese formali e simili. Scene tratte dalla storia antica erano state popolari nel primo Rinascimento, e ancora una volta divennero comuni nel barocco e nel rococò, e ancora di più con il passaggio al Neoclassicismo. In alcuni contesti del XIX e XX secolo, il termine può riferirsi specificamente ai dipinti di scene dalla storia laica, piuttosto che a quelli dei racconti religiosi, della letteratura o della mitologia.
Pierre Teilhard de Chardin (Orcines, 1º maggio 1881 – New York, 10 aprile 1955) è stato un gesuita, filosofo e paleontologo francese. Se fu conosciuto in vita soprattutto come scienziato evoluzionista, ebbe notorietà come teologo soltanto dopo la pubblicazione postuma dei suoi principali scritti, tra i quali spiccano Il fenomeno umano (considerato il suo principale lavoro), L'energia umana, L'apparizione dell'uomo e L'avvenire dell'uomo che parimenti descrivono le sue convinzioni teologiche e scientifiche. In qualità di paleoantropologo fu anche presente alla scoperta dell'Uomo di Pechino. La scoperta del Teilhard teologo avvenne successivamente; Giancarlo Vigorelli in un suo libro del 1963 lo definisce già nel titolo "il gesuita proibito".
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