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Autore principale: Gioli, Antonella
Le ceramiche ingobbiate e graffite di Pisa vennero prodotte tra la metà del XV fino al XIX secolo. Quest’arco temporale costituisce un momento di svolta per la produzione del vasellame prodotto in città, in quanto si assiste all’introduzione di una nuova tecnica nelle officine ceramiche che già producevano a partire dai primi decenni del Duecento maioliche arcaiche. La nuova tecnica veniva comunemente chiamata ingobbiatura e prevedeva il rivestimento del corpo ceramico essiccato con una miscela liquida a base di argille caoliniche bianche che, una volta raggiunto il giusto grado di asciugatura, poteva essere arricchita da decorazioni. Le decorazioni potevano essere graffite “a punta”, “a fondo ribassato” e “a stecca” e/o anche dipinte. Le testimonianze relative alla graffitura pervenute mostrano una tendenza produttiva che spesso privilegia gli esemplari monocromi ma non mancano esempi di arricchimento cromatico volti a far risaltare le incisioni con pennellate in verde e/o giallo (sporadicamente in bruno/violaceo). Le ceramiche ingobbiate e graffite venivano poi rivestite con una vetrina piombifera prima della seconda cottura, in modo che la superficie dei manufatti acquistasse impermeabilità e che i decori fossero protetti.
Girifai è la denominazione medioevale di una "zona affrancata extragiudicale", un'enclave, presente nella Sardegna centro-orientale, caratterizzata da autonomia politico-amministrativa e tributaria rispetto al giudicato di Gallura che in origine ne comprendeva i territori, nella curatoria di Galtellì. Questo territorio veniva denominato anche Salt di Jurifai (leggasi Giurifai) o di Jirifai. Le due denominazioni presentano assonanze con odierni toponimi come Durithai a Loculi, Ghirivai (oggi pronunciato 'Iriai) a Dorgali e Ghiriai a Galtellì. Era collocata nell'ansa del fiume Cedrino e dell'affluente di sinistra Sologo, chiusa a occidente dal monte Ortobene (Nuoro) e da capo Montesanto (Dorgali) a oriente, con uno sbocco marittimo nella parte centrale del golfo di Orosei (Cala Gonone). L'esistenza del Salto di Girifai si concentrò in un'epoca oscura della storia sarda ed europea e, per questo, le sue vicende storiche sono di difficile ricostruzione. Nel Salto si insediarono i benedettini e i cistercensi (nella seconda metà del XII secolo), probabilmente nei monasteri di Santa Maria di Gultudolfe e di San Giovanni, detto di "Su Lillu" (del Giglio), il quale dipendeva dal monastero di San Giovanni dell'isola del Giglio, collegato all'abbazia di San Giovanni a Orbetello, a loro volta emanazione del cenobio cistercense di Aquas Salvias o abbazia delle Tre Fontane di Roma dedicata a sant'Anastasio Persiano. Su Lillu viene trascritto dalle fonti medioevali come: Ossillili o Su Lilli o Offiloo Ossilo. Il Pirodda sostiene che il Monastero di San Giovanni "Su Lillu" (a "S'Eremu" a Dorgali) era una precettoria templare.
Record aggiornato il: 2025-10-12T03:47:34.053Z