Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Autore principale: Rizzo, Francesca
Pubblicazione: Livorno : [2012]
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Dante Michelangelo Benvenuto Ferruccio Busoni (Empoli, 1º aprile 1866 – Berlino, 27 luglio 1924) è stato un compositore e pianista italiano. È considerato, insieme ad Arturo Benedetti Michelangeli, il più grande genio pianistico italiano.
Le Variazioni Goldberg (BWV 988) sono un'opera per clavicembalo consistente in un'aria con trenta variazioni, composte da Johann Sebastian Bach fra il 1741 e il 1745 e pubblicate a Norimberga dall'editore Balthasar Schmid. Sono dedicate a Johann Gottlieb Goldberg, a quel tempo in servizio a Dresda come maestro di cappella presso il conte von Brühl. L'opera è stata concepita come un'architettura modulare di 32 brani, disposti seguendo schemi matematici e simmetrie che le conferiscono tanta coesione e continuità da non avere eguali nella storia della musica. Insieme all'Arte della fuga può essere considerata il vertice delle sperimentazioni di Bach nella creazione di musica per strumenti a tastiera, sia dal punto di vista tecnico-esecutivo, sia per lo stile che combina insieme ricerche di alto livello musicali e matematiche. Sebbene in passato le Variazioni Goldberg fossero considerate soltanto un esercizio tecnico piuttosto ripetitivo, nel XX secolo il contenuto emotivo e la portata dell'intera composizione sono stati ampiamente valorizzati, anche grazie ad analisi critiche e tecniche piuttosto estese. Le Variazioni Goldberg offrono il migliore esempio di una musica concepita per la ricreazione di uno spirito competente ed esigente.Il grande valore strutturale, l'irraggiungibile tecnica compositiva, l'abilità di toccare ogni possibilità espressiva del clavicembalo e la tecnica esecutiva richiesta fanno delle Variazioni Goldberg un vero monumento all'intelligenza del grande compositore. Sono molte le incisioni disponibili in tutto il mondo, insieme a libri e studi: ciò ha contribuito a renderlo uno dei pezzi più apprezzati da molti appassionati di musica classica ed eseguite su una varietà di strumenti musicali.
Il pianoforte è uno strumento musicale a corde percosse mediante martelletti, azionati da una tastiera. L'origine del termine è italiana ed è riferito alla possibilità di suonare note a volumi diversi in base al tocco, effetto non ottenibile in strumenti a tastiera precedenti, quali il clavicembalo.La tastiera è di norma composta da 88 tasti, 52 bianchi e 36 neri. I bianchi rappresentano le note: do, re, mi, fa, sol, la e si. I neri individuano generalmente le alterazioni (note bemolli o diesis). Il pianoforte è il più diffuso strumento appartenente ai cordofoni a corde percosse; altri membri sono il clavicordo, oggi utilizzato prevalentemente per l'esecuzione filologica della musica d'epoca, e il fortepiano, progenitore del pianoforte. Il suono può essere modificato anche mediante pedali (solitamente tre), che azionano particolari meccanismi. In un moderno pianoforte a coda troviamo, da sinistra a destra, l'una corda, il tonale e quello di risonanza. Nei pianoforti verticali il pedale centrale aziona la sordina, che frappone una striscia di feltro fra le corde e i martelli per attutire il suono. Solo il primo e il terzo pedale sono presenti su tutti i pianoforti. Chi suona il pianoforte è chiamato pianista.
Il concerto per tre pianoforti e orchestra (Lodron-Konzert) fu composto da Mozart per la contessa Antonia Lodron, sorella del conte Georg Anton Felix von Arco, primo camerlengo di Salisburgo, e le sue figlie Aloisia e Giuseppina. Questo concerto a tre cembali è stato concepito per tre musicisti con differenti capacità musicali: se infatti al primo ed al secondo solista appartiene una scrittura più complessa, lo stesso non si può dire per il terzo che ha una parte di minore difficoltà. Risale invece ad una fase successiva l'accomodamento a due, che Mozart preparò forse per ragioni di praticità, in cui la parte del terzo solista viene assorbita dalle altre due. La presenza di tre strumenti solisti ha influito molto sulla struttura del concerto: l'orchestra è impiegata in maniera minima, come sostegno sonoro ad una già potente capacità sonora, che nasce dalla sovrapposizione di più strumenti a tastiera. Non si conosce, tuttavia, l'originario intento di Mozart nella disposizione degli strumenti solisti, cosa che avrebbe permesso di approfondire le sonorità offerte da questo tipo di soluzione. Il risultato è quello di un'opera dalle sonorità scorrevoli, non troppo spinta nel virtuosismo: il primo movimento presenta una struttura molto semplice, l'orchestra mantiene sempre un ruolo dimesso e la vivacità è ottenuta attraverso l'intreccio dei tre strumenti solisti; più interessante sicuramente l'adagio, in forma sonata, con sviluppo dai toni molto drammatici; il rondò finale, nella forma del minuetto, ricalca motivi francesi, la cui resa è facilitata dalla presenza dei tre pianoforti; inoltre è presente in esso una ricerca di unità della composizione realizzata per mezzo di ricercate affinità con il primo movimento, non solo dal punto di vista tematico, ma anche ritmico.Importanti sono le due cadenze, del primo e secondo movimento, che rappresentano il modello cui Mozart si ispirerà sempre, anche nei concerti più "maturi": il ricorrere alla rievocazione di alcuni spunti tematici dell'esposizione e dello sviluppo, e il loro intreccio libero, privo di tecnicismo. Dopo la prima esecuzione del compositore del 22 ottobre 1777 ad Augusta viene eseguito da Wolfgang il 12 marzo 1778 nella residenza di Christian Cannabich a Mannheim.
Alcune catalogazioni sono state accorpate perché sembrano descrivere la stessa edizione. Per visualizzare i dettagli di ciascuna, clicca sul numero di record
Record aggiornato il: 2023-10-10T04:44:59.920Z