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Autore principale: Grazzini, Giovanni <1925-2001>
Pubblicazione: Roma [ecc.] : Laterza, 1993
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Aladdin è un film d'animazione del 1992 prodotto dai Walt Disney Animation Studios e distribuito dalla Walt Disney Pictures. È considerato il 31º Classico Disney secondo il canone ufficiale ed è il quarto film dell'era del Rinascimento Disney. Il film è stato diretto da Ron Clements e John Musker ed è basato sul famoso racconto persiano di Aladino e la lampada meravigliosa contenuto nella raccolta di novelle orientali Le mille e una notte. Il cast di doppiatori originali è composto da Scott Weinger, Robin Williams, Linda Larkin, Jonathan Freeman, Gilbert Gottfried, Frank Welker e Douglas Seale. Howard Ashman, l'autore dei testi delle canzoni del film, concepì l'idea del film e la sceneggiatura passò attraverso tre bozze prima che il presidente della Disney Jeffrey Katzenberg desse il via alla produzione. Gli animatori basarono i loro disegni sul lavoro del caricaturista Al Hirschfeld e il computer venne impiegato sia per la colorazione sia per la creazione di qualche elemento animato. La colonna sonora è stata composta da Alan Menken e comprende sei canzoni con testi scritti anche da Tim Rice, entrato nel progetto dopo la scomparsa di Ashman. Aladdin venne distribuito per la prima volta a Los Angeles e New York l'11 novembre 1992, ed in tutti i cinema USA il 25 novembre con critiche positive, nonostante alcune accuse di razzismo da parte della comunità araba, e fu il maggiore successo di quell'anno incassando 217350219 $ negli Stati Uniti e 504050219 $ in tutto il mondo (a fronte di un budget di 28 milioni di dollari). La pellicola si è inoltre aggiudicata molti premi, molti dei quali per la colonna sonora. Il successo di Aladdin diede vita ad un mercato legato al film come due seguiti direct-to-video, Il ritorno di Jafar (1994) e Aladdin e il re dei ladri (1996), un'omonima serie televisiva animata (1994-1996), giochi, videogiochi, spin-off e altro.
Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudeltà. I Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime. Quarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60–m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobrietà e la severità repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realtà: La classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festività religiose o in ricorrenze laiche.
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