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Autore principale: Repubblica romana 1798-1799
Pubblicazione: Firenze : [s.n.], 1998
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
La Costituzione della Repubblica Romana fu approvata il 1 luglio 1849, mentre l'esercito francese assediava Roma per riportare Pio IX sul trono. Il documento originale (con le firme autografe dei deputati dell'Assemblea Costituente), dopo la caduta della Repubblica, fu conservato da Giovanni Pennacchi, rappresentante alla Costituente per la provincia di Spoleto, e, dopo la sua morte nel 1883, fu depositato presso la Biblioteca Augusta di Perugia, dove è attualmente custodito. L'elaborazione della carta costituzionale fu opera di una commissione apposita e venne presentata per essere discussa a partire dal 17 aprile 1849 dal deputato Cesare Agostini. Si tratta di uno dei documenti costituzionali più democratici e laici per i tempi in cui fu scritto. L'innovazione più importante e significativa è quella che sopprime la condizione privilegiata della religione cattolica come religione di Stato, e afferma il principio per cui la fede religiosa è irrilevante per l'esercizio dei diritti civili e politici. Il testo è costituito da otto paragrafi di principi fondamentali e da sessantanove articoli raggruppati sotto otto titoli più alcune disposizioni contingenti contenute negli articoli 65-69. Si tratta, dunque, di un testo breve, di principi e norme di carattere generale, formulati per lo più in modo limpido e con termini semplici: una costituzione in gran parte valida per il secolo successivo, almeno nelle sue linee essenziali. Infatti, la Costituzione della Repubblica Romana del 1849 è molto simile alla Costituzione della Repubblica Italiana del 1948.Gli otto titoli nei quali era articolata la versione definitiva del 3 luglio erano: Dei diritti e dei doveri dei cittadini Dell'ordinamento politico Dell'assemblea Del consolato e del Ministero Del Consiglio di Stato Del potere giudiziario Della forza militare Della revisione della Costituzione Su iniziativa del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è stato realizzato il "Muro della Costituzione Romana". Si tratta di un monolite in ferro e calcestruzzo che riporta incise le circa 10.000 lettere che compongono il testo della Costituzione della Repubblica Romana del 1849. Tale manufatto, che funge da parapetto sul Belvedere del Gianicolo, è lungo circa 50 metri e le incisioni sono state eseguite, con la tecnica della sovrapposizione a doppia profondità, da alcune aziende bergamasche. Il monumento è stato inaugurato il 17 marzo 2011, dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nell'ambito delle celebrazioni per il 150º anniversario del l'unità d'Italia.
La Repubblica Romana del 1849, nota anche con il nome Seconda Repubblica Romana (essendo stata la "prima" quella di epoca napoleonica, escludendo l'antica Roma da tale enumerazione), fu uno Stato repubblicano sorto in Italia durante il Risorgimento a seguito di una rivolta interna che nei territori dello Stato Pontificio ebbe come esito la fuga di papa Pio IX a Gaeta. Fu governata da un triumvirato composto da Carlo Armellini, Giuseppe Mazzini e Aurelio Saffi. La repubblica, nata il 9 febbraio 1849 a seguito dei grandi moti del 1848 che coinvolsero l'Europa, ebbe come questi ultimi vita breve (finì il 4 luglio 1849) a causa dell'intervento militare della Francia di Luigi Napoleone Bonaparte, il futuro Napoleone III, che per convenienza politica ristabilì l'ordinamento pontificio, in deroga a un articolo della costituzione francese. Tuttavia quella della repubblica romana fu un'esperienza significativa nella storia dell'unificazione italiana, che rappresentava l'obiettivo della Repubblica, e vide l'incontro e il confronto di molte figure di primo piano del Risorgimento accorse da tutta la Penisola, fra cui Giuseppe Garibaldi e Goffredo Mameli. In quei mesi Roma passò dalla condizione di Stato tra i più arretrati d'Europa a banco di prova di nuove idee democratiche, ispirate principalmente al mazzinianesimo, fondando la sua vita politica e civile su principi quali, in primis, il suffragio universale maschile (il suffragio femminile in realtà non era vietato dalla Costituzione, ma le donne ne restarono escluse per consuetudine); l'abolizione della pena di morte e la libertà di culto.
La Repubblica romana (Res publica Populi Romani) fu il sistema di governo della città di Roma nel periodo compreso tra il 509 a.C. e il 27 a.C., quando l'Urbe fu governata da un'oligarchia repubblicana. Essa nacque a seguito di contrasti interni che portarono alla fine della supremazia della componente etrusca sulla città e al parallelo decadere delle istituzioni monarchiche. La sua fine viene invece convenzionalmente fatta coincidere, circa mezzo millennio dopo, con la fine di un lungo periodo di guerre civili che segnò de facto (benché formalmente non avvenne in forma istituzionale) la fine della forma di governo repubblicana, a favore di quella del Principato. Qui di seguito il passo fondamentale di Tito Livio, che descrive le ragioni che portarono alla caduta della monarchia dei Tarquini, considerando che i tempi erano ormai maturi: Quella della Repubblica rappresentò una fase lunga, complessa e decisiva della storia romana: costituì un periodo di enormi trasformazioni per Roma, che da piccola città stato quale era alla fine del VI secolo a.C. divenne, alla vigilia della fondazione dell'Impero, la capitale di un vasto e complesso Stato, formato da una miriade di popoli e civiltà differenti, avviato a segnare in modo decisivo la storia dell'Occidente e del Mediterraneo. In questo periodo si inquadrano la maggior parte delle grandi conquiste romane nel Mediterraneo e in Europa, soprattutto tra il III e il II secolo a.C.; il I secolo a.C. fu invece, come detto, devastato dai conflitti intestini dovuti ai mutamenti sociali, ma fu anche il secolo di maggiore fioritura letteraria e culturale, frutto dell'incontro con la cultura ellenistica e riferimento "classico" per i secoli successivi.
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