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Titolo uniforme: Building with straw bales. A practical guide for the UK and Ireland
Autore principale: Jones, Barbara
Pubblicazione: Firenze : Aam Terra Nuova, stampa 2007
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
I materiali da costruzione sono tutti i materiali, naturali e artificiali, normalmente impiegati nel lavoro per realizzare costruzioni edilizie e opere d'ingegneria civile (strade, ponti, canali, dighe, gallerie). Esistono vari tipi di materiali da costruzione, siano naturali sia artificiali, a cui se ne sono aggiunti sempre di nuovi. Il numero di questi materiali, in passato relativamente limitato, va continuamente aumentando col progredire della tecnica, mentre allo stesso tempo si è avuta una differenziazione dei sistemi impiegati per la loro produzione. L'elevato numero di materiali da costruzione dipende dal fatto che ognuno di essi presenta delle particolari proprietà, che lo fanno preferire agli altri a seconda degli scopi per i quali deve essere utilizzato.
Le ville palladiane sono un insieme di ville venete (del territorio della Repubblica di Venezia), concentrate per la maggior parte nella provincia di Vicenza, edificate intorno alla metà del Cinquecento dall'architetto Andrea Palladio per le famiglie più importanti del luogo, soprattutto aristocratici ma anche alcuni esponenti dell'alta borghesia della Repubblica veneta. Insieme alla città di Vicenza con i suoi 23 palazzi palladiani, 24 ville del Veneto sono state inserite, tra il 1994 e il 1996, nella lista Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.Le ville palladiane si distinguono dalle ville romane e dalle ville medicee toscane: non erano destinate unicamente allo svago dei proprietari, ma erano - anzitutto - dei complessi produttivi. Circondate da vaste estensioni di campi coltivati e vigneti, le ville comprendevano magazzini, stalle e depositi per il lavoro agricolo. Di norma presentano ali laterali, le barchesse, destinate a contenere gli ambienti di lavoro, dividendo razionalmente lo spazio del corpo centrale, destinato ai proprietari, da quello dei lavoratori, in modo da non sovrapporre le diverse attività. Il corpo centrale è a sua volta suddiviso in senso verticale, dove ogni piano assolve a funzioni diverse. Grazie anche alle loro descrizioni e ai dettagliati disegni pubblicati da Palladio nel trattato I quattro libri dell'architettura (1570), le ville palladiane divennero per secoli oggetto di studio per gli architetti europei e non, che si ispirarono ad esse per le loro realizzazioni.
La riva degli Schiavoni è una riva monumentale della città di Venezia. Si trova nel sestiere di Castello e si estende lungo il bacino di San Marco nel tratto che va dal ponte della Paglia sul rio di Palazzo, a ridosso del Palazzo Ducale fino al rio di Ca' di Dio. La riva prende il suo nome dai mercanti provenienti dalla Dalmazia che ai tempi della Repubblica di Venezia era chiamata anche Slavonia o Schiavonia e che qui approdavano con le loro navi mercantili e avevano anche le loro bancarelle commerciali. La riva infatti costituiva parte integrante del porto commerciale di Venezia e rivestiva una notevolissima importanza grazie alla sua prossimità con piazza San Marco e con il centro del potere politico veneziano.
La casa è un edificio (o parte di esso) utilizzato stabilmente da persone per ripararsi dagli agenti atmosferici. Essa ospita uno o più nuclei familiari e talvolta anche animali domestici. Può anche corrispondere al concetto di unità abitativa coniato dal Movimento Moderno in architettura ed è stato nella storia il primo elemento funzionale.
Piazza Bra, o più semplicemente la Bra (toponimo derivato da una corruzione del termine "braida", che deriva a sua volta dal longobardo breit, ovvero "largo"), è la più grande piazza di Verona, situata nel suo centro storico. Lo slargo della Bra cominciò a tramutarsi in piazza solamente nella prima metà del Cinquecento, quando l'architetto Michele Sanmicheli concluse il palazzo degli Honorij: questo edificio andò a delimitare il lato occidentale della futura piazza, oltre che a fissare una corretta prospettiva sull'Arena. Il primo tentativo di trasformare lo slargo sterrato in luogo di passeggio fu però del podestà Alvise Mocenigo, il quale voleva creare un luogo di incontro per la nascente borghesia veronese: egli poté inaugurare la prima parte del Liston, un marciapiede lastricato che fiancheggia la Bra collegando corso Porta Nuova a via Mazzini, nel 1770. La Gran Guardia, iniziata dai veneziani nel Seicento e conclusa dagli austriaci nell'Ottocento, andò a delimitare il lato meridionale della piazza, mentre nel 1836 l'architetto Giuseppe Barbieri progettò il margine orientale, dove furono demoliti un ospedale, alcune case e una chiesetta, al posto dei quali sorse la Gran Guardia Nuova, meglio nota come Palazzo Barbieri. Questo, utilizzato inizialmente come caserma dagli austriaci, divenne, in seguito all'annessione del Veneto al Regno d'Italia, sede del municipio del Comune di Verona.
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