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Autore principale: Jaeger, Werner
Pubblicazione: Firenze : La Nuova Italia, 1974
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: it
Paideia (in greco antico: παιδεία, paidéia), che significa formazione o educazione, è il termine che nell'antica Grecia denotava il modello pedagogico in vigore ad Atene nel V secolo a.C., riferendosi non solo all'istruzione scolastica dei fanciulli, ma anche al loro sviluppo etico e spirituale al fine di renderli cittadini perfetti e completi, una forma elevata di cultura in grado di guidare il loro inserimento armonico nella società. Sorto in epoca omerica, il concetto rimase sostanzialmente immutato nel corso dei secoli, pur nel variare delle sue forme di applicazione e delle discipline coinvolte, e continua ad interessare molti educatori e pensatori contemporanei.
Il termine gnòsi deriva dal greco antico γνῶσις (gnòsis), vocabolo comune il cui significato originario era "conoscenza". Nelle scienza delle religioni, la parola gnosi assume un significato particolare, in quanto indica una forma speciale di conoscenza religiosa, che non procede da contenuti di fede acquisiti per intermediazione né a partire da principi o postulati, ma si realizza come accesso diretto al divino, mediante una sorta di illuminazione interiore, al termine di un cammino, spesso misterico, che garantisce il raggiungimento della salvezza spirituale agli iniziati. Presente in molte tradizioni religiose e cultuali del mondo, la gnosi non va confusa con lo gnosticismo, termine che, nello specifico, designa un complesso fenomeno di movimenti religiosi ereticali del cristianesimo dei primi secoli, dei quale la gnosi costituiva una componente fondamentale.
Le persecuzioni dei cristiani nell'Impero romano consistettero in atti di aggressiva intolleranza popolare e nell'assimilazione della religione cristiana ad un crimine contro lo Stato, con la conseguente condanna dei fedeli della nuova religione. Molti proclamarono comunque la propria fede accettando la prigionia, le torture, le deportazioni ed anche la morte: i martiri furono diverse migliaia. Inizialmente tuttavia le autorità locali non ricercavano attivamente i cristiani; le loro comunità continuarono così a crescere, trovando anzi nel culto dei martiri nuovo vigore. Gli imperatori Decio, Valeriano e Diocleziano, spinti anche da considerazioni politiche, ordinarono pertanto persecuzioni più attive e severe, che tuttavia non arrivarono a sradicare il cristianesimo. Nel 311 Galerio emanò l'Editto di Serdica che concedeva ai cristiani il perdono, poi confermata da Costantino I, che accordò al cristianesimo lo status di religio licita ("Editto di Milano") nel 313. Gli ultimi strascichi delle persecuzioni si sovrapposero alle prime lotte contro gli eretici; dopo pochi decenni sarebbero iniziate le persecuzioni dei pagani. Molti studiosi a partire dal XVIII secolo hanno talvolta ridimensionato la portata numerica delle persecuzioni, a loro parere esagerata dagli storici cristiani.
Il termine apocalisse deriva dal greco apokálypsis (ἀποκάλυψις), composto di apó (ἀπό, "da", usato come prefissoide anche in apostrofo, apogeo, apostasia) e kalýptō (καλύπτω, "nascondo", come in Calipso), significa un gettar via ciò che copre, un togliere il velo, letteralmente scoperta o disvelamento, rivelazioneIl concetto sembrerebbe essersi originato presso gli ebrei che parlavano greco, per poi passare ai cristiani che lo svilupparono ulteriormente. Nella terminologia della letteratura del primo Ebraismo e Cristianesimo, indica una rivelazione a un profeta scelto di cose nascoste da Dio; questo termine è più spesso usato per descrivere il resoconto scritto di tale esperienza.
L'eresia è una dottrina considerata come deviante da un movimento religioso appartenente alla stessa tradizione. Il termine, fuori dall'ambito religioso, viene utilizzato in senso figurato per indicare un'opinione o una dottrina filosofica, politica, scientifica o persino artistica in disaccordo con quelle generalmente accettate come autorevoli.
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