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Autore principale: D'Ancona, Alessandro, 1835-1914 ; Croce, Benedetto, 1866-1952
Pubblicazione: Pisa : Scuola normale superiore, 1977
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Fa parte di: Carteggio D'Ancona
Ancona (AFI: /anˈkona/, ; Ancona in anconitano) è un comune italiano di 98 866 abitanti, capoluogo della provincia omonima e delle Marche. Affacciata sul mar Adriatico, possiede uno dei maggiori porti italiani. Città d'arte ricca di monumenti e con 2400 anni di storia, è uno dei principali centri economici della regione, oltre che suo principale centro urbano per dimensioni e popolazione. Protesa verso il mare, la città sorge su un promontorio a forma di gomito piegato, che protegge il più ampio porto naturale dell'Adriatico centrale. I Greci di Siracusa, che fondarono la città nel 387 a.C., notarono la forma di questo promontorio e per questo motivo chiamarono la nuova città Ἀγκών, Ankón, che in greco significa "gomito". L'origine greca di Ancona è ricordata dall'appellativo con la quale è conosciuta: la "città dorica".
La croce greca è una croce formata da quattro bracci di uguale misura che si intersecano ad angolo retto.
Il duomo di Ancona è dedicato a san Ciriaco ed è la cattedrale metropolitana dell'arcidiocesi di Ancona-Osimo. È una chiesa medioevale in cui lo stile romanico si fonde con quello bizantino, evidente nella pianta e in molte decorazioni. Sorge in scenografica posizione alla sommità del colle Guasco, già occupata dall'Acropoli della città greco-dorica, da dove domina tutta la città di Ancona e il suo golfo. Nel maggio del 1926 papa Pio XI l'ha elevata alla dignità di basilica minore. Il 30 maggio 1999 si è festeggiato il millenario della dedica della cattedrale, con la visita nel capoluogo dorico di papa Giovanni Paolo II che vi celebrò messa. Dal 3 all'11 settembre 2011 la cattedrale è stata al centro delle celebrazioni del Congresso eucaristico nazionale con la visita del papa Benedetto XVI.
La chiesa di Santa Croce è un luogo di culto cattolico che sorge nella rione di Pietralacroce di Ancona. Venne eretta nel primo ventennio dell'Ottocento ed inaugurata nel 1826, al posto di quella dedicata allo Spirito Santo eretta nel 1562, rinnovata nella seconda metà del XVIII secolo (con opere di Gioacchino Varlè nel suo interno e la sacrestia ricca di arredi secondo testimonianze dell'epoca), ed andata distrutta nell'assedio del 1799. Il progetto della chiesa, ancora esistente e sede della parrocchia, era del locale ingegner Michele Bevilacqua, ed è al presente l'unico esempio nel territorio comunale di edificio ecclesiastico ottocentesco superstite, dopo le distruzioni durante la seconda guerra mondiale della Chiesa del Santissimo Crocifisso al rione Archi opera dello stesso artefice, della completa ristrutturazione dopo il 1958 della Chiesa dei Santi Cosma e Damiano in corso Mazzini, della demolizione dopo il sisma del 1972 della vecchia chiesa di San Michele Arcangelo nel quartiere Pinocchio e delle profonde modifiche ad usi civili della vecchia Chiesa di Santa Maria delle Grazie nel rione omonimo. La chiesa è ad una navata, absidata, coperta a botte, con due vani laterali dotati di altari fino alla eliminazione di questi in occasione dei restauri effettuati dopo il sisma del 1972, ed attualmente conserva di pregevole l'organo settecentesco di autore ignoto ed un tronetto settecentesco per l'esposizione Eucaristica, descritto da dati dell'archivio parrocchiale opera di un tal Aristodemo Sordi fanese, intagliatore e doratore. Attualmente le funzioni religiose correnti si svolgono in un moderno edificio polifunzionale (Chiesa Festiva dello Spirito Santo), nella parte a sud della frazione, vicino all'ottocentesco ex forte Altavilla.
La repubblica di Ancona fu un libero comune dell'Adriatico, la cui indipendenza de facto durò dall'XI secolo al 1532. Si dedicò specialmente ai traffici con l'Oriente ed è considerata una delle repubbliche marinare italiane. Alleata per secoli della Repubblica di Ragusa e dell'Impero Bizantino, riuscì a resistere a Venezia, che non gradiva altre città marinare nell'Adriatico e che ripetutamente tentò di danneggiare i suoi traffici marittimi o di sottometterla. La sua estensione fu sempre limitata al territorio compreso tra i fiumi Esino e Musone, dato che i suoi abitanti non erano interessati a guerre per l'ampliamento dello Stato e si dedicavano quasi esclusivamente alla navigazione, alle costruzioni navali ed ai commerci. Una caratteristica della sua storia fu la continua necessità di difendersi, aiutata in ciò dall'alleanza con Costantinopoli e con Ragusa, oltre che dai numerosi castelli che vigilavano i suoi confini.
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