Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Titolo uniforme: Dall'Egitto
Autore principale: Bertolani, Paolo
Pubblicazione: [Italia : s.n.], stampa 1991
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
L'Esposizione internazionale di Milano del 1906, o Esposizione internazionale del Sempione, si tenne dal 28 aprile all'11 novembre in padiglioni ed edifici appositamente costruiti nell'area alle spalle del Castello Sforzesco, l'attuale Parco Sempione, e nell'area allora occupata dalla Piazza d'armi sulla quale dal 1923 sorgerà la Fiera di Milano. Le due aree erano collegate da un ferrovia elettrica sopraelevata a circa 7 metri di altezza, lunga circa 1.700 metri. Il tema scelto fu quello dei trasporti a festeggiamento del traforo del Sempione che era stato inaugurato nel febbraio del 1905 e da cui l'Esposizione trasse il nome e l'ispirazione. Presidente dell'Esposizione internazionale del 1906 fu il finanziere e banchiere milanese Cesare Mangili (1850-1917). Per l'occasione furono investiti 13 milioni di lire dell'epoca, le nuove costruzioni furono 225 tra cui l'acquario civico, l'unica costruzione non demolita e tuttora esistente insieme al padiglione dell'Umanitaria, progettato da Luigi Conconi e trasferito ad Anzola d'Ossola nel 1911. Le nazioni partecipanti furono 40, gli espositori 35.000, i visitatori furono stimati in più di 5 milioni, una cifra record per l'epoca. L'immagine ufficiale dell'esposizione, selezionata attraverso un concorso, era dall'artista triestino Leopoldo Metlicovitz e rappresentava un'allegoria del progresso tecnico-scientifico. Il manifesto celebrava l'apertura del traforo del Sempione, completato nel 1905, da cui prese il nome il Parco Sempione stesso e che aveva resa realizzabile la prima linea ferroviaria diretta tra Milano e Parigi. Nel poster di Metlicovitz il dio del commercio Mercurio e la scienza, illuminati dai bagliori rossastri del fuoco della locomotiva, escono dal traforo e guardano verso la città di Milano di cui si riconosce la sagoma del Duomo. La stampa del poster era delle Officine Grafiche Ricordi.
Il Busto di Nefertiti, chiamato anche Testa di Nefertiti, o anche solo Nefertiti, è uno dei tesori d'arte più conosciuti dell'Antico Egitto ed è considerato il capolavoro della ritrattistica del periodo di Amarna. Risale al regno del faraone Akhenaton al tempo della XVIII dinastia (Nuovo Regno) tra il 1353 e il 1336. a.C. Il busto della regina Nefertiti fu scoperto il 6 dicembre 1912, durante gli scavi della Società Orientale Tedesca diretti da Ludwig Borchardt a Tell el-Amarna, nell'edificio P 47,2, laboratorio del capo scultore Thutmose. Venne trasportato in Germania nel gennaio 1913, nel quadro della spartizione dei reperti con l'autorizzazione del Consiglio supremo per le antichità del Ministero egiziano della Cultura. Nel 1920, grazie a una donazione di James Simon, insieme ad altri oggetti, che fino allora erano in prestito a lunga durata alla Ägyptische Abteilung der königlich preußischen Kunstsammlungen (Sezione egizia delle collezioni d'arte del regno di Prussia), andò allo Stato Libero di Prussia. Solo nel 1924 si ebbe una presentazione pubblica nel Museo costruito per la collezione egizia dei Musei statali nell'Isola dei Musei a Berlino. Oggi il busto è proprietà della Fondazione del patrimonio culturale prussiano (Stiftung Preußischer Kulturbesitz) e, col numero d'inventario 21300, costituisce l'attrazione principale del Museo Egizio di Berlino, che dal 16 ottobre 2009 è nuovamente sistemato nel Neues Museum (ala settentrionale) dell'Isola dei Musei. Sul valore del busto di Nefertiti vi sono valutazioni diverse. È coperto da un'assicurazione per 390 milioni di dollari, mentre d'altra parte il suo valore viene calcolato anche in 520 milioni di dollari.
Il Palazzo delle Esposizioni è un edificio di stile neoclassico, sito in Roma, in via Nazionale. Progettato da Pio Piacentini sin dal 1877, fu inaugurato nel 1883. Il palazzo è stato sede di numerose manifestazioni e mostre d'arte. L'edificio è di proprietà del comune di Roma, che lo gestisce tramite l'Azienda Speciale Palaexpo, ente comunale dipendente dall'assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico. Durante l'epoca fascista la sua facciata in occasione di alcune mostre (Mostra della Rivoluzione Fascista, Mostra Augustea della Romanità) fu temporaneamente modificata perché il suo stile fu considerato non al passo con i tempi. Nel corso del tempo il Palazzo delle Esposizioni è stato più volte restaurato e adeguato funzionalmente. Tra i principali restauri vanno segnalati quelli del 1981-1989 su progetto di Costantino Dardi, e quello del 2003-2007 dello studio ABDR, Maria Laura Arlotti, Michele Beccu, Paolo Desideri, Filippo Raimondo, in occasione del quale è stato anche ricostruito, in chiave bioclimatica e con tecnologie e materiali contemporanei, il volume originario della "Serra" vetrata. Dal 1927 al 2004 è stato la sede degli uffici e delle mostre della Quadriennale di Roma e rimane la sede privilegiata delle mostre della Quadriennale d'Arte.Il Palazzo è dotato di una Sala Cinema da 139 posti, di un Auditorium di 90 posti e del Forum (sala polifunzionale), oltre a una caffetteria, un ristorante per 240 persone e una libreria.
Alcune catalogazioni sono state accorpate perché sembrano descrivere la stessa edizione. Per visualizzare i dettagli di ciascuna, clicca sul numero di record
Record aggiornato il: 2025-09-09T01:58:28.221Z