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Autore principale: Sapegno, Natalino
Edizione: 2. rist
Pubblicazione: Roma : Casa ed. Oreste Barjes, 1971
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Fa parte di: Antologia della stori e della critica letteraria : per le scuole medie superiori / Natalino Sapegno
La storia della letteratura italiana inizia nel XII secolo, quando nelle diverse regioni della penisola italiana si iniziò a scrivere in italiano con finalità letterarie. Il Ritmo laurenziano è la prima testimonianza di una letteratura in lingua italiana. Gli storici della letteratura individuano l'inizio della tradizione letteraria in lingua italiana nella prima metà del XIII secolo con la scuola siciliana di Federico II di Svevia, Re di Sicilia e Imperatore del Sacro Romano Impero, anche se il primo documento letterario di cui sia noto l'autore è considerato il Cantico delle creature di Francesco d'Assisi. In Sicilia, a partire dal terzo decennio del XIII secolo, sotto il patrocinio di Federico II si era venuto a formare un ambiente di intensa attività culturale. Queste condizioni crearono i presupposti per il primo tentativo organizzato di una produzione poetica in volgare romanzo, il siciliano, che va sotto il nome di "scuola siciliana" (così definita da Dante nel suo “De vulgari Eloquentia”). Tale produzione uscì poi dai confini siciliani per giungere ai comuni toscani e a Bologna e qui i componimenti presero ad essere tradotti e la diffusione del messaggio poetico divenne per molto tempo il dovere di una sempre più nota autorità comunale. Quando la Sicilia passò il testimone ai poeti toscani, coloro che scrivevano d'amore vi associarono, seppure in maniera fresca e nuova, i contenuti filosofici e retorici assimilati nelle prime grandi università, prima di tutto quella di Bologna. I primi poeti italiani provenivano dunque da un alto livello sociale e furono soprattutto notai e dottori in legge che arricchirono il nuovo volgare dell'eleganza del periodare latino che conoscevano molto bene attraverso lo studio di grandi poeti latini come Ovidio, Virgilio, Lucano. Ciò che infatti ci permette di parlare di una letteratura italiana è la lingua, e la consapevolezza nella popolazione italiana di parlare una lingua che pur nata verso il X secolo si emancipa completamente dalla promiscuità col latino solo nel XIII secolo.
Le Laude di Jacopone da Todi sono componimenti di tema religioso che si rifanno al genere della lauda, assai diffuso in Umbria tra il XII secolo e il XV secolo. Al modulo popolareggiante della lauda, Jacopone aggiunge i toni individuali di un'anima inquieta e tormentata. Le sue 92 laude, nella forma di ballate in settenari e ottonari, sono una rappresentazione impietosa della realtà umana e terrena, attaccata violentemente per la sua caducità e vanità. Talvolta, Jacopone si limita alla denuncia commossa e ardente; altre volte, come nel Pianto della Madonna (uno dei capolavori che fanno di lui la più grande personalità della nostra storia letteraria prima di Dante), traduce l'ansiosa passione umana in figure potentemente drammatiche, poste di fronte al mistero della saggezza divina.
Il romanzo storico è un'opera narrativa ambientata in un'epoca passata, della quale ricostruisce l'atmosfera, gli usi, i costumi, la mentalità e la vita in generale, così da farli rivivere al lettore. Un romanzo si definisce storico quando è ambientato in un'epoca storica e intende trasmetterne lo spirito, i comportamenti e le condizioni sociali attraverso dettagli realistici e con un'aderenza ai fatti documentati. Può contenere personaggi realmente esistiti, oppure una mescolanza di personaggi storici e di invenzione. Dal momento che presenta una parte di invenzione e una parte di realtà storica, quello del romanzo storico è un genere “ibrido”, se non costituisce addirittura un ossimoro letterario. Lo statuto del genere si basa su una sorta di promessa implicita da parte dello scrittore: quella di limitare la propria libertà inventiva, sottoponendola al vincolo della verità storica. Il lettore sa di non trovarsi davanti a un trattato di storiografia, eppure non mancherà di chiedersi quanta parte di verità ci sia nei fatti narrati; per fruire dell'opera, dovrà scegliere di fidarsi della voce del suo autore.
Che fece per viltade il gran rifiuto è il 60° verso del III canto dell'Inferno di Dante Alighieri. Dante ha appena superato con Virgilio la porta dell'Inferno e ha raggiunto l'Antinferno, il luogo dove sono le anime degli ignavi, coloro «che visser sanza 'nfamia e sanza lodo», non facendo propriamente il male ma nemmeno operando il bene, così che tanto la misericordia divina li sottrae all'Inferno quanto la giustizia li esclude dal Paradiso. Dante scrive che tra «sì lunga tratta di gente»
Dante Alighieri, o Alighiero, battezzato Durante di Alighiero degli Alighieri e anche noto con il solo nome Dante, della famiglia Alighieri (Firenze, tra il 21 maggio e il 21 giugno 1265 – Ravenna, notte tra il 13 e il 14 settembre 1321), è stato un poeta, scrittore e politico italiano. Il nome "Dante", secondo la testimonianza di Jacopo Alighieri, è un ipocoristico di Durante; nei documenti era seguito dal patronimico Alagherii o dal gentilizio de Alagheriis, mentre la variante "Alighieri" si affermò solo con l'avvento di Boccaccio. È considerato il padre della lingua italiana; la sua fama è dovuta alla paternità della Comedìa, divenuta celebre come Divina Commedia e universalmente considerata la più grande opera scritta in lingua italiana e uno dei maggiori capolavori della letteratura mondiale. Espressione della cultura medievale, filtrata attraverso la lirica del Dolce stil novo, la Commedia è anche veicolo allegorico della salvezza umana, che si concreta nel toccare i drammi dei dannati, le pene purgatoriali e le glorie celesti, permettendo a Dante di offrire al lettore uno spaccato di morale ed etica. Importante linguista, teorico politico e filosofo, Dante spaziò all'interno dello scibile umano, segnando profondamente la letteratura italiana dei secoli successivi e la stessa cultura occidentale, tanto da essere soprannominato il "Sommo Poeta" o, per antonomasia, il "Poeta". Dante, le cui spoglie si trovano presso la tomba a Ravenna costruita nel 1780 da Camillo Morigia, è diventato uno dei simboli dell'Italia nel mondo, grazie al nome del principale ente della diffusione della lingua italiana, la Società Dante Alighieri, mentre gli studi critici e filologici sono mantenuti vivi dalla Società dantesca.
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