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Autore principale: Fabbri, Natacha
Pubblicazione: Pisa : Edizioni della Normale, 2008
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: it
Renato Cartesio, in francese René Descartes ([ʀəne dekaʀt]) e in latino Renatus Cartesius (La Haye en Touraine [oggi Descartes], 31 marzo 1596 – Stoccolma, 11 febbraio 1650), è stato un filosofo e matematico francese, ritenuto fondatore della matematica e della filosofia moderna. Cartesio estese la concezione razionalistica di una conoscenza ispirata alla precisione e certezza delle scienze matematiche a ogni aspetto del sapere, dando vita a quello che oggi è conosciuto con il nome di razionalismo continentale, una posizione filosofica dominante in Europa tra il XVII e il XVIII secolo.
Marin Mersenne (Oizé, 8 settembre 1588 – Parigi, 1º settembre 1648) è stato un teologo, filosofo e matematico francese. È soprattutto noto per i numeri di Mersenne.
Thomas Hobbes (Westport, 5 aprile 1588 – Hardwick Hall, 4 dicembre 1679) è stato un filosofo e matematico britannico, sostenitore del giusnaturalismo e autore nel 1651 dell'opera di filosofia politica Leviatano. Oltre che di teoria politica si interessò e scrisse anche di storia, geometria, etica ed economia. La descrizione di Hobbes della natura umana come sostanzialmente competitiva ed egoista, esemplificata dalle frasi Bellum omnium contra omnes ("la guerra di tutti contro tutti" nello stato di natura) e Homo homini lupus ("ogni uomo è lupo per l'altro uomo"), ha trovato riscontro nel campo dell'antropologia politica.
Il meccanicismo è una concezione filosofica che sostiene la natura esclusivamente corporea di tutti gli enti, assimilati ad un assemblaggio di più parti componibili tra loro, il cui comportamento motorio è ritenuto esclusivamente di tipo meccanico, privo cioè di un fine o di un ordine che non sia quello stabilito da cause unicamente quantitative. Si contrappone pertanto a concezioni come il vitalismo e l'olismo.
La locuzione mathesis universalis è composta da due termini di cui il primo (dal greco antico μάϑησις «apprendimento») è usato nel linguaggio filosofico e matematico, in particolare nel tardo latino, per significare "scienza matematica" e il secondo allude al progetto inattuato della filosofia moderna di creare un'unica scienza matematica "universale", distinta, cioè, dalle singole branche (aritmetica, geometria ecc.) ma contenente i principi primi comuni, di modo che essa assuma una predominanza rispetto alle particolari discipline matematiche da cui proviene. Come sostiene Cartesio questa scienza universale, avendo per oggetto la quantità, «si propone di spiegare tutto ciò che può essere indagato riguardo all’ordine e alla misura, senza riferimento ad alcuna materia speciale».
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