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Titolo uniforme: Journal des annes de guerre 1914-1919
Autore principale: Rolland, , Romain
Pubblicazione: Milano ; Firenze : Parenti
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Il 1º settembre 1939, a seguito dell'attacco tedesco contro la Polonia, il capo del governo Benito Mussolini, nonostante un patto di alleanza con la Germania, dichiarò la non belligeranza italiana. L'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale avvenne con una serie di atti formali e diplomatici solo dopo nove mesi, il 10 giugno 1940, e fu annunciata da Mussolini stesso con un celebre discorso dal balcone di Palazzo Venezia. Durante i nove mesi di incertezza operativa, il Duce, impressionato dalle folgoranti vittorie tedesche, ma conscio della grave impreparazione militare italiana, restò a lungo dubbioso fra diverse alternative, a volte contrastanti fra loro, oscillando tra la fedeltà all'amicizia con Adolf Hitler, l'impulso a rinnegarne la soffocante alleanza, la voglia di indipendenza tattica e strategica, il desiderio di facili vittorie sul campo di battaglia e la brama di essere ago della bilancia nello scacchiere della diplomazia europea.
I crimini di guerra italiani sono stati quegli atti, contrari ai trattati e alle leggi di guerra nazionali o internazionali, e considerati crimine di guerra, commessi da appartenenti alle forze armate italiane dall'Unità d'Italia in poi. In particolar modo, vengono annoverati in questa categoria diversi episodi controversi riguardanti le truppe italiane nelle guerre coloniali in Etiopia e in Libia, durante la seconda guerra mondiale nei Balcani e in Grecia.
La storia di Gibilterra, una piccola penisola sulla costa iberica meridionale vicino all'ingresso del Mar Mediterraneo, abbraccia oltre 2.900 anni. La penisola è mutata da luogo sacro nei tempi antichi a "uno dei luoghi più densamente fortificati e contesi in Europa", come affermato dallo storico Rose. La posizione di Gibilterra le ha conferito un ruolo importante nella storia dell'Europa e la sua città fortificata, fondata in epoca medievale, ha ospitato guarnigioni che hanno resistito a numerosi assedi e battaglie nel corso dei secoli. Gibilterra fu abitata per la prima volta oltre 50.000 anni fa dai neandertaliani e potrebbe essere stato uno dei loro ultimi luoghi di abitazione prima che si estinguessero circa 10.000 anni più tardi. La storia scritta di Gibilterra comincia intorno al 950 a.C. con i Fenici, i quali si stanziarono nei pressi dello stretto. Cartaginesi e Romani in seguito venerarono Ercole in santuari che pare fossero stati costruiti sulla rocca di Gibilterra, chiamata Mons Calpe, "Montagna cava", e considerata una delle due colonne d'Ercole. Gibilterra entrò a far parte del regno visigoto di Hispania in seguito al crollo dell'impero romano e passò sotto il dominio musulmano moresco nel 711 d.C.: è da quel periodo che fu insediata in maniera stabile per la prima volta dai Mori e ribattezzata Jebel Tariq - il Monte di Tariq, successivamente mutato e storpiato in Gibraltar. La corona di Castiglia e León la annesse nel 1309, perdendola a scapito dei Mori nel 1333 e riguadagnandola una seconda volta nel 1462. Gibilterra entrò a far parte del Regno unificato di Spagna e rimase sotto il dominio spagnolo fino al 1704. Fu espugnata durante la guerra di successione spagnola da una flotta anglo-olandese in nome di Carlo VI d'Austria, contendente asburgico al trono spagnolo. Alla fine della guerra, la Spagna cedette il territorio alla Gran Bretagna ai sensi del trattato di Utrecht del 1713. La Spagna cercò di riprendere il controllo di Gibilterra, nel frattempo dichiarata dalla Gran Bretagna una colonia della corona, esercitando pressioni militari, diplomatiche ed economiche. Gibilterra fu assediata e pesantemente bombardata durante tre guerre tra Gran Bretagna e Spagna, ma gli attacchi vennero respinti in ogni occasione. Alla fine dell'ultimo di questi attacchi, alla fine del XVIII secolo, Gibilterra aveva subito quattordici assedi in 500 anni. Nei decenni successivi a Trafalgar, Gibilterra divenne una base fondamentale nella Guerra d'indipendenza spagnola. La colonia si sviluppò rapidamente durante il XIX e l'inizio del XX secolo, fino a diventare un possedimento britannico chiave nel Mediterraneo e poi principale punto di sosta per le imbarcazioni in rotta verso l'India attraverso il canale di Suez. La costruzione di una grande base navale britannica avvenne ricorrendo a ingenti finanziamenti alla fine del 19º secolo: al contempo, l'economia gibilterrina visse una fase di ripresa. Il controllo britannico di Gibilterra permise agli Alleati di controllare l'accesso al Mediterraneo durante la seconda guerra mondiale. Attaccata in diverse occasioni da forze tedesche, italiane e francesi di Vichy, non riportò gravi ripercussioni. Francisco Franco rifiutò di partecipare al piano nazista di occupare Gibilterra, effettuando delle rivendicazioni spagnole sul territorio dopo la guerra. Con l'intensificarsi della disputa territoriale, la Spagna decise di chiudere il confine con Gibilterra tra il 1969 e il 1985 e i collegamenti viari risultarono interrotti. La posizione della Spagna fu sostenuta dai paesi dell'America Latina e condannata dalla Gran Bretagna e dagli stessi gibilterrini, i quali fecero valere con forza il loro diritto all'autodeterminazione. Le discussioni sullo status politico di Gibilterra sono proseguite tra Gran Bretagna e Spagna senza giungere ad alcuna conclusione. Dal 1985, Gibilterra ha subito importanti cambiamenti a seguito della riduzione degli impegni di difesa all'estero della Gran Bretagna. La maggior parte delle truppe britanniche ha lasciato il territorio, non più visto come un luogo di grande importanza militare. La sua economia si basa ora sul turismo, i servizi finanziari, le spedizioni e il gioco d'azzardo su Internet. Gibilterra è in gran parte autogestita, con un proprio parlamento e governo, sebbene il Regno Unito mantenga la sovranità sulle questioni militari e di politica estera. La particolare posizione geografica e la crescita del commercio e del turismo l'ha resa di recente una delle aree più ricche dell'Unione Europea.
Il terrorismo in Europa è un fenomeno presente a livello continentale e collegato a movimenti nazionalisti e separatisti, oltre che essere in relazione a estremismi politici (tra cui movimenti anarchici, estremisti di destra e sinistra), religiosi, monotematici o di altra natura.
Il fronte occidentale fu il teatro dell'inizio delle operazioni della prima guerra mondiale. Il fronte si aprì nell'agosto 1914 quando l'esercito tedesco invase il Lussemburgo e il Belgio occupando poi importanti zone minerarie e industriali della Francia nordorientale. L'invasione tedesca, inizialmente rapida e apparentemente inarrestabile, venne poi fermata con la prima battaglia della Marna dalle forze congiunte di Francia e Regno Unito; tentativi successivi di riprendere la guerra di movimento e ottenere una vittoria definitiva non ebbero esito, e le due parti in conflitto finirono con l'attestarsi lungo un'irregolare linea di trincee che si stendeva senza interruzioni dalle spiagge del Mare del Nord sino alla frontiera svizzera, linea che rimase essenzialmente invariata per la maggior parte della lunga guerra di posizione che ne derivò. Fra il 1915 e il 1918 su questo fronte ebbe luogo una serie di importanti offensive e controffensive, dalla battaglia di Verdun alla battaglia della Somme, dall'offensiva Nivelle alla battaglia di Passchendaele, tutte caratterizzate dal comune scopo delle due parti di rompere lo stallo e sfondare le linee avversarie per ricominciare la guerra di movimento. Tuttavia la preponderanza dei mezzi difensivi quali trinceramenti, nidi di mitragliatrici e filo spinato, rispetto alle obsolete tattiche offensive, causò invariabilmente gravi perdite alla parte attaccante. Il fronte occidentale vide quindi nel corso del conflitto l'introduzione di nuove tecnologie militari, tra cui le armi chimiche e i carri armati, ma fu solo con l'adozione di tattiche di combattimento più moderne che verso la fine della guerra si restaurò un certo grado di mobilità. Fallite le ultime offensive tedesche nel marzo-luglio 1918 (offensiva di primavera), gli Alleati passarono al contrattacco grazie al determinante afflusso di forze fresche dagli Stati Uniti d'America, fino a costringere i tedeschi a chiedere un armistizio. Il fronte occidentale è assurto nel tempo a simbolo dell'intera prima guerra mondiale: benché combattuta in una gran varietà di scenari diversi, nella cultura popolare la Grande Guerra è ancora immaginata come una guerra di trincea su terreno pianeggiante e clima temperato, anche perché, nonostante la natura statica, questo teatro si dimostrò decisivo per l'andamento generale del conflitto, dato l'enorme logorio di uomini e mezzi a cui furono sottoposte le due parti in lotta.
La prima guerra mondiale fu un conflitto mondiale che coinvolse le principali potenze e molte di quelle minori tra il 28 luglio 1914 e l'11 novembre 1918. Chiamata inizialmente dai contemporanei "guerra europea", con il coinvolgimento successivo delle colonie dell'Impero britannico e di altri paesi extraeuropei tra cui gli Stati Uniti d'America e l'Impero giapponese prese il nome di guerra mondiale o Grande Guerra: fu infatti il più grande conflitto armato mai combattuto fino alla successiva seconda guerra mondiale. Il conflitto ebbe inizio il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell'Impero austro-ungarico al Regno di Serbia in seguito all'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando, avvenuto il 28 giugno 1914 a Sarajevo da Gavrilo Princip A causa del gioco di alleanze formatesi negli ultimi decenni del XIX secolo, la guerra vide schierarsi le maggiori potenze mondiali, e rispettive colonie, in due blocchi contrapposti: da una parte gli Imperi centrali (Germania, Impero austro-ungarico e Impero ottomano), dall'altra gli Alleati rappresentati principalmente da Francia, Regno Unito, Impero russo, Impero giapponese e, dal 1915, Italia. Oltre 70 milioni di uomini furono mobilitati in tutto il mondo (60 milioni solo in Europa) di cui oltre 9 milioni non tornarono più a casa; si dovettero registrare anche circa 7 milioni di vittime civili, non solo per i diretti effetti delle operazioni di guerra ma anche per le conseguenti carestie ed epidemie. Le prime operazioni militari del conflitto videro la fulminea avanzata dell'esercito tedesco in Belgio e nel nord della Francia, azione fermata però dagli anglo-francesi nel corso della prima battaglia della Marna nel settembre 1914; il contemporaneo attacco dei russi da est infranse le speranze tedesche in una guerra breve e vittoriosa, e il conflitto degenerò in una logorante guerra di trincea che si replicò su tutti i fronti e perdurò fino al termine delle ostilità. A mano a mano che procedeva, la guerra raggiunse una scala mondiale con la partecipazione di molte altre nazioni, come Bulgaria, Persia, Romania, Portogallo, Brasile, Cina, Siam e Grecia; determinante per l'esito finale fu, nel 1917, l'ingresso in guerra degli Stati Uniti d'America a fianco degli Alleati. La guerra si concluse definitivamente l'11 novembre 1918 quando la Germania, ultimo degli Imperi centrali a deporre le armi, firmò l'armistizio imposto dagli Alleati. Alcuni dei maggiori imperi esistenti al mondo – tedesco, austro-ungarico, ottomano e russo – si estinsero, generando diversi stati nazionali che ridisegnarono completamente la geografia politica dell'Europa.
Per storia dell'Europa si intende convenzionalmente la storia dell'omonimo continente e dei popoli che l'hanno abitato e che lo abitano. In un'accezione più ristretta per storia dell'Europa si intende invece la storia dell'Unione europea, dalla creazione della Comunità economica europea con i trattati di Roma (1957) fino a oggi.
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