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Autore principale: Gagliardo, Michele
Pubblicazione: Firenze : Sansoni, c1985
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
L'occitano, o lingua d'oc (in occitano occitan o lenga d'òc), è una lingua occitano-romanza parlata in un'area specifica del sud-Europa chiamata Occitania, non delimitata da confini politici o amministrativi e grossolanamente identificata con la Francia meridionale o Midi.
L'italiano ([itaˈljaːno] ) è una lingua romanza parlata principalmente in Italia. È classificato al 27º posto tra le lingue per numero di parlanti nel mondo e, in Italia, è utilizzato da circa 58 milioni di residenti. Nel 2015 era la lingua materna del 90,4% dei residenti in Italia, che spesso lo acquisiscono e lo usano insieme alle varianti regionali dell'italiano, alle lingue regionali e ai dialetti. In Italia viene ampiamente usato per tutti i tipi di comunicazione della vita quotidiana ed è largamente prevalente nei mezzi di comunicazione nazionali, nell'amministrazione pubblica dello Stato italiano e nell'editoria. Oltre ad essere la lingua ufficiale dell'Italia, è anche una delle lingue ufficiali dell'Unione europea, di San Marino, della Svizzera, della Città del Vaticano e del Sovrano militare ordine di Malta. È inoltre riconosciuto e tutelato come "lingua della minoranza nazionale italiana" dalla Costituzione slovena e croata nei territori in cui vivono popolazioni di dialetto istriano. È diffuso nelle comunità di emigrazione italiana, è ampiamente noto anche per ragioni pratiche in diverse aree geografiche ed è una delle lingue straniere più studiate nel mondo.Dal punto di vista storico l'italiano è una lingua basata sul fiorentino letterario usato nel Trecento.
Il termine dialetto indica, a seconda dell'uso: una varietà di una lingua, un idioma locale che ha perduto autonomia rispetto ad un altro divenuto sociopoliticamente dominante e riconosciuto come ufficiale (detto anche "lingua tetto"), con cui spesso ha una certa affinità e origini simili.Questa seconda accezione viene spesso usato nella sociolinguistica italiana, in analogia al francese patois, per riferirsi ai dialetti italiani, derivati dal latino. L'uso del termine dialetti per riferirsi alle lingue regionali italiane è talvolta contestato in quanto lascerebbe intendere un minor prestigio e dignità rispetto all'italiano standard. Altri apprezzano il termine come utile strumento di analisi per chi a vari livelli lavora per il salvataggio delle lingue minoritarie e regionali, che per sopravvivere devono liberarsi dal proprio stato di "dialetto", ovvero di lingue "dialettizzate".
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