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Autore principale: Moumouni, Abdou
Pubblicazione: Firenze : La nuova Italia, 1972
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
L'educazione sessuale è un termine generale che comprende vari temi e varie discipline connessi all'educazione, in modo particolare il rapporto tra i ragazzi ed i coetanei (e anche con gli adulti) in periodo di maturazione sessuale, l'anatomia e la fisiologia dell'apparato genitale, i cambiamenti che avvengono durante la pubertà, la psicologia, le problematiche di tipo morale, la conoscenza delle abitudini legate all'ambiente di provenienza dei ragazzi oggetto di educazione, le curiosità dei ragazzi stessi (che abbracciano tutti gli aspetti del comportamento sessuale umano). I tipici canali dell'educazione sessuale e della trasmissione delle prime informazioni sono primariamente i genitori (in particolare, per quanto riguarda le bambine, si tratta solitamente della madre), poi vengono gli insegnanti, (che seguono primariamente le indicazioni del MIUR, poi delle Regioni o Provincie, con le loro direttive specifiche, sino ad arrivare alle decisioni dei singoli Istituti Scolastici, nella loro autonomia didattica). Altri canali sono gli educatori a vario livello (educatori religiosi, capi scout, responsabili o allenatori di società sportive e così via). Poi non è possibile dimenticare gli organi di informazione, prima tra tutti, nella disponibilità dei ragazzi, la rete, intesa come accesso ad internet ed a tutto quanto vi è contenuto.
Vi sono anche coinvolte le questioni dell'educazione sessuale e dell'educazione religiosa in quanto la separazione dell'istruzione lungo le linee di genere e gli insegnamenti religiosi nel campo dell'istruzione sono stati tradizionalmente dominanti e rimangono ancora molto rilevanti nelle discussioni contemporanee sull'educazione femminile globalmente considerata. Mentre i movimenti rifacentesi al femminismo hanno certamente promosso l'importanza delle questioni legate all'educazione femminile, il dibattito è ampio e non assolutamente definito; esso può includere ad esempio l'educazione contro l'AIDS, l'istruzione universale (cioè l'istruzione elementare e media a livello statale indipendentemente dal genere) la quale non è ancora una norma globale anche se essa viene assunta dalla maggior parte dei paesi sviluppati. In alcuni paesi occidentali le donne hanno oramai superato gli uomini in molti livelli d'istruzione; negli Stati Uniti d'America per esempio nel 2005-06 le donne hanno ottenuto il 62% dei diplomi, il 58% dei Bachelor's degree, il 60% dei Master's degree e il 50% dei dottorati. Anche l'istruzione per le donne disabili è migliorata; nel 2011 Giusi Spagnolo è diventata la prima donna con la sindrome di Down a laurearsi in Europa, all'Università degli Studi di Palermo.. Il miglioramento dei livelli educativi delle ragazze è stato dimostrato avere dei chiari impatti sul futuro della salute e su quello economico delle giovani donne, che a loro volta migliorano le prospettive di tutta la comunità. Il tasso di mortalità infantile dei neonati le cui madri hanno frequentato almeno l'istruzione primaria è la metà di quello dei bambini le cui madri sono rimaste analfabete. Nei paesi più poveri del mondo almeno il 50% delle ragazze continuano a non frequentare la scuola secondaria; tuttavia la ricerca dimostra che ogni anno extra di scuola per le ragazze aumenta il loro reddito di vita del 15%. Migliorare le condizioni che favoriscono l'istruzione femminile - e quindi il potenziale di guadagno delle donne - migliora direttamente anche lo standard di vita dei loro figli, poiché le donne investono una parte maggiore del proprio reddito nelle famiglie rispetto agli uomini. Nonostante ciò rimangono ancora molte barriere all'istruzione femminile. In alcuni paesi africani come il Burkina Faso rimane molto improbabile che le bambine riescano a frequentare le scuole per motivi di base come la mancanza di strutture private con accesso a bagni per le ragazze. I tassi di frequenza più elevati delle scuole superiori e dell'istruzione universitaria tra le donne, in particolare in quei paesi che si trovano ancora in fase arretrata di sviluppo, le hanno aiutate ad intraprendere carriere professionali con salari maggiormente remunerativi. L'istruzione aumenta il livello di consapevolezza della salute propria e dell'intera famiglia. L'aumento dei livelli d'istruzione e formazione avanzata delle donne tende anche a portare più in alto l'età del primo rapporto sessuale (quindi l'avvio dell'attività sessuale), del primo matrimonio e conseguentemente anche del primo parto, nonché una maggiore probabilità di rimanere nubili, di non avere figli, di non sposarsi formalmente e, in alternativa, una crescita esponenziale della convivenza e dell'unione civile a lungo termine. L'istruzione può condurre a un tasso più elevato di coscienza nel campo della contraccezione e, come diretta conseguenza, un livello notevolmente più basso di infezioni causate da malattie sessualmente trasmissibili e questo non solo tra le donne, ma anche tra i partner e i figli; può inoltre aumentare il livello delle risorse disponibili per le donne che avviano un divorzio o che si trovano in una situazione di violenza domestica. È stato infine dimostrato che un più alto livello d'istruzione femminile aumenta la comunicazione delle donne con i loro partner e datori di lavoro e migliora i tassi di partecipazione civica come il suffragio femminile o gli incarichi nei pubblici uffici.
La storia del colonialismo in Africa è stato un processo storico di occupazione territoriale del continente africano, in particolare della parte subsahariana, da parte di altre nazioni, la maggior parte europee, a partire dall'XI secolo circa, fino a raggiungere il proprio apice nella seconda metà del XIX secolo. Quest'ultima occupazione tuttavia, che prende il nome di colonialismo moderno, o imperialismo, fu un periodo di vera e propria "spartizione dell'Africa", e i cui protagonisti furono soprattutto Francia e Gran Bretagna e, in misura minore, Germania, Portogallo, Italia, Belgio, Spagna e Paesi Bassi. Pur riferendosi spesso a una presunta "missione civilizzatrice", soprattutto nei confronti di popoli relativamente arretrati dell'Africa subsahariana, le potenze coloniali si dedicarono soprattutto allo sfruttamento delle risorse naturali del continente. Soltanto in alcuni casi, la presenza europea in Africa portò a un effettivo sviluppo delle regioni, per esempio attraverso la costruzione di infrastrutture. Nei luoghi in cui si stabilirono comunità di origine europea (ad es. il Sudafrica), la popolazione locale fu, in genere, discriminata politicamente ed economicamente.
I livelli di alfabetizzazione nell'Africa subsahariana sono sensibilmente inferiori alla media mondiale; il rapporto UIS UNESCO 2014 stima che il 24% di tutti gli adulti analfabeti vivano nell'Africa subsahariana. Nell'Africa subsahariana le medie regionali si articolano nelle disparità a livello nazionale: il tasso di alfabetizzazione varia dal 93% del Sudafrica al 29% del Burkina Faso.
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