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Autore principale: Joly, Jacques
Pubblicazione: La nuova Italia, 1990
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: , Paese:
Orfeo (in greco antico: Ὀρφεύς Orphéus, pronuncia: [or.pʰeú̯s]; in latino: Orpheus) è un personaggio della mitologia greca. Il nome di Orfeo è attestato a partire dal VI secolo a.C., ma, secondo Mircea Eliade, «non è difficile immaginare che sia vissuto 'prima di Omero'». Si tratta dell'artista per eccellenza, che dell'arte incarna i valori eterni, ma anche di uno «sciamano, capace di incantare animali e di compiere il viaggio dell'anima lungo gli oscuri sentieri della morte», fondatore dell'Orfismo. I molteplici temi chiamati in causa dal suo mito - l'amore, l'arte, l'elemento misterico - sono alla base di una fortuna senza pari nella tradizione letteraria, filosofica, musicale, culturale e scultorea dei secoli successivi.
Buster Keaton, conosciuto in Italia negli anni venti e trenta come Saltarello, pseudonimo di Joseph Frank Keaton (Piqua, 4 ottobre 1895 – Woodland Hills, 1º febbraio 1966), è stato un attore, regista e sceneggiatore statunitense, tra i maestri del periodo del cinema muto classico. Celebre per l'espressione stralunata e malinconica dei suoi personaggi e soprattutto per il suo talento "acrobatico" nelle gag che portava sullo schermo: cinematografico prima, e televisivo poi. L'American Film Institute ha inserito Keaton al ventunesimo posto tra le più grandi star della storia del cinema.
Elvio Giudici ha avuto modo di affermare nel suo lavoro sulla discografia operistica (citato tra le fonti): «I rifacimenti, le revisioni e le contaminazioni subite dall'Orfeo ed Euridice di Christoph Willibald Gluck (una delle poche opere del Settecento a essere stata regolarmente eseguita nei duecento anni che la separano da noi) sono tra i più complessi e numerosi di tutta la storia del teatro lirico». Per tale ragione appare necessario descrivere e mettere in rilievo almeno le principali versioni che si sono storicamente affermate, anche se poi le esecuzioni effettivamente andate in scena nei teatri o riprodotte sui dischi, ben di rado si sono rigidamente attenute all'una od all'altra di tali versioni, ma hanno invece attinto parzialmente a più di una, dando luogo anche a dei veri e propri miscugli, "patchwork" li definisce Giudici, in un certo senso paragonabili, si potrebbe aggiungere, al genere cosiddetto del pasticcio, che andò per la maggiore in tutta l'epoca barocca e fino alla fine del '700 (ed anche oltre). Trascurando pasticci veri e propri, come la versione londinese del 1770, rimaneggiata ed ampliata da Johann Christian Bach e da Pietro Alessandro Guglielmi, la quale vide tutta una serie di rielaborazioni successive, ed ebbe vita durevole sia in area britannica, sia anche in Italia ed altrove, verranno prese in considerazioni o le versioni successivamente rielaborate dallo stesso Gluck in occasione di rappresentazioni storiche dell'opera, o versioni adattate da altri musicisti, ma senza aggiunta di musiche nuove non composte originariamente da Gluck, o, infine, le maggiori edizioni a stampa dell'opera che rivestono importanza perché hanno poi costituito la fonte materiale di tanti effettivi allestimenti dell'Orfeo in tutti i teatri del mondo. Da questo punto di viste le versioni, per così dire, storiche dell'opera sono sostanzialmente sei: le prime quattro si riferiscono ad altrettante prime teatrali, le ultime due a edizioni per la stampa.
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Record aggiornato il: 2021-11-25T02:54:06.938Z