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Autore principale: Groppali, Enrico
Pubblicazione: Firenze : La nuova Italia, 1983
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Georg Wilhelm Pabst (Raudnitz, 25 agosto 1885 – Vienna, 29 maggio 1967) è stato un regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e montatore austriaco, considerato tra i maestri del cinema realista.
Friedrich Wilhelm Murnau, pseudonimo di Friedrich Wilhelm Plumpe (Bielefeld, 28 dicembre 1888 – Santa Barbara, 11 marzo 1931), è stato un regista e sceneggiatore tedesco, noto talvolta con l'ulteriore pseudonimo Murglie. Murnau fu tra i massimi esponenti dell'Espressionismo e del Kammerspiel, che si svilupparono in Germania negli anni venti. Solo pochi tra i suoi film sono stati conservati e sono oggi reperibili; gli altri sono andati purtroppo perduti. Le pellicole sopravvissute sono considerate da critici e studiosi di storia del cinema come capolavori assoluti.
Aldo Fabrizi (all'anagrafe Fabbrizi) (Roma, 1º novembre 1905 – Roma, 2 aprile 1990) è stato un attore, regista, sceneggiatore, produttore, comico e poeta italiano. Attore intenso e versatile, nel corso della sua carriera ha avuto modo di misurarsi sia in ruoli comici che drammatici. È stato inoltre, insieme ad Alberto Sordi e Anna Magnani, una personalità essenziale per quanto riguarda la rappresentazione della romanità nel cinema.
Il vaso di Pandora (Die Büchse der Pandora), anche conosciuto con il titolo Lulu - Il vaso di Pandora, è un film tedesco del 1929 diretto da Georg Wilhelm Pabst ed interpretato da Louise Brooks. Il ritratto dato dalla Brooks di una giovane donna seducente e disinibita, dalla sfrenata sessualità e dall'irresistibile malizia, che inesorabilmente portano alla rovina gli uomini che di lei si innamorano, rese l'attrice una vera star.
Laura Gore, nome d'arte di Laura Emilia Regli (Bussoleno, 30 settembre 1918 – Roma, 27 marzo 1957), è stata un'attrice italiana.
Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudeltà. I Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime. Quarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60–m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobrietà e la severità repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realtà: La classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festività religiose o in ricorrenze laiche.
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