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Titolo uniforme: Georgicon libri 4.
Autore principale: Vergilius Maro, Publius
Serie: Raccolta di autori latini colla costruzione, traduzione letteraria e note
Serie: Raccolta di autori latini : colla costruzione, traduzione letterale e note
Serie: Raccolta di autori latini colla costruzione, traduzione letterale e note
Serie: Raccolta di autori latini con note italiane ; 73
Serie: Biblioteca per la diffusione degli studi classici
Serie: Nuova raccolta di classici latini con note italiane ; 41
Serie: Collezione di classici greci e latini
Serie: Classici latini nel testo e nella versione : piccola biblioteca per studenti e persone colte / diretta da Orsini Begani
Serie: Biblioteca per la diffusione degli studi classici
Serie: Raccolta di autori latini con note italiane ; 106
Serie: Nuova raccolta di classici latini con note italiane ; 41
Serie: Raccolte di Autori Latini con note italiane ; CVI
Serie: Biblioteca scolastica di scrittori latini e greci con note
Serie: Raccolta di autori latini
Serie: Collezione di classici greci e latini
Serie: Raccolta di autori latini colla costruzione, traduzione letterale e note
Fa parte di: Georgiche
Serie: Il latino per tutti
Serie: Nuova raccolta di classici latini con note italiane ; 41
Serie: Biblioteca dei classici latini ad uso delle scuole
Serie: Nuova raccolta di classici latini con note italiane
Serie: Sansoniana classica
Fa parte di: Le Georgiche / col commento di Francesco Della Corte
Serie: Collezione di classici greci e latini
Serie: Sansoniana classica
Serie: Nuova collana di poeti tradotti con testo a fronte ; 5
Serie: Collezione di classici greci e latini
Serie: Raccolta di autori latini con costruzione, traduzione letterale, argomenti e note
Serie: Classici latini e greci
Serie: Strenna UTET ; 1970
Fa parte di: Strenna Utet
Serie: I millenni
Serie: BUR. Poesia ; L44
Serie: Biblioteca : collana economica di classici
Serie: Biblioteca Universale Rizzoli. Poesia
Serie: Biblioteca universale Rizzoli. [I tascabili libreria] ; 447
Serie: Raccolta di autori greci e latini con la costruzione, traduzione letterale e note
Serie: Oscar classici greci e latini ; 33
Serie: Collana avia pervia di testi latini ; 59
Serie: I grandi classici latini e greci [Fabbri]
Serie: I grandi classici latini e greci. Poesia e prosa
Serie: I grandi classici latini e greci
Serie: I grandi classici latini e greci : poesia e prosa
Serie: Collana Sormani di testi latini e greci ; 57
Serie: Bur poesia ; 447
Serie: BUR. Classici greci e latini
Le Georgiche (in latino Georgica, neutro plurale - γεωργικά - dell'aggettivo greco γεωργικός, "contadino", o, più semplicemente, "agricoltura", dalle parole γῆ, "terra", ed ἔργον, "lavoro") sono un poema di Publio Virgilio Marone. Nell'universo ideologico delle Georgiche, la natura idealizzata delle Bucoliche viene in parte adombrata da una polarità per certi aspetti contraddittoria: tra "il senso del lavoro come lotta faticosa con la natura" (Labor omnia vicit \ improbus, et duris urgens in rebus egestas, I, vv. 145-146, " La fatica ostinata / e le necessità, che urgono / in circostanze difficili, / vinsero tutto", trad. M. Ramous) e "una visione idilliaca, idealizzata" (A. La Penna) della natura che è un sostrato comunque onnipresente nell'intero arco poetico di Virgilio. Anche lo stile è più ricco e ricercato rispetto alle Bucoliche, e coniuga i canoni dell'alessandrinismo e della poesia neoterica con il gusto spontaneo per il sublime e l'aspra versificazione scientifica del De rerum natura di Lucrezio, pubblicato nel 53 a.C., in un alternarsi ininterrotto di pungente malinconia e serena consapevolezza della caducità umana. L'opera si divide in quattro libri dedicati rispettivamente al lavoro nei campi, all'arboricoltura, all'allevamento del bestiame e all'apicoltura, per un totale di 2188 versi, precisamente esametri. Il titolo molto probabilmente deriva da un'opera del poeta greco didascalico Nicandro di Colofone. A muovere l'ispirazione del poeta sono la malinconia per l'infanzia lontana, la volontà di restaurazione degli ideali aviti percepiti in decadenza e un sostrato di complesse suggestioni culturali e filosofiche: queste le tre componenti principali, intrecciate su un genuino e spontaneo sentimento della vita rurale, che, bambino, Virgilio aveva vissuto in prima persona. L'opera fu "orientata" da Mecenate seguendo le ispirazioni ideologiche augustee: venne composta nel periodo immediatamente precedente l'affermazione di Ottaviano a Roma e negli stesi anni in cui Virgilio entrò a far parte del circolo di Mecenate: precisamente tra il 37 e il 31 a.C.(il poeta scrisse dunque, in media, meno di un verso al giorno). Secondo Antonio La Penna, le Georgiche si possono considerare "l'opera più stilisticamente elaborata della letteratura latina".
Publio Virgilio Marone, noto semplicemente come Virgilio o Vergilio (in latino: Publius Vergilius Maro, pronuncia classica o restituta: [ˈpuːblɪ.ʊs wɛrˈɡɪlɪ.ʊs ˈmaroː]; Andes (Mantova), 15 ottobre 70 a.C. – Brindisi, 21 settembre 19 a.C.), è stato un poeta romano, autore di tre opere, tra le più famose della letteratura latina: le Bucoliche (Bucolica), le Georgiche (Georgica), e l'Eneide (Æneis). Al poeta vengono attribuiti anche una serie di componimenti giovanili, la cui autenticità è oggetto di dubbi e di complicate controversie, che si è soliti indicare in un'unica raccolta, nota col titolo di Appendix Vergiliana (Appendice Virgiliana). Virgilio, per il senso sublime dell'arte e per l'influenza che esercitò nei secoli, fu il massimo poeta di Roma, nonché l'interprete più completo e più schietto del grandioso momento storico che, dalla morte di Giulio Cesare, conduce alla fondazione del Principato e dell'Impero ad opera di Augusto. L'opera di Virgilio, presa a modello e studiata fin dall'antichità, ha avuto una profondissima influenza sulla letteratura e sugli autori occidentali, in particolare su Dante Alighieri e la sua Divina Commedia, nella quale Virgilio funge anche da guida dell'Inferno e del Purgatorio.
La poesia didascalica (raramente detta poesia didattica) è un genere letterario che, in forma di poema o di più brevi componimenti metrici (capitoli, epistole), si propone di impartire un ammaestramento scientifico, religioso, morale, dottrinale, ecc. Il più antico esempio è costituito dal breve poema Le opere e i giorni di Esiodo, risalente all'VIII secolo a.C. contenente una serie di consigli per le opere agricole delle singole stagioni. Nel poema esiodeo s'impartiscono agli uomini consigli pratici per l'attività fondamentale in una comunità agricola. La poesia didascalica è diffusa nella Letteratura greca negli Antidoti di Nicandro (II secolo a.C.) e nel secolo precedente grazie all'opera di Arato di Soli "I fenomeni", è stata poi ripresa dalla Letteratura latina (con il capolavoro De rerum natura di Lucrezio). Rientrano nel genere didascalico anche le "Georgiche" di Virgilio, composte intorno al 30 a.C. La poesia didascalica è presente anche in maniera copiosa nella Letteratura italiana fino da Bonvesin de la Riva, Brunetto Latini e Dante Alighieri.
Aracne (detta anche Aragne) è una figura mitologica. Ovidio narra la sua storia nel VI libro delle Metamorfosi, ma pare che il personaggio, già citato nelle Georgiche virgiliane, sia d'origine greca. Aracne viveva a Colofone, nella Lidia. La fanciulla, figlia del tintore Idmone e sorella di Falance, era abilissima nel tessere, tanto che girava voce che avesse imparato l'arte direttamente da Atena, mentre lei affermava che fosse la dea ad aver imparato da lei. Ne era tanto sicura che sfidò la dea a duello. Di lì a poco un'anziana signora si presentò ad Aracne, consigliandole di ritirare la sfida per non causare l'ira della dea. Quando lei replicò con sgarbo, la vecchia uscì dalle proprie spoglie rivelandosi come la dea Atena, e la gara iniziò. Aracne scelse come tema della sua tessitura gli amori degli dei; il suo lavoro era così perfetto ed ironico verso le astuzie usate dagli dei per raggiungere i propri fini che Atena si adirò, distrusse la tela e colpì Aracne con la sua spola. Aracne, disperata,cercò di impiccarsi, ma la dea la trasformò in un ragno costringendola a filare e tessere per tutta la vita dalla bocca, punita per l'arroganza dimostrata (hýbris) nell'aver osato sfidare la dea.
Gaio Cilnio Mecenate (in latino: Gaius Cilnius Maecenas; Arezzo, 15 aprile 68 a.C. – 8 a.C.) è stato un influente consigliere e alleato dell'imperatore Augusto. Fu altresì importante protettore della nuova generazione di poeti augustei, tra i quali Orazio, Vario Rufo e Virgilio. Durante il regno di Augusto, Mecenate prestò servizio come de facto ministro della cultura, ma nonostante la ricchezza e il potere accumulati scelse di non far parte del Senato capitolino, preferendo rimanere di rango equestre.
Record aggiornato il: 2021-11-25T04:50:27.596Z