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Autore principale: Ruffini, Francesco
Pubblicazione: Firenze : La Nuova Italia, 1942
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
Bettino Ricasoli, soprannominato il Barone di ferro (Ricàsoli [riˈkazoli]; Firenze, 9 marzo 1809 – San Regolo, 23 ottobre 1880), è stato un politico italiano, sindaco di Firenze e secondo presidente del Consiglio del Regno d'Italia dopo Cavour.
La Riforma protestante, cioè quel periodo di rivolgimenti religiosi della Chiesa cattolica del XVI secolo originatosi a partire dall'opera di Martin Lutero e di altri riformatori, in Italia si caratterizza come un processo eterogeneo di esperienze religiose che, a partire dalla tradizione umanistica e dalla teologia dei riformatori d'oltralpe, contribuiscono da una parte a originali rielaborazioni in materia teologica, in una critica all'ortodossia cattolica e protestante; dall'altra non permettono, per l'assenza di un nucleo forte, di capacità organizzative e soprattutto per la violenta reazione dell'Inquisizione, un processo unitario e competitivo nei confronti della Chiesa cattolica. C'è però da evidenziare che anche l'Italia vide lo sviluppo di movimenti, originatisi in Francia, precursori della riforma luterana, soprattutto nel Medioevo con i Catari o Albigesi, i Valdesi, e i Patarini. Da questi ultimi Arnaldo da Brescia prese i punti fondamentali del suo radicale programma di riforma. Poco prima della riforma luterana ci fu il movimento di Girolamo Savonarola e la sua Riforma del convento di San Marco. Durante il periodo della principale Riforma protestante luterana, calvinista, ci sono stati molti personaggi italiani che hanno contribuito alla Riforma come la Famiglia Diodati, Pietro Martire Vermigli, Paolo Sarpi, Bernardino Ochino, Pietro Paolo Vergerio, Celio Secondo Curione e personaggi importanti che ne vennero influenzati, come Giordano Bruno e Camillo Benso, conte di Cavour. Inoltre altri movimenti, come i Valdesi, si allinearono adottando i principi della Riforma protestante soprattutto quella calvinista. Il movimento giansenista vide protagonista in Toscana Scipione de' Ricci con i suoi tentativi di riforma nel creare una chiesa toscana staccata da Roma, soprattutto grazie all'appoggio di Pietro Leopoldo. Altri personaggi influenzati dal Giansenismo furono Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi. Il XIX secolo, soprattutto la seconda metà, vide nuovi protagonisti della Riforma protestante in Italia, con i tentativi di creare una Chiesa Evangelica italiana. Camillo Mapei con la fondazione della rivista Eco di Savonarola a Londra, diede inizio al progetto di riunire gli esuli protestanti italiani a Londra per la formazione di una Chiesa protestante interamente italiana. Aderiscono personaggi come Alessandro Gavazzi, Luigi Desanctis, Gabriele Rossetti ed altri che contribuirono a formare la Chiesa Libera Evangelica Italiana nel 1852 a Genova. C'è inoltre da sottolineare il movimento riformatore di Davide Lazzeretti chiamato Giurisdavidismo negli anni '70 del 1800. Per quanto riguarda la Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno, il primo a predicare il messaggio avventista in Italia è un ex frate francescano polacco, Michael Belina Czechowsky (1818-1876). Egli giunge dagli Stati Uniti d'America in Italia nel 1864 e inizia a predicare nelle Valli Valdesi dove si converte la prima avventista europea: Caterina Revel (1830-1930) di Luserna San Giovanni (TO). In Europa, la prima persona a convertirsi all'avventismo fu Caterina Revel . Nacque in una famiglia valdese di Luserna San Giovanni, distante pochi chilometri da Torre Pellice, centro dell'opera valdese nelle omonime valli. Quando nel 1864 Michael Belina Czechowski, ex frate francescano polacco, venne nel Nord Italia a predicare il messaggio avventista, che per la prima volta veniva annunciato nel continente europeo, Caterina fu colpita dal messaggio relativo al Sabato e prima di decidersi chiese un parere all'anziano di chiesa della sua comunità, il quale disse: « Attenendosi alla lettera delle Scritture, è sicuramente il Sabato che bisognerebbe celebrare, ma i nostri padri, che tanto hanno sofferto per la loro fede, non hanno creduto di dover operare un tale cambiamento. E Dio ha accettato la loro ubbidienza. Dunque non è necessario modificare le nostre abitudini su questo punto».(Giovanni De Meo, «Alfred-Felix Vaucher: un secolo di avventismo», in Adventus, n.7/2, 1994, p. 10). Poco soddisfatta di questa risposta, cominciò a osservare il Sabato. Suo marito, Berthelemi, che in un primo momento si era aggiunto al gruppo degli osservatori del Sabato, si allontanò al punto di proibire a Czechowski di entrare in casa sua. Per questo, Caterina non poté ricevere il battesimo da lui, ma dopo qualche tempo venne battezzata per immersione da un pastore battista, restando però fedele al Sabato e all'insegnamento avventista. Nel 1885 venne organizzata la chiesa avventista di Torre Pellice con una trentina di membri inclusi anche i gruppi di San Germano Chisone, Angrogna, Villar Pellice. Mery, figlia di Caterina si battezzò nella chiesa avventista, mentre il figlio rimase valdese. Il 10 giugno 1886 Mery sposò a Torino Jules Vaucher, un tipo venale, egoista e dispotico, dalla cui unione , il 18 marzo 1887, a Luserna San Giovanni, nacque il piccolo Alfred Felix, ma alla sua nascita il padre era già in Egitto e Mery ritornò a casa dai suoi. Caterina, negli anni mantenne sempre il contatto con gli avventisti svizzeri e ricevette le visite di Andrews, Bourdeau, Haskell, Butler, Whitney e soprattutto la visita di Ellen Gould White. Nel 1912 Caterina andò in pensione e fino al 1930, anno del suo decesso, incoraggiò molte persone a diventare avventisti convinti, a seguire la volontà del Signore e a servirlo con amore. Anche il Movimento Pentecostale ebbe il suo sviluppo in Italia, nel 1908 con Giacomo Lombardi, un Italo-Americano di fede Evangelica che aderì al Pentecostalismo e tornato in Italia cercò di formare un movimento tutto Italiano che oggi si caratterizza soprattutto con le ADI. Precursori e nello spirito dei riformatori protestanti possono essere considerati: Arnaldo da Brescia, Girolamo Savonarola, Paolo Sarpi, Marco Antonio de Dominis, la Famiglia Diodati, Scipione de' Ricci.
Regno di Napoli (in latino: Regnum Neapolitanum, in catalano Regne de Nàpols, in spagnolo Reino de Nápoles) è il nome con cui è conosciuto nella storiografia moderna l'antico Stato esistito dal XIV al XIX secolo ed esteso a tutto il meridione continentale italiano. Il suo nome ufficiale era Regnum Siciliae citra Pharum, vale a dire “Regno di Sicilia al di qua del Faro”, in riferimento al Faro di Messina, e si contrapponeva al contemporaneo Regnum Siciliae ultra Pharum, cioè “Regno di Sicilia al di là del Faro”, che si estendeva sull'intera isola di Sicilia. In epoca normanna, il Regno di Sicilia era organizzato in due macro-aree: la prima, che includeva i territori siciliani e calabresi, costituiva il Regno di Sicilia propriamente detto; la seconda, che includeva i restanti territori peninsulari, costituiva il Regno di Puglia, allorquando il territorio era parte integrante del Regno normanno di Sicilia. Quest'ultimo Stato fu istituito nel 1130, con il conferimento a Ruggero II d'Altavilla del titolo di Rex Siciliae dall'antipapa Anacleto II, titolo confermato nel 1139 da papa Innocenzo II. Il nuovo Stato insisteva così su tutti i territori del Mezzogiorno, attestandosi come il più ampio degli antichi Stati italiani. Alla stipula della Pace di Caltabellotta (1302) seguì la formale divisione del regno in due: Regnum Siciliae citra Pharum (noto nella storiografia come Regno di Napoli) e Regnum Siciliae ultra Pharum (anche noto per un breve periodo come Regno di Trinacria e noto nella storiografia come Regno di Sicilia). Pertanto questo trattato può essere considerato l'atto di fondazione convenzionale dell'entità politica oggi nota come Regno di Napoli. Il regno, come Stato sovrano, vide una grande fioritura intellettuale, economica e civile sia sotto le varie dinastie angioine (1282-1442), sia con la riconquista aragonese di Alfonso I (1442-1458), sia sotto il governo di un ramo cadetto della casa d'Aragona (1458-1501); allora la capitale Napoli era celebre per lo splendore della sua corte e il mecenatismo dei sovrani. Nel 1504 la Spagna unita sconfisse la Francia, e il regno di Napoli fu da allora unito dinasticamente alla monarchia spagnola, insieme a quello di Sicilia, fino al 1707: entrambi furono governati come due vicereami distinti ma con la dicitura ultra et citra Pharum e con la conseguente distinzione storiografica e territoriale tra Regno di Napoli e Regno di Sicilia. Benché i due regni, nuovamente riuniti, ottennero l'indipendenza con Carlo di Borbone già nel 1734, l'unificazione giuridica definitiva di entrambi i regni si ebbe solo nel dicembre 1816, con la fondazione dello Stato sovrano del Regno delle Due Sicilie. Il territorio del Regno di Napoli inizialmente corrispondeva alla somma di quelli delle attuali regioni italiane di Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e comprendeva anche alcune aree dell'odierno Lazio meridionale ed orientale appartenenti fino al 1927 alla Campania, ovvero all'antica provincia di Terra di Lavoro (circondario di Gaeta e circondario di Sora), ed all'Abruzzo (circondario di Cittaducale).
Il giansenismo fu un movimento religioso, filosofico e politico che proponeva un'interpretazione del cattolicesimo sulla base della teologia elaborata nel XVII secolo da Giansenio. L'impianto di base del giansenismo si fonda sull'idea che l'essere umano nasca essenzialmente corrotto e, quindi, inevitabilmente destinato a commettere il male. Senza la grazia divina l'uomo non può far altro che peccare e disobbedire alla volontà di Dio; ciononostante alcuni esseri umani sono predestinati alla salvezza (mentre altri non lo sono). Con tale teologia Giansenio intendeva ricondurre il cattolicesimo a quella che egli riteneva la dottrina originaria di Agostino d'Ippona, in contrapposizione al molinismo (dal gesuita spagnolo Luis de Molina) allora prevalente, che concepiva la salvezza come sempre possibile per l'uomo dotato di buona volontà. Il giansenismo fu un fenomeno estremamente complesso: partito da un problema eminentemente teologico, entrò ben presto in campo etico, assunse posizioni ecclesiologiche estremiste e si mosse anche come una specie di partito politico; influenzò, infine, pratiche di religiosità popolare. Il movimento giansenista accompagnò la storia della Francia lungo tutta l'epoca dell'ancien Régime e conobbe anche un'importante ramificazione italiana nel Sette-Ottocento, di impronta giurisdizionalista e riformatrice. La Chiesa cattolico-romana condannò il giansenismo come eretico e vicino al protestantesimo, per il suo teorizzare la negazione del libero arbitrio di fronte alla grazia divina e suggerire l'idea di una salvezza predestinata. Il giansenismo fu quindi condannato dapprima dalla Congregazione dell'Indice nel 1641, poi con successive lettere pontificie, tra cui le bolle In eminenti (1642), Cum occasione (1653), Ad sacram beati Petri sedem (1656), Regiminis Apostolici (1664) e Unigenitus Dei Filius (1713).
Il protestantesimo è una branca del cristianesimo moderno. Sorta nel XVI secolo in Germania e in Svizzera in contrasto con l'insegnamento della Chiesa cattolica, considerata non solo nella prassi, ma anche nella dottrina non più conforme alla Parola di Dio, a seguito del movimento politico e religioso, noto come riforma protestante, derivato dalla predicazione dei riformatori, fra i quali i più importanti sono Martin Lutero, Ulrico Zwingli, Giovanni Calvino e John Knox, il tutto circa un secolo dopo il tentativo riformatore da parte di Jan Hus nella vicina Boemia e quasi due dopo quello di John Wyclif in Inghilterra. Il Protestantesimo prende origine inizialmente dalla protesta del frate agostiniano Martin Lutero, docente di teologia all'università di Wittenberg. Questi il 31 ottobre 1517, irritato dalla predicazione del frate domenicano Johann Tetzel, pubblicò 95 tesi, elenco di quaestiones da sottoporre a pubblico dibattito su simonia, dottrina delle indulgenze e suffragio dei defunti nel purgatorio, intercessione e culto dei santi e delle loro immagini, che perciò andavano a toccare punti nodali dell'ecclesiologia medievale. La protesta di Lutero, seguita da aspre polemiche tra domenicani e agostiniani, si tramutava in rivolta dopo la minaccia di provvedimenti del 1520, fino alla scomunica papale ed al bando imperiale del 1521, da cui lo salvò il suo principe, Federico III di Sassonia. Col Luteranesimo le varie confessioni protestanti condividono un rifiuto dell'autorità del Papa (considerato ai tempi della Riforma come una sorta di anticristo), del culto di angeli, santi e della Madonna, ma anche un rifiuto del concilio ecumenico, e riconoscono solo alla Bibbia l'autorità suprema in materia di fede (sola scriptura). Dei sacramenti mantengono solo Battesimo ed Eucaristia, anche se coesistono diverse opinioni circa la presenza reale di Cristo nell'eucaristia (si afferma che i Luterani sostengano la consustanziazione in luogo della transustanziazione cattolica). Enfatizzano il sacerdozio di tutti i credenti, mentre viene negato un valore sacerdotale al ministero ordinato. Sostengono che la giustificazione dal peccato originale e la salvezza eterna siano ottenute solo per fede in Gesù Cristo e non tramite le opere umane (principi della sola fide e sola gratia). Il termine "Protestante" nacque in seguito alla lettera di protesta dei principi elettori luterani contro la proclamazione della Dieta di Spira del 1529, in cui l'imperatore cattolico Carlo V del Sacro Romano Impero ribadì l'editto della Dieta di Worms del 1521, che aveva condannato Martin Lutero pervicace come eretico, ingiungendo la restituzione dei beni ecclesiastici da quelli subito incamerati. Tuttavia, il termine è stato usato in molti sensi diversi, spesso come un termine generale per riferirsi al Cristianesimo occidentale riformato e non più soggetto all'autorità papale o patriarcale, comprese varie chiese o congregazioni vecchie e nuove che non fanno parte del movimento protestante originale. A partire dal XVI secolo i Luterani fondarono le loro chiese in Germania e nella Scandinavia, mentre le Chiese calviniste furono costruite principalmente da Zwingli e Calvino in Svizzera e in Francia (Ugonotti), e in Scozia esse lo furono da Knox, promotore del Presbiterianesimo; così come anche in Ungheria e in Polonia vi furono denominazioni locali aderenti alla Riforma. La Chiesa d'Inghilterra, a sua volta, dichiarò l'indipendenza dall'autorità papale nel 1534, dando vita all'Anglicanesimo, senza mutamenti dottrinali o liturgici; ma successivamente, durante il regno di Edoardo VI, veniva influenzata dai valori della Riforma calvinista, che generò in seguito i Puritani. Dopo la breve restaurazione cattolica della regina Maria I d'Inghilterra, chiamata proprio per questo "Maria la sanguinaria", la nazione tornava all'anglicanesimo, ma riformato, con la regina Elisabetta I d'Inghilterra. Importante poi fu l'Anabattismo, predicato dal già luterano Thomas Müntzer ed altri, ma subito combattuto e stroncato dai principi e a cui si rifece il Battismo, il cui primo predicatore fu John Smyth nei primi anni del XVII secolo e che concepiva il loro sacramento solo in età adulta. Altri movimenti di riforma, conosciuti come "Riforma radicale", ebbero luogo anche nell'Europa orientale, come il movimento antitrinitario di Fausto Sozzini e altri, chiamato appunto Socinianesimo, dopo esser stato respinto dai calvinisti svizzeri. Infine, anche il moravianesimo aderì alla Riforma, dalla quale deriverà anche il Pietismo, quest'ultimo nato in seno al Luteranesimo.
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