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Titolo uniforme: Ginkgo
Autore principale: Crane, Peter R.
Pubblicazione: Firenze : Olschki, 2020
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: it
Ginkgo biloba (L., 1771) è una pianta, unica specie ancora sopravvissuta della famiglia Ginkgoaceae, dell'intero ordine Ginkgoales (Engler 1898) e della divisione delle Ginkgophyta. È un albero antichissimo le cui origini risalgono a 250 milioni di anni fa nel Permiano e per questo è considerato un fossile vivente. È una specie relitta. Appartiene alle Gimnosperme: i semi non sono protetti dall'ovario. Le strutture a forma di albicocca che sono prodotte dagli esemplari femminili non sono frutti, ma semi ricoperti da un involucro carnoso. La pianta, originaria della Cina, viene chiamata volgarmente ginko o ginco o albero di capelvenere. Il nome Ginkgo deriva probabilmente da un'erronea trascrizione del botanico tedesco Engelbert Kaempfer del nome giapponese ginkyō (ぎんきょう?) derivante a sua volta da quello cinese 銀杏 "yin xing " (銀, yín «argento» e 杏, xìng «albicocca»; 銀杏T, yínxìngP, «albicocca d'argento»). Questo nome è stato attribuito alla specie dal famoso botanico Carlo Linneo nel 1771 all'atto della sua prima pubblicazione botanica ove mantenne quell'erronea trascrizione del nome originale. Il nome della specie (biloba) deriva invece dal latino bis e lobus con riferimento alla divisione in due lobi delle foglie, a forma di ventaglio.
Il chawanmushi è un piatto della cucina giapponese che utilizza nella sua preparazione i semi dell'albero Ginkgo biloba. È un budino a base di latte e uova mangiato in Giappone come antipasto usando comunemente il cucchiaio e servito tipicamente in una ciotola per il tè. Gli ingredienti principali sono svariati e alla base di uova si possono aggiungere funghi, gamberetti bolliti, kamaboko (un tipo di surimi). Viene aromatizzato con salsa di soia, dashi (brodo di pesce) e mirin (sakè dolce da cucina).
Il termine fossile vivente fu coniato da Darwin per indicare particolari specie di organismi, sia vegetali che animali, che presentano caratteristiche morfo-anatomiche e strutturali considerate "primitive" dal confronto con altre specie riconducibili al medesimo phylum e sia taxa di forme viventi che risultano simili, se non apparentemente immutate a quanto osservabile nei reperti fossili rinvenuti in sedimenti dell'era mesozoica e/o paleozoica.
Nella scala dei tempi geologici il Giurassico o Jurassico (termine desueto) è il periodo intermedio dell'era mesozoica. Questo periodo inizia alla comparsa dell'ammonite Psiloceras planorbis e termina in corrispondenza della comparsa dell'ammonite Berriasiella jacobi. Il Periodo Giurassico si estende da 199,6 ± 0,6 a 145,5 ± 4,0 milioni di anni fa (Ma), ovvero dalla fine del Triassico all'inizio del Cretaceo. Come per altri periodi geologici, i substrati che definiscono l'inizio e la fine del periodo sono ben identificati, ma le date precise hanno un'incertezza compresa tra 5 e 10 milioni di anni. Il Giurassico costituisce il periodo mediano dell'era mesozoica. L'inizio del periodo è marcato dalla grande estinzione di massa del periodo Triassico-Giurassico.
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