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Autore principale: Fatini, Giuseppe
Pubblicazione: Livorno : Stab. poligrafico Belforte, [1957?]
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
Signa (pronuncia: /ˈsiɲɲa/) è un comune italiano di 19 014 abitanti della città metropolitana di Firenze in Toscana.Il comune ha avuto grande importanza per la sua posizione strategica fin dal Medioevo e desta interesse soprattutto a livello artistico e culturale. Il paese consta di una parte bassa, sviluppatasi lungo il fiume Arno, e di un nucleo alto e più antico chiamato "Castello", formatosi prima dell'Anno Mille, cinto da mura e porte trecentesche. Qui sorgono le principali chiese del paese come quella di Santa Maria in Castello, di San Giovanni Battista, ove sono contenute le spoglie della patrona di Signa detta Beata Giovanna, la pieve di San Lorenzo e la chiesa di San Miniato. Il territorio del comune ha una superficie di circa 19 km², il più piccolo della provincia di Firenze. Il paese si trova alla confluenza di tre fiumi: Arno, Bisenzio e Ombrone Pistoiese.
La cosiddetta nona rima è un componimento strofico assai desueto nella storia della letteratura italiana in versi. Prevede strofe di nove versi di schema ABABABCCB, tutti endecasillabi. Si trova applicazione della nona rima nel poemetto didascalico anonimo del XIII secolo intitolato Intelligenza. Secondo il linguista Pietro G. Beltrami è apparentabile "con una stanza di canzone di tre piedi AB.AB.AB e sirma CCB". Nella nostra letteratura hanno fatto ricorso ad essa, per esigenze imitative di forme antiche, poeti come Giuseppe Giusti (in A Gino Capponi), Giovanni Marradi, Gabriele d'Annunzio (cfr. Il dolce grappolo nell'Isottèo, che, tra l'altro, è infarcito di citazioni dirette dall'Intelligenza), e Pier Paolo Pasolini nel Canto Popolare (ne Le ceneri di Gramsci), dove però lo schema è ABABCDCDC, gli endecasillabi sono irregolari e le rime sostituite, in taluni casi, da semplici assonanze.
La letteratura della nuova Italia è un'opera di Benedetto Croce formata di sei volumi editi, nella prima edizione per la casa Laterza, a partire dal 1914. Comprende una serie di saggi critici (sottotitolo dell'opera) che copre la storia della letteratura italiana sostanzialmente dall'Unità alla Prima guerra mondiale. L'opera dà forma unitaria ed organica ad un centinaio di biografie pubblicate, in tempi diversi, dal 1903 al 1914, sulla rivista «La Critica». In esse Croce cercò di sviscerare e distinguere, criticamente, «il poetico dal non poetico, il bello dal brutto», giungendo a conclusioni che, nonostante i contrasti e le polemiche, entrarono nel «comune patrimonio dei giudizî». Con questi saggi il filosofo si prefiggeva, in particolare, di fissare dei canoni e delle esemplificazioni - ma non dei modelli - utili ad indirizzare la critica e la storia letteraria. Originariamente l'opera si doveva concludere con il quarto volume, poiché all'epoca l'autore sentì il bisogno di rivolgersi ad altri argomenti, salvo poi riprenderla a distanza di anni con i volumi quinto e sesto.
Guidarello Guidarelli (Ravenna, 1450-60 ca. – Imola, 6-7 marzo 1501) è stato un condottiero italiano al servizio di Cesare Borgia. Famosa è la sua statua giacente sulla lastra tombale, oggi conservata nel Museo d'arte della città di Ravenna.
Alla domanda da dove inizi veramente la poesia italiana del Novecento, molti critici letterari hanno dato differenti e contrastanti risposte in virtù, o a causa, della difficoltà nel tracciare una linea netta di demarcazione. Tuttavia la predominanza dei temi dell'Io, nell'intimismo di Giovanni Pascoli e nell'estetismo di Gabriele D'Annunzio segnarono un irreversibile cambiamento rispetto alla poesia "pubblica" e dichiarativa di Giosuè Carducci. La nuova poesia viene situata, perciò, da una parte della critica letteraria, nell'area che accoglie il linguaggio e i temi del decadentismo influenzato da entrambe le grandi figure del passaggio di secolo italiano. Più tardi le esperienze crepuscolari di Guido Gozzano, da un lato, e le opposte dei futuristi proseguono, accentuandole nella sperimentalità le due vie personaliste di Pascoli e D'Annunzio, identificando così una linea separatrice di frattura con la passata tradizione letteraria sia dal punto di vista delle tematiche, sia del linguaggio. La maggior parte della critica (secondo il criterio seguito fino alla fine degli agli anni cinquanta) stabilirà gli elementi innovativi della poesia del Novecento a partire da Giuseppe Ungaretti, seguendo una linea che condurrebbe dai "vociani" all'apertura della grande stagione degli "ermetici". E certamente è centrale nel cuore del '900 la vicenda dell'ermetismo segnata da figure di livello mondiale come Giuseppe Ungaretti ed Eugenio Montale. Altri ermetici importanti: Alfonso Gatto e Mario Luzi. Più appartata la scrittura di Corrado Govoni come, più tardi, le maggiori figure di Umberto Saba e Sandro Penna e con il suo musicale rimario Giorgio Caproni. Tra i temi più significativi della poesia del secondo Novecento, pur nell'estrema varietà che la caratterizza, è opportuno menzionare invece l'impegno sia etico sia civile, che nasce anche dalla meditazione dei mali e degli orrori della prima e soprattutto della seconda guerra mondiale; è prioritario riferirsi a Pier Paolo Pasolini, ad Edoardo Sanguineti a Roberto Roversi. Andrea Zanzotto autore di straordinaria cultura e intensa compartecipazione alla vicenda umana e al segno del decadere dell'ambiente, è stato un punto di contatto fra le maggiori figure del secolo. Salvatore Quasimodo, assurto a fama internazionale per l'assegnazione del Nobel, che più tardi andrà anche a Montale, attraversò diverse tonalità, dal lirismo classicheggiante ad un neorealismo di chiara testimonianza politica. Meno note ma certamente significative le figure di Elio Fiore e alla fine del Novecento di Gregorio Scalise e Davide Ferrari partiti da un riferimento alle avanguardie degli anni '60 e '70, poi capaci di svolgere una vena di più intensa riflessione sulle grandi prove della storia. Vicini a Pasolini, Dario Bellezza e Paolo Volponi; a Sanguineti, Elio Pagliarani, Nanni Balestrini e Giuseppe Guglielmi; ed a Saba, sia pure con un maggiore inserimento nel linguaggio poetico novecentesco, Giovanni Giudici. Autrice di continua produzione poetica, sempre legata all'immediata narrazione di un animo profondamente segnato dalle esperienze di vita, Alda Merini, poetessa particolarmente amata anche dal pubblico più vasto. Oggi la poesia italiana cade in una profonda crisi editoriale e di attenzione da parte del pubblico e, pur l'Italia il paese con il maggior numero di edizioni di genere, è il paese europeo dove si acquistano meno volumi di poesia in Europa. Segnaliamo la poesia di strada, come movimento di rinnovamento, contemporaneo e di rilancio per il grande pubblico della poesia italiana.
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