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Autore principale: Signore, Giuseppe
Pubblicazione: Firenze : Libreria editrice fiorentina, 1926
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Cerreto Sannita (IPA: [ʧerˈretosanˈnita], Cerrìte, in dialetto cerretese, IPA:[tʃə'rːitə]) è un comune italiano di 3 789 abitanti della provincia di Benevento in Campania. Feudo della famiglia Sanframondo dal 1151 al 1460, nel 1483 passò ai Carafa che eressero Cerreto Sannita "Civitas totius superioris state metropolis" (città capoluogo della contea superiore). Nel XVII secolo divenne sede dei vescovi della diocesi telesina che nel 1986 è diventata diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata de' Goti. Nel 1737 la cittadina si ribellò ai conti Carafa a causa del regime di polizia imposto ai cerretesi e delle esose imposte che stavano mettendo in ginocchio l'industria della lavorazione dei panni lana. I Carafa inviarono centoventi mercenari per sedare la rivolta ed eseguirono numerose violenze e carcerazioni arbitrarie. Solo grazie all'intervento del re Carlo III fu ripristinata la legalità ei cerretesi riuscirono ad ottenere i primi risultati a livello giudiziario anche se l'industria armentizia, che per secoli aveva creato ricchezza per i cerretesi, era ormai in declino.Il comune, conosciuto per la secolare arte della ceramica, possiede un centro storico strutturato su un impianto regolare essendo stato interamente ricostruito su progetto di Giovanni Battista Manni e dietro volontà del conte Marzio Carafa e di suo fratello Marino dopo che il terremoto del 5 giugno 1688 aveva raso al suolo l'abitato precedente (Cerreto antica).
La storia di Cerreto Sannita comprende una serie di eventi che hanno interessato il territorio cittadino sin dall'età neolitica. Tre sono gli insediamenti urbani che hanno unito la popolazione locale in epoche differenti: Cominium Ocritum (nome successivamente volgarizzato in Cominium Cerritum), villaggio sannita citato da Tito Livio durante le vicende della seconda guerra punica; la vecchia Cerreto, costruita a seguito delle invasioni saracene e distrutta dal terremoto del 5 giugno 1688, ed infine l'attuale Cerreto Sannita, edificata fra il 1688 ed il 1696 su progetto del regio ingegnere Giovanni Battista Manni e per volontà del conte Marzio Carafa, di suo fratello Marino Carafa e del vescovo Giovanni Battista de Bellis. Sede vescovile dal XVI secolo, fu dal 1151 al 1460 feudo dei Sanframondo, per divenire poi possedimento dei Carafa che la eressero «CIVITAS TOTIUS SUPERIORIS STATE METROPOLIS» (città capoluogo della contea superiore). Le floride ricchezze provenienti dalle industrie e dal commercio dei panni lana contribuirono a creare un forte ceto mercantile che resistette per secoli ai continui soprusi dei feudatari.
La collegiata di San Martino è un'architettura religiosa sita nel centro storico di Cerreto Sannita. Citata per la prima volta nel 972, costituiva una delle sei parrocchie di Cerreto antica. Il 22 febbraio 1544 il vescovo Alberico Giaquinto, consenzienti il conte Diomede III Carafa e l'universitas (amministrazione comunale dell'epoca), eresse la chiesa a collegiata, dotandola di un capitolo di undici canonici più l'arciprete e unificando le altre cinque parrocchie. Rasa al suolo dal terremoto del 5 giugno 1688, fu ricostruita al centro del nuovo tessuto urbanistico voluto dal conte Marzio Carafa e da suo fratello Marino, grazie ai fondi messi a disposizione dall'universitas, dalla confraternita del Santissimo Corpo di Cristo e dai feudatari. La collegiata, caratterizzata dalla scalinata lapidea esterna che si divide in quattro rami, con i suoi 2.000 m² di superficie, 58,50 metri di lunghezza, 32,40 di larghezza e 25 di altezza è la chiesa più ampia della diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata de' Goti. Al suo interno sono conservati numerosi dipinti del XVIII secolo, pregevoli statue lignee, alcuni pavimenti in ceramica cerretese antica, un organo ottocentesco in cassa barocca ed alcuni altari in marmi policromi intarsiati.
La diocesi di Alife-Caiazzo (in latino: Dioecesis Aliphana-Caiacensis o Caiatina) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Napoli appartenente alla regione ecclesiastica Campania. Nel 2018 contava 62.000 battezzati su 62.200 abitanti. La sede è vacante.
Angelo Michele Iannacchino (Sturno, 8 maggio 1839 – Sturno, 26 gennaio 1920) è stato un vescovo cattolico italiano.
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