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Pubblicazione: Livorno : Tip. di F. Vigo, 1878
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Vittorio Emanuele III di Savoia (Vittorio Emanuele Ferdinando Maria Gennaro di Savoia; Napoli, 11 novembre 1869 – Alessandria d'Egitto, 28 dicembre 1947) è stato Re d'Italia (dal 1900 al 1946), Imperatore d'Etiopia (dal 1936 al 1943), Primo Maresciallo dell'Impero (dal 4 aprile 1938) e Re d'Albania (dal 1939 al 1943). Abdicò il 9 maggio 1946 e gli succedette il figlio Umberto II. Figlio di Umberto I di Savoia e di Margherita di Savoia, ricevette alla nascita il titolo di principe di Napoli, nell'evidente intento di sottolineare l'unità nazionale, raggiunta da poco. Il suo lungo regno (46 anni) vide, oltre alle due guerre mondiali, l'introduzione del suffragio universale maschile (1912) e femminile (1945), delle prime importanti forme di protezione sociale, il declino e il crollo dello Stato liberale (1900-1922), la nascita e il crollo dello Stato fascista (1925-1943), la composizione della questione romana (1929), il raggiungimento dei massimi confini territoriali dell'Italia unita, le maggiori conquiste in ambito coloniale (Libia ed Etiopia). Morì poco più di un anno e mezzo dopo la caduta del Regno d'Italia. Per la sua partecipazione a due guerre mondiali e la vittoria nella prima venne appellato Re Soldato e Re Vittorioso, ma viene anche ricordato per il precipitoso e disordinato abbandono della capitale dopo l'armistizio del 1943 e per l'estremo ma tardivo tentativo di salvare la monarchia quando abdicò a favore del figlio. In Italia gli odonimi a lui dedicati sono 409 e sono distribuiti in maniera difforme.
Vittorio Emanuele II di Savoia (Vittorio Emanuele Maria Alberto Eugenio Ferdinando Tommaso di Savoia; Torino, 14 marzo 1820 – Roma, 9 gennaio 1878) è stato l'ultimo Re di Sardegna (dal 1849 al 1861) e il primo Re d'Italia (dal 1861 al 1878). Dal 1849 al 1861 fu inoltre Duca di Savoia, Principe di Piemonte e Duca di Genova. È ricordato tutt'oggi con l'appellativo di Re galantuomo per aver mantenuto in vigore lo Statuto Albertino. Coadiuvato dal presidente del Consiglio Camillo Benso, conte di Cavour, portò a compimento il Risorgimento nazionale con la Proclamazione del Regno d'Italia. Per aver realizzato l'Unità d'Italia, viene indicato come Padre della Patria, così come compare nell'iscrizione nel monumento nazionale che da lui prende il nome di Vittoriano, sito a Roma, in Piazza Venezia.
La galleria Vittorio Emanuele II è una galleria commerciale di Milano che, in forma di strada pedonale coperta, collega piazza Duomo a piazza della Scala. Per la presenza di eleganti negozi e locali, fin dalla sua inaugurazione fu sede di ritrovo della borghesia milanese tanto da essere soprannominata il "salotto di Milano": costruita in stile neorinascimentale, è tra i più celebri esempi di architettura del ferro europea e rappresenta l'archetipo della galleria commerciale dell'Ottocento. Chiamata semplicemente "la Galleria" dai milanesi, viene spesso considerata come uno dei primi esempi di centro commerciale al mondo.
La fuga da Roma del re d'Italia Vittorio Emanuele III di Savoia e del maresciallo d'Italia Pietro Badoglio (genericamente nota anche come fuga di Pescara, fuga di Ortona o fuga di Brindisi) consistette nel precipitoso abbandono della capitale – all'alba del 9 settembre 1943 – alla volta di Brindisi, da parte del sovrano, del capo del Governo e di alcuni esponenti della Real Casa, del governo e dei vertici militari. La fretta con la quale la fuga fu realizzata comportò l'assenza di ogni ordine e disposizione alle truppe e agli apparati dello Stato utile a fronteggiare le conseguenze dell'Armistizio, pregiudicando gravemente l'esistenza stessa di questi nei convulsi eventi bellici delle 72 ore successive. Questo avvenimento segnò una svolta nella storia italiana durante la seconda guerra mondiale. In seguito a questo evento – che seguì immediatamente l'annuncio, la sera dell'8 settembre, dell'armistizio siglato con gli Alleati il 3 settembre – le forze di terra italiane, abbandonate a loro stesse e senza ordini e piani precisi, non furono in grado di opporre un'efficace e coordinata resistenza alla ovvia e prevedibile reazione tedesca, disintegrandosi nel volgere di poche decine di ore e finendo in larga parte preda dei tedeschi, con eccezione delle guarnigioni di Sardegna e Corsica, in Puglia e – almeno per due giorni – alla periferia sud di Roma. Fu in tal modo consentito all'ex alleato di occupare agevolmente oltre due terzi del territorio nazionale e tutti i territori in Francia, nei Balcani e in Grecia, e di catturare ingentissime quantità di bottino e quasi seicentomila militari italiani; questi furono dai tedeschi considerati non come prigionieri di guerra, soggetti quindi alla convenzione di Ginevra in materia, ma come "internati", classificazione che dava al governo tedesco, secondo un'interpretazione assolutamente unilaterale voluta da Hitler in persona, il diritto di trattare e sfruttare i prigionieri con metodi e modi del tutto al di fuori delle convenzioni internazionali. Con la subitanea avanzata alleata in Calabria e gli sbarchi anfibi di Salerno e Taranto in concomitanza con l'Armistizio, il restante terzo del Paese fu rapidamente occupato dagli angloamericani. L'Italia fu perciò trasformata in larga parte in un campo di battaglia, usata dai due contendenti rispettivamente dal primo per la difesa del territorio e degli interessi strategici e politici del Terzo Reich, e dai secondi per attaccare l'Asse nel suo "ventre molle", attirando in Italia il maggior numero possibile di divisioni tedesche per sguarnire gli altri fronti. Il Paese fu così esposto ai rigori e alle sciagure di ulteriori venti mesi di guerra, sottoposto alla duplice occupazione di truppe straniere spesso indifferenti alle condizioni della popolazione civile e al patrimonio artistico, industriale e infrastrutturale italiano.
Vittorio Emanuele I di Savoia, detto il Tenacissimo (Torino, 24 luglio 1759 – Moncalieri, 10 gennaio 1824), fu re di Sardegna, principe di Piemonte, duca di Savoia e d'Aosta dal 1802 al 1821. Dopo la restaurazione, nel luglio 1814, sul modello della Gendarmeria francese, costituì a Torino il Corpo dei Carabinieri Reali da cui deriva la moderna Arma dei Carabinieri, quarta forza armata italiana.
La B Italia è la rappresentativa calcistica Under-21 dei giocatori italiani in squadre di Serie B ed è posta sotto l'egida della Lega Nazionale Professionisti B. Precedentemente nota come Rappresentativa della Lega Nazionale Professionisti B, ha adottato la nuova denominazione nel 2011.
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