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Titolo uniforme: Hodayot
Serie: Il melagrano. scritti rari e rappresentativi di poesia e pensiero in versioni d'arte con testo a fronte
Serie: Il Melagrano. scritti rari e rappresentativi di poesia e pensiero in versioni d'arte con testo a fronte ; 232-234
Per Manoscritti non biblici di Qumran si intendono tutti quei manoscritti di Qumran che non sono contenuti nei canoni del testo masoretico. Fanno parte dei manoscritti del Mar Morto e sono complementari ai manoscritti biblici di Qumran.
Il Libro dei Salmi (ebraico תהילים, traslitterato tehillìm o tehilim (plurale maschile ebraico); greco Ψαλμοί, psalmòi; latino Psalmi) è un testo contenuto nella Bibbia ebraica (Tanakh) e nell'Antico Testamento della Bibbia cristiana. È scritto in ebraico e, secondo l'ipotesi maggiormente condivisa dagli studiosi, la redazione definitiva del libro è avvenuta in Giudea, forse alla fine del III secolo a.C., raccogliendo testi di varia origine, composti da autori ignoti lungo i secoli precedenti (il salmo considerato più antico è il 104 che riprende l'egiziano Inno al Sole del XIV secolo a.C.). È composto da 150 capitoli, ognuno dei quali rappresenta un autonomo salmo o inno di vario genere: lode, supplica, meditazione sapienziale. Il Libro dei Salmi è incluso fra i Libri Sapienziali, è anche detto Lode o Salterio.
Preghiera ebraica (in ebraico: תְּפִלָּה ?, tefilláh; plurale in ebraico: תְּפִלּוֹת?, tefillót; in yiddish תּפֿלה tfíle, plurale תּפֿלות tfíllos) indica la recitazione di testi eucologici che formano parte dell'osservanza e pratica dell'ebraismo. Tali testi, spesso con istruzioni e commentario, si trovano sia nel siddur, il libro con le preghiere ebraiche per i giorni feriali e lo Shabbat che nel machzor con le preghiere dei giorni festivi. Grazie alla tradizione tre funzioni di preghiere sono recitate quotidianamente: Shacharit o Shaharit (שַחֲרִת), dall'ebraico: shachar o shahar (שַחָר) "luce mattutina"; Mincha o Minha (מִנְחָה), le preghiere pomeridiane chiamate col nome dell'offerta di farina che accompagnava i sacrifici del Tempio di Gerusalemme; Arvit (עַרְבִית) o Ma'ariv (מַעֲרִיב), "vespro";Preghiere aggiuntive: Musaf (מוּסָף, "aggiunta") sono recitate dalle congregazioni di ebrei ortodossi e conservatori nello Shabbat e durante le principali Festività ebraiche (incluse Chol HaMoed) e Rosh Chodesh. Un quinto servizio di preghiera, il Ne'ilah (נְעִילָה, "chiusura"), viene recitato solo alla fine del Yom Kippur, il Giorno dell'Espiazione.Secondo il Talmud, la preghiera è un comandamento biblico ed il Talmud fornisce due ragioni perché ci siano tre preghiere basilari: per ricordare i sacrifici quotidiani al Tempio di Gerusalemme; ciascuno dei Patriarchi ha istituito una preghiera: Abramo il mattino, Isacco il pomeriggio e Giacobbe la sera. Viene fatta distinzione tra la preghiera individuale e la preghiera comune che richiede un quorum noto come minian ed è preferibile in quanto consente l'inclusione di preghiere che altrimenti dovrebbero essere omesse. Maimonide (1135–1204 e.v.) racconta che fino all'Esilio babilonese (586 a.e.v.), tutti gli ebrei componevano le loro proprie preghiere ma in seguito i saggi della Grande Assemblea formularono le parti principali del siddur. Studi moderni risalenti al movimento "Wissenschaft des Judentums" della Germania del XIX secolo, come anche le analisi testuali recentemente influenzate dalla scoperta dei Manoscritti del Mar Morto (la cui lettura viene considerata ancora proibita dall'Halakhah), suggeriscono che esistevano in quel periodo "formule liturgiche di carattere comunitario dedicate ad occasioni particolari e condotte in un centro totalmente indipendente da Gerusalemme e dal Tempio, e che facevano uso di terminologia e di concetti teologici che divennero poi dominanti nella preghiera ebraica e, in alcuni casi, in quella cristiana". Il linguaggio di tali preghiere, mentre chiaramente risalente al periodo del Secondo Tempio (516 a.e.v.–70 e.v.), spesso usa un idioma biblico. I libri di preghiera ebraici emersero durante l'inizio del Medioevo, durante il periodo dei Gheonim di Babilonia (VI–XI secolo e.v.)Nel corso degli ultimi duemila anni sono emerse variazioni nell'ambito delle tradizionali liturgie (Minhag) delle varie comunità ebraiche come quella ashkenazita, sefardita, yemenita, chassidica, ed altre – tuttavia le divergenze sono minori rispetto alle convergenze. La maggior parte della liturgia ebraica viene cantata o cantilenata con melodie tradizionali o cantillazioni. Le sinagoghe possono designare o impiegare un chazzan (cantore), anche non completamente osservante, al fine di guidare la congregazione nella preghiera, in particolare durante lo Shabbat e/o le Festività ebraiche.
La storia dell'antico Egitto (o Storia egizia), ovvero della civiltà dell'Africa settentrionale sviluppatasi lungo le rive del fiume Nilo (a partire dalle cateratte, a sud ed al confine con l'attuale Sudan), alla foce, a delta, nel Mar Mediterraneo, per un'estensione complessiva di circa 1000 km, copre complessivamente circa 4000 anni. L'individuazione di un periodo storico definito e di date concordi, sia pur di comodo, è dibattuta, a maggior ragione là ove si consideri la localizzazione temporale in epoca preistorica dell’inizio, e le molteplici vicissitudini e dominazioni che hanno accompagnato la storia dell’Egitto nella sua parte conclusiva. Secondo alcuni autori le date sono comprese tra il 3900 a.C. (Periodo Predinastico) e il 342 a.C. (Periodo tardo), con la fine della XXX dinastia manetoniana e prima dell’avvento delle dominazioni straniere. Altri autori fanno coincidere la fine della storia dell’Egitto con la morte di Cleopatra (ultima regina della dinastia tolemaica) e l'inizio della dominazione romana; altri ancora la estendono fino al IV-VI secolo d.C. e, segnatamente, all'ultimo testo geroglifico di cui si abbia contezza, il cosiddetto Graffito di Esmet-Akhom risalente al 394, o alla chiusura dell'ultimo tempio "pagano", dedicato a Iside sull'isola di File, a seguito dell'editto di Giustiniano I, nel 550. Varie culture si susseguirono nella valle nilotica fin dal 3900 a.C. in quello che viene definito Periodo Predinastico. Un'entità embrionale di Stato può riconoscersi, invece, a partire dal 3200-3100 a.C. con la I dinastia e l'unificazione delle due macro-aree che resteranno, tuttavia sempre distinte tanto che per tutta la storia del Paese i regnanti annovereranno tra i loro titoli quello di Signore delle Due Terre. Fin dal 3500 a.C., di pari passo con l'avvento dell'agricoltura, in particolare la coltivazione del grano, dell'orzo e del lino, si ha contezza di insediamenti umani specie lungo le rive del Nilo. Le piene annuali del fiume, infatti, favorivano la coltivazione anche con più raccolti annui grazie ai sedimenti, particolarmente fertili (Limo), che il fiume, nel suo ritirarsi, lasciava sul terreno. Ciò comportò, fin dai tempi più remoti, conseguentemente, la necessità di controllare, incanalare e conservare le acque onde garantire il costante approvvigionamento, sia per il sostentamento umano che per quello del bestiame e delle piantagioni. Non è da escludersi, peraltro, che proprio la complessa necessità di far fronte alle esigenze connesse con la gestione dell'agricoltura, e segnatamente, delle acque nilotiche, abbia favorito proprio il formarsi delle prime comunità su territori parziali tuttavia ben differenziati e politicamente e geograficamente individuabili. Tali entità, normalmente individuate con il termine greco di nomoi, ben presto si costituirono in due distinte entità geo-politiche più complesse. Tale l'importanza del fiume Nilo, che attraversava tutto il paese, che anche le denominazioni di tali due macro-aree fanno riferimento al fiume: considerando che le sorgenti del Nilo, benché all'epoca non note, dovevano essere a sud, tale sarà l'Alto Egitto, mentre, di converso, l'area del delta, verso il Mediterraneo, sarà indicato come Basso Egitto. Dal 3200 a.C. si sono susseguite, in Egitto, trenta dinastie regnanti riconosciute archeo-storicamente; a queste debbono esserne aggiunte altre, dette di comodo, giacché riferite, di fatto, non a governi autoctoni, o comunque derivanti dal Paese, bensì frutto di invasioni o di raggiungimento del potere da parte di regnanti stranieri. Avremo perciò una XXXI dinastia, costituita da re persiani, una XXXII dinastia macedone, che annovera un solo sovrano, Alessandro Magno, e una XXXIII dinastia, meglio nota come Dinastia tolemaica, nata dallo smembramento dell'impero di Alessandro. Anche molti imperatori romani, occupato l'Egitto, non disdegnarono di assumere il titolo di faraone con trascrizione geroglifica del proprio nome.
La Preghiera di Fátima o Invocazione è una versione comune di preghiera a Gesù usata dai cattolici. Assieme ad altre quattro Preghiere di Fátima, nacque durante le apparizioni mariane a Fátima, in Portogallo nel 1917. La "preghiera decima", la maggiormente nota delle cinque preghiere, viene comunemente aggiunta alla fine di ogni decina del Rosario, una delle pratiche più popolari devozionali nel cattolicesimo romano. Due altre preghiere sono anche associate con le visioni e possono essere classificate nelle Preghiere di Fatima, tuttavia non sono venute all'esistenza a Fatima, ma in Spagna molti anni più tardi. Questo porta il numero di preghiere a sette.
Il giudaismo indica le caratteristiche distintive dell'ethnos ebraica. Il termine deriva dal latino Iudaismus, coniato sul greco Ἰουδαϊσμός e ad esso corrisponde in ebraico יהדות, Yahadut. Tutti questi vocaboli traggono origine dal nome ebraico di persona e di tribù יהודה, Yehudah, colui il quale rende lode a Dio ossia "Giuda". Il termine può essere utilizzato anche per indicare tutta la storia del popolo ebraico, della sua religione e cultura, ma più spesso è associato a un aggettivo che caratterizza una particolare fase storica: es. "giudaismo rabbinico". In altre lingue la parola giudaismo indica soprattutto la professione religiosa dei giudei e la storia della loro fede, mentre in italiano sono prevalsi per questo significato i termini ebraismo ed ebrei.
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