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Autore principale: Gherardi, A.
Pubblicazione: Firenze : Tipografia Galileiana, 1903
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
L'archivio storico, secondo la teoria e la legislazione italiana, è la terza e ultima fase della vita dell'archivio. Un archivio diventa storico dopo trent'anni di deposito di documenti, durante i quali vanno gradualmente ad affievolirsi fino a pressoché estinguersi gli interessi di natura pratica, contabile, amministrativa e giuridica degli atti in esso contenuti; d'altro canto dopo trent'anni si considera ormai maturato un interesse di tipo culturale e storico, per questo l'archivio viene messo a disposizione di terze persone mosse da fini di studio.
Riccardo Bacchelli (Bologna, 19 aprile 1891 – Monza, 8 ottobre 1985) è stato uno scrittore, drammaturgo, giornalista, traduttore e critico teatrale italiano, fra i principali autori di romanzi storici del Novecento.
Ardengo Soffici (Rignano sull'Arno, 7 aprile 1879 – Vittoria Apuana, 19 agosto 1964) è stato un pittore, scrittore, poeta e saggista italiano.
La Regia Camera della Sommaria (1269 circa - 1806) fu un organo amministrativo, giurisdizionale e consultivo operante nei regimi angioino e aragonese nel Regno di Napoli. La Regia Camera della Sommaria esaminava i conti del regio tesoro, dei ricevitori provinciali e di tutti gli altri funzionari ai quali era affidato denaro pubblico, i rendiconti dei pubblici amministratori, i conti relativi alle imposizioni fiscali delle universitates. Di fatto, tutelava le universitates dagli abusi dei baroni e dei governatori. Col termine Sommaria (Summaria) si fa riferimento "a una precisa procedura cui si ricorreva quando le circostanze imponevano l'adozione di una decisione immediata senza le lungaggini delle forme ordinarie: è la procedura abbreviata del summatim cognoscere, contemplata nel diritto romano, e chiamata nel linguaggio giuridico “postclassico” cognitio de plano". In sostituzione della Regia Camera della Sommaria, nel 1807 fu istituita da Giuseppe Bonaparte la successiva Regia Corte dei Conti.
L'Archivio di Stato di Torino raccoglie il complesso dei documenti dei membri di casa Savoia, cui nel tempo si sono andati a sommare archivi di famiglie e personalità illustri, archivi di associazioni, di industrie e la documentazione amministrativa prodotta dal Regno di Sardegna e dagli Uffici periferici dello Stato italiano in Provincia di Torino. Questo importante patrimonio, custodito su circa 83 km lineari di scaffalature, rende l'Archivio una ricchissima miniera di informazioni che permettono, agli storici e non solo, di spaziare su 1300 anni di storia del Piemonte, dell'Italia e dell'Europa. L'Archivio di Stato di Torino riveste una notevole importanza non solo per la documentazione conservata, ma anche per le motivazioni che portarono alla costruzione di una delle sue attuali sedi. L'edificio ospitante la Sezione Corte dell'Archivio venne infatti progettato e realizzato da Filippo Juvara tra il 1731 e il 1733 per rispondere all'esigenza di accentramento amministrativo tipica di una monarchia assoluta qual era quella sabauda, e rappresenta l'unico caso attualmente conosciuto in Europa di edificio appositamente costruito dal principio a uso di archivio. Proprio in quanto sintesi architettonica di questa rigida politica, la sede della Sezione Corte è stata inclusa dall'UNESCO nel sistema delle Residenze Sabaude – anch'esse testimonianza tangibile del controllo esercitato dalla dinastia sul territorio – e come tale riconosciuta Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 1997.
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