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Titolo uniforme: Dorfles, Gillo. Il kitsch
Autore principale: Dorfles, Gillo
Il sostantivo tedesco Kitsch /ˈkɪtʃ/ indica lo stile di oggetti presuntamente artistici, ma in realtà di cattivo gusto.Il kitsch è spesso associato a tipi di arte sentimentali, svenevoli e patetici; il termine può comunque essere utilizzato per descrivere un oggetto artistico che presenta una qualsiasi mancanza: una delle caratteristiche di questo tipo di arte consiste, infatti, nel tendere ad essere una imitazione sentimentale superficiale. Si sottolinea spesso la mancanza, negli oggetti chiamati kitsch, del senso di creatività ed originalità propri dell'autentica arte. Una definizione generica adottata nell'architettura e nel design indica come kitsch qualsiasi oggetto la cui forma non derivi dalla funzione. In realtà l'evoluzione del termine è stata ampia e, sebbene ancora oggi conservi quel significato, connotazioni meno "superficiali" sono state attribuite ad esso. Ne deriva che artisti o artigiani possono deliberatamente ricorrere al kitsch come forma di espressione. Prodotti contemporanei caratterizzati nelle intenzioni o negli esiti da risultati esteticamente ambigui vengono spesso definiti trash.
Con cultura di massa si indicano i valori, le idee e le prassi condivise per strati sociali ad ampia diffusione nella società contemporanea, i cui contenuti vengono trasmessi principalmente dai mezzi di comunicazione di massa. L'espressione è talora usata in opposizione a quella di cultura alta, o d'élite, riferita alle fasce sociali dominanti nel campo simbolico della cultura. In posizione intermedia si colloca il segmento detto Middlebrow (o Midcult, secondo Macdonald).
Il Museo d'arte industriale Davia Bargellini è un museo sito nel Palazzo Davia Bargellini a Bologna Il palazzo è una costruzione del Seicento dalla struttura possente, progettata dall'architetto Bartolomeo Provaglia, che rinunciò alla classica struttura con portico per evidenziarne l'unicità e la gravosità, in uno spazio lasciato aperto dal portico antistante la basilica di Santa Maria dei Servi. All'ingresso sono due telamoni, scolpiti da Francesco Agnesini e Gabriele Brunelli. Nel museo sono raccolti mobili provenienti da case patrizie o borghesi, utensili, arredi sacri, ceramiche, dipinti (tra cui opere di Vitale da Bologna, Simone dei Crocefissi, Innocenzo da Imola) e sculture della scuola di Jacopo della Quercia.
Record aggiornato il: 2025-10-11T02:53:46.191Z