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Pubblicazione: Helsinki : The Fine Arts Academy of Finland, 1988
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: fin, ENG, Paese: FI
Il Palazzo delle Esposizioni è un edificio di stile neoclassico, sito in Roma, in via Nazionale. Progettato da Pio Piacentini sin dal 1877, fu inaugurato nel 1883. Il palazzo è stato sede di numerose manifestazioni e mostre d'arte. L'edificio è di proprietà del comune di Roma, che lo gestisce tramite l'Azienda Speciale Palaexpo, ente comunale dipendente dall'assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico. Durante l'epoca fascista la sua facciata in occasione di alcune mostre (Mostra della Rivoluzione Fascista, Mostra Augustea della Romanità) fu temporaneamente modificata perché il suo stile fu considerato non al passo con i tempi. Nel corso del tempo il Palazzo delle Esposizioni è stato più volte restaurato e adeguato funzionalmente. Tra i principali restauri vanno segnalati quelli del 1981-1989 su progetto di Costantino Dardi, e quello del 2003-2007 dello studio ABDR, Maria Laura Arlotti, Michele Beccu, Paolo Desideri, Filippo Raimondo, in occasione del quale è stato anche ricostruito, in chiave bioclimatica e con tecnologie e materiali contemporanei, il volume originario della "Serra" vetrata. Dal 1927 al 2004 è stato la sede degli uffici e delle mostre della Quadriennale di Roma e rimane la sede privilegiata delle mostre della Quadriennale d'Arte.Il Palazzo è dotato di una Sala Cinema da 139 posti, di un Auditorium di 90 posti e del Forum (sala polifunzionale), oltre a una caffetteria, un ristorante per 240 persone e una libreria.
La dinastia Tang (唐朝T, TángcháoP, 618-907) seguì la dinastia Sui, che aveva riportato l'unità politica in Cina, e fu seguita da un'epoca di disunione nota come il periodo delle Cinque dinastie e dieci regni. Gli effetti del suddetto consolidamento iniziano a notarsi sotto l'imperatore Tai Zong (627 – 649), che ristabilisce il protettorato cinese sulla regione del bacino del Tarim (Asia centrale). Egli unisce la casa imperiale del Tibet alla Cina tramite matrimonio, intraprende la conquista della Corea e mantiene relazioni con il Giappone e i reami del Funan e del Champa. Con l'imperatore Xuan Zong (713-756) la Cina conosce un periodo di pace e prosperità, che favorisce il fiorire di produzioni artistiche.
Knut Magnus Enckell (Hamina, 9 novembre 1870 – Stoccolma, 27 novembre 1925) è stato un pittore finlandese appartenente alla corrente del simbolismo, nonché uno dei suoi rappresentanti maggiori. Durante i primi anni della sua carriera artistica si trovò a dipingere con colori tenui e sommessi, mentre in seguito ha utilizzato sempre più le tinte vivaci. Era membro di spicco del gruppo de pittori coloristi denominato "Septem". Enckell era omosessuale, come pare indicato e ripetutamente suggerito anche da alcuni ritratti erotici da lui composti, che erano già notevolmente disinibiti per il suo tempo: "le sue storie d'amore avute con altri uomini non sono mai state negate... gli uomini e i ragazzi nudi di Enckell sono apertamente erotici e pervasi di sensualità". La sua opera sembra costantemente oscillare tra i due confini di mascolinità e femminilità, tra l'idea di una rappresentazione esterna ed una ricreazione di se stesso.
Attila (in ungherese Attila; in turco: Atilla; in tedesco Etzel; Caucaso, 406 – Pannonia, 16 marzo 453) è stato un condottiero e sovrano unno dal 434 fino alla sua morte. Dall'Europa governò un vastissimo impero che si estendeva dall'Europa centrale al Mar Caspio, e dal Danubio al Mar Baltico, unificando - per la prima e unica volta nella storia - la maggior parte dei popoli barbarici dell'Eurasia settentrionale (dai Germani orientali agli Slavi agli Ugro-Finni). Durante il suo regno divenne il più irriducibile nemico dell'Impero Romano (e per la Pars Occidentalis e per la Pars Orientalis): invase due volte i Balcani, cinse d'assedio Costantinopoli, marciò attraverso la Francia spingendosi fino ad Aurelianum, scacciò da Ravenna l'imperatore Valentiniano III (452). Soprannominato flagellum Dei ("flagello di Dio") per la sua ferocia, si diceva che dove fosse passato non sarebbe più cresciuta l'erba. Il suo nome, altresì, significa in gotico "piccolo padre". Gli studi storici moderni vedono in lui, più un predone che un distruttore insensato. Si racconta che fosse superstizioso, facesse affidamento sulle profezie e si facesse influenzare nelle decisioni in campo militare da indovini e sciamani. Alcune leggende, mai sostenute da elementi concreti, raccontano di sue pratiche cannibalistiche e che avesse mangiato i propri figli Erp ed Eitil, che sua moglie gli servì dopo averli arrostiti nel miele. Alcuni raccontano che avrebbe avuto numerose mogli e più di cento figli, questa affermazione però viene riferita anche ai sovrani mongoli Gengis Khan e Kublai Khan, causando confusione. Nonostante il suo impero si fosse disgregato alla sua morte, è diventato una figura leggendaria nella storia europea, che lo ricorda in modo diverso a seconda della zona: guerriero feroce, avido e crudele nell'area al tempo sotto Roma; condottiero impavido e coraggioso nei paesi che facevano parte del suo impero. Alcuni racconti lo celebrano come un grande e nobile re ed è il personaggio principale di diverse saghe dell'Europa settentrionale e orientale.
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