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Autore principale: Rallo, Antonia
Pubblicazione: Firenze : Sansoni, 1974
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
Nella civiltà etrusca, a partire dall'VIII secolo a.C. (fase orientalizzante, caratterizzata dal contatto con i coloni greci) le divinità, che fino a quel momento erano concepite come semplici entità dalla forma vaga ed imprecisa, assumono un aspetto antropomorfo. Si assiste, così, alla nascita di un pantheon etrusco, costituito per lo più da divinità mutuate dalla mitologia greca, ma affiancate anche da qualche divinità indigena, ovvero nazionale, come quella di Voltumna, che non trova nessuna corrispondenza tra gli dèi dell'Olimpo. Quando gli Etruschi furono sottomessi al dominio di Roma, questa ne assorbì anche la mitologia. Molte delle divinità elencate di seguito, infatti, si sono integrate nella mitologia romana. La trinità principale è composta da Tinia, Uni e Menrva.
La Gran Moschea dello Sceicco Zayed (in arabo: جامع الشيخ زايد الكبير) è una moschea situata ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti, ed è considerata il luogo di culto più importante del paese. Il progetto venne voluto da Sheikh Zayed bin Sultan Al Nahyan, all'epoca presidente degli Emirati Arabi Uniti, che volle creare una struttura in grado di unire le diversità culturali del mondo islamico con i valori storici e moderni dell'architettura e dell'arte. La tomba di Zayed si trova sul terreno a fianco della moschea, che venne costruita dal 1996 al 2007 ed è la più grande moschea del paese. Il complesso degli edifici misura circa 290 per 420 metri ed è realizzato su un'area complessiva di più di 12 ettari che comprende il piazzale antistante e il parcheggio per i veicoli.Essendo il più grande luogo di culto del paese, durante la preghiera del venerdì e le festività della fine del Ramadan e del sacrificio può ospitare più di 41.000 persone. Gli uffici centro culturale della Gran Moschea, che organizzano i servizi durante le preghiere e svolge attività culturali, educative e turistiche, è situato vicino ai minareti occidentali. La biblioteca, che si trova nel minareto nord-orientale, mette a disposizione della comunità molti libri classici e pubblicazioni con tematiche islamiche come scienza islamica, storia islamica, calligrafia araba, arte islamica, monete ed include alcuni rari risalenti al XIX secolo. Al fine di ricomprendere le diversità del mondo islamico e degli Emirati Arabi Uniti, la collezione libraria comprende pubblicazioni in molte lingue, tra cui arabo, inglese, francese, italiano, spagnolo, tedesco e coreano.
Gli scacchi (dal provenzale e catalano antico escac, che a sua volta discende dal persiano شاه shāh, "re") sono un gioco di strategia che si svolge su una tavola quadrata detta scacchiera, formata da 64 caselle (o "case") di due colori alternati, sulla quale ogni giocatore dispone di 16 pezzi (bianchi o neri; per traslato, "il Bianco" e "il Nero" designano i due sfidanti): un re, una donna (o "regina"), due alfieri, due cavalli, due torri e otto pedoni; ogni casella può essere occupata da un solo pezzo, che può catturare o "mangiare" il pezzo avversario andando a occuparne la casella; obiettivo del gioco è dare scacco matto, ovvero minacciare la cattura del re avversario, in modo tale che l'altro giocatore venga messo nell'impossibilità di evitarla con mosse legali.Nati in India intorno al VI secolo d.C., gli scacchi giunsero in Europa verso l'anno 1000, con ogni probabilità grazie alla mediazione degli Arabi; diffusisi nell'intero continente, raggiunsero una forma pressoché moderna nel XV secolo in Italia e in Spagna, ma per arrivare al regolamento completo attuale si deve attendere il XIX secolo. Successivamente, a partire dalla metà dell'Ottocento, per merito di Paul Morphy e Wilhelm Steinitz iniziarono a codificarsi i fondamenti strategici del gioco; nel 1886 lo stesso Steinitz, dopo una sfida contro Johannes Zukertort, si proclamò primo campione del mondo. Fra i giochi più popolari al mondo, possono essere giocati ovunque (a livello ricreativo o agonistico): in casa, nei circoli dedicati, via Internet e talora per corrispondenza; le maggiori competizioni ufficiali sono organizzate sotto l'egida della FIDE (la "Federazione Internazionale degli Scacchi"). Il gioco degli scacchi è alquanto complesso: si stima che il numero di combinazioni legalmente ammesse dei 32 pezzi sulle 64 case della scacchiera sia compreso fra 1043 e 1050, e che la dimensione dell'albero delle mosse sia pressappoco di 10123; il numero di possibili partite diverse è circa 101050.
Le Lase sono numerose divinità femminili della mitologia etrusca. Talvolta sono rappresentate alate, alcune completamente nude con figura interamente umana e i loro simboli sono specchi e corone. Hanno il compito di scrivere su pergamena le opere compiute in vita dal defunto e sono per questo motivo rappresentate con i simboli cosmici etruschi del piccolo vaso e della penna oppure di guidare l'anima del defunto verso l'Ade portando il rotolo della pergamena per consegnarlo al guardiano, come viene raffigurata la celebre Vanth. Le Lase spesso accompagnano Turan, dea dell'amore; in altri casi hanno la funzione di patrocinare l'arte oppure di personificare l'immortalità dell'anima e di esse si conoscono anche altri nomi quali Evan, Losna, Vecu, Muntucha, Zipna e Mean. Nel culto etrusco esistono e vivono in una dimensione ultraterrena, invisibile e parallela a quella umana ma che non esclude interventi e consigli nelle vicende umane con interventi più o meno diretti. Le Lase sono figure comuni a varie mitologie e assimilabili alle ninfe della cultura egea-mediterranea, nome generico dato a delle semi-divinità dell'acqua, dei monti, dei boschi e di altri ambienti naturali. Questo culto etrusco fu così diffuso e popolare che continuò ad essere celebrato per moltissimo tempo divenendo parzialmente assimilabile agli angeli cristiani. Il termine Lasa diviene anche un titolo divino usato dai primi fondatori etruschi unitamente al termine Larth che successivamente si tramuterà in Larthia come titolo onorifico delle nobili famiglie etrusche. Un raro studio sulle Lase è stato pubblicato da Charles Godfrey Leland con il titolo "Etruscans and Roman Remains" mentre l'etruscologo Müller, nel suo testo "Die Etrusker" ipotizza che dalle Lase derivò il culto romano dei Lares.
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