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Autore principale: Pescatori, Costantino
Pubblicazione: Firenze : tipografia Tofani, 1870
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Francavilla al Mare (AFI: [franka'villa 'al 'mare]) è un comune italiano di 25 113 abitanti della provincia di Chieti. È situata a sud di Pescara, con la quale confina e forma un unico agglomerato urbano. Fa parte della area metropolitana centro-abruzzese che supera i 350 000 abitanti, in un territorio ad alta densità abitativa. Si estende su un territorio basso collinare e costiero, immediatamente a nord della Costa dei Trabocchi. L'antico passato della città è testimoniato dai ritrovamenti archeologici sul territorio risalenti al periodo preistorico e protostorico, italico, frentano e romano.
Il problema dei due imperatori (in tedesco Zweikaiserproblem) è un termine storiografico usato soprattutto per indicare la disputa tra gli imperatori romani d'oriente e gli Imperatori del Sacro Romano Impero per il titolo di legittimo Imperatore romano. Secondo la concezione medievale cristiana, l'Impero romano era indivisibile e il suo imperatore aveva una posizione egemone su tutti i cristiani, compresi quelli che vivevano al di fuori dei confini imperiali. In seguito alla caduta dell'Impero romano d'Occidente nel corso della Tarda Antichità, il Papa e i nuovi regni romano-barbarici nell'Europa Occidentale continuarono a riconoscere la legittimità del titolo di Imperatore romano assunto dagli imperatori della superstite pars orientis (cioè l'Impero bizantino). La situazione cambiò nel 797 allorquando il titolo imperiale fu assunto da una donna, l'imperatrice Irene. Papa Leone III, rifiutando l'idea che una donna potesse assumere il titolo di imperatore, considerò vacante il titolo imperiale e ciò gli fornì il pretesto per incoronare "Imperatore dei Romani" il re dei Franchi Carlo Magno nel Natale dell'800, attuando così una translatio imperii ("trasferimento dell'Impero") dai Greci ai Germani. Nel corso dei secoli, la disputa sul titolo imperiale, sorta in seguito all'incoronazione di Carlo Magno, avrebbe costituito uno dei principali punti di attrito nei rapporti diplomatici tra i due imperi, anche se raramente ebbe come conseguenza scontri militari, anche a causa della distanza geografica che separava i due stati. Con il trattato di Aquisgrana dell'812 i due imperatori trovarono un compromesso parziale riconoscendosi reciprocamente il titolo di Imperatore ma non quello di "Imperatore romano". Il Sacro Romano Imperatore era considerato dai Bizantini l'Imperatore (o Re) dei Franchi e successivamente Re di Germania, mentre le fonti occidentali attribuivano all'Imperatore bizantino il titolo di Imperatore dei Greci o Imperatore di Costantinopoli. A complicare la situazione, il titolo imperiale fu occasionalmente rivendicato dai sovrani bulgari e serbi, portando a conflitti militari con Bisanzio. La Quarta Crociata, pur portando alla momentanea caduta dell'Impero bizantino e alla sua sostituzione con l'Impero latino, non pose fine alla disputa. Gli imperatori latini, pur riconoscendo i sacri romani imperatori come gli imperatori romani legittimi, rivendicarono per sé lo stesso titolo, che tuttavia non era riconosciuto dal Sacro Romano Impero. Nel tentativo di raggiungere un compromesso, Papa Innocenzo III propose il concetto di divisio imperii (divisione dell'impero), secondo cui l'egemonia imperiale sarebbe stata divisa tra Occidente (il Sacro Romano Impero) e Oriente (l'Impero latino). Anche se l'Impero latino sarebbe stato distrutto dall'Impero di Nicea, che ricostituì l'Impero bizantino nel 1261 sotto la dinastia dei Paleologi, lo stato bizantino declinò inesorabilmente e i suoi imperatori preferirono ignorare il problema dei due imperatori per favorire rapporti diplomatici più stretti con l'Occidente per via della necessità di ottenere aiuti contro gli altri nemici dell'Impero. Il problema dei due imperatori si ripresentò in seguito alla Caduta di Costantinopoli nel 1453, allorquando il sultano ottomano Mehmed II, ambendo all'egemonia universale, rivendicò la dignità imperiale assumendo il titolo di Kayser-i Rûm (Cesare dell'Impero romano). I sultani ottomani rivendicarono per sé stessi il titolo di imperatori romani, non riconoscendolo ai Sacri Romani Imperatori, definiti kıral (re) dalle fonti turche. La disputa tra Ottomani e Tedeschi per il titolo imperiale si protrasse fino alla Pace di Zsitvatorok del 1606, con la quale gli Ottomani, accettando il principio compromissorio della divisio imperii, riconobbero il titolo imperiale dei Sacri Romani Imperatori. In seguito alla caduta di Costantinopoli i sovrani russi, ritenendosi gli eredi dell'Impero bizantino, assunsero il titolo di Zar (derivante da "Cesare"). Il Sacro Romano Imperatore accettò di riconoscere il titolo imperiale allo zar di Russia solo nel 1726, in occasione di un'alleanza militare, pur continuando a disconoscerlo come suo pari.
L'esercito romano fu l'insieme delle forze militari terrestri e di mare che servirono l'antica Roma nella serie di campagne militari che caratterizzarono la sua espansione, dall'epoca dei sette re, alla Repubblica romana e all'epoca imperiale fino al definitivo crollo.L'esercito era composto, a seconda dell'epoca storica, da varie componenti: le legioni di cittadini romani, gli alleati o le truppe ausiliarie, la flotta ravennate, di Miseno oltre a quelle fluviali e le guarnigioni di Roma (guardia pretoriana, coorti urbane e corpo dei vigili). Nel corso di una lunghissima storia, che ne ha fatto «l'istituzione militare più efficace e più longeva che si conosca nella storia umana», l'esercito romano ha conosciuto una continua evoluzione strutturale che, nel tempo, ne ha profondamente modificato l'organizzazione militare e la stessa costituzione. All'interno dei massimi livelli di entrambe le branche, le trasformazioni strutturali occorsero sia in conseguenza di effettive riforme militari, sia per l'emergere di naturali evoluzioni strutturali. L'esercito romano subì notevoli incrementi nel corso della sua storia, almeno fino a quando Roma riuscì ad occupare l'intero bacino del Mediterraneo. Da un esercito composto da soli 3.300 armati ai tempi del primo re Romolo, raggiunse ai tempi dell'Impero romano la sua massima dimensione, superando le 500 000 unità.
Trieste (, AFI: /triˈɛste/; Trieste in triestino; Trst in sloveno, in croato e in serbo) è un comune italiano di 200 523 abitanti, capoluogo della regione italiana a statuto speciale Friuli-Venezia Giulia, affacciato sull'omonimo golfo nella parte più settentrionale dell'Alto Adriatico, fra la penisola italiana e l'Istria, a qualche chilometro dal confine con la Slovenia nella regione storica della Venezia Giulia. Già capoluogo dell'omonima provincia, è sede dell'omonimo ente di decentramento regionale (EDR), istituito con Legge regionale 29 novembre 2019, n. 21 ("Esercizio coordinato di funzioni e servizi tra gli enti locali del Friuli Venezia Giulia e istituzione degli Enti di decentramento regionale"), ed operativo dal 1º luglio 2020. Rappresenta da secoli un ponte tra l'Europa occidentale e quella centro-meridionale, mescolando caratteri mediterranei, mitteleuropei e slavi ed è il comune più popoloso e densamente popolato della regione, con il porto di Trieste che nel 2016 è stato il porto italiano con più traffico merci ed uno dei più importanti nel sud Europa.
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