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Autore principale: Volpe, Gioacchino
Edizione: 2. ed. riv
Pubblicazione: Firenze : Vallecchi, 1933
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
Il quenya (IPA: /ˈkwɛnja/; in tengwar ) è una lingua artificiale di Arda, l'universo immaginario fantasy creato dallo scrittore inglese J. R. R. Tolkien. Denominato qenya fino alla seconda metà degli anni quaranta, venne sviluppato ininterrottamente a partire dal 1912 fino alla morte del suo creatore. Parlato dalle razze elfiche dei noldor e dei vanyar, che raggiunsero Valinor e poi migrarono verso la Terra di Mezzo, il quenya è un idioma fittizio ma grammaticalmente e storicamente realistico. Originario di Aman, sarebbe poi stato sviluppato dagli eldar sulla base di una lingua precedente, denominata eldarin comune, mantenendo ancora tutte le caratteristiche principali del primo linguaggio elfico.Quest'idioma, come gli altri linguaggi ideati da Tolkien, è il risultato di processi linguistici "graduali" comuni a tutte le lingue elfiche, con le quali infatti condivide buona parte del lessico, della grammatica e della fonologia. Fuori da Aman questa lingua, nonostante la sua "fama" di lingua letteraria, venne presto soppiantata dal sindarin, rimanendo in uso solo presso i più colti o come lingua scritta.Essendo stata creata puramente per scopi artistici, questa lingua non ha tuttora regolazioni ufficiali, nonostante ci siano molte fonti e siti considerati autorevoli dagli esperti e dagli appassionati della lingua. Tuttavia buona parte del lavoro svolto da Tolkien è inedito. Da un punto di vista grammaticale la lingua ha un complesso sistema flessivo, ispirato principalmente al finlandese, e un gran numero di affissi e prefissi. Da un punto di vista fonetico, invece, la lingua è molto simile al latino e alle lingue romanze, in particolare lo spagnolo e l'italiano.
Il termine bargello (ant. barigello) deriva dal latino medievale barigildus, termine di origine longobarda (per i Goti bargi e i tedeschi burg). Il suo significato è "torre fortificata" o "castello". Nel Medioevo, bargello era il nome attribuito al capitano militare incaricato di mantenere l'ordine durante periodi di rivolta, avendo spesso funzioni dittatoriali di reggente. Il bargello, come Capitano di Giustizia o Capitano del Popolo, fu presente in molte città della penisola italiana, particolarmente sotto lo Stato Pontificio. A Firenze il bargello veniva scelto tra persone straniere, chiamandoli da un'altra città, allo stesso modo del podestà. Figura che appare nell'opera teatrale "Misura per misura" di William Shakespeare ("Dov'è il bargello?"), ne "I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni ("Ma no signore; in compagnia ci vieni; e in compagnia d'un bargello, per far meglio!"; Cap. XV) e nel “il giorno della civetta” di Leonardo Sciascia (“vuol dire bargello: il capo degli sbirri”). Il termine bargello venne preso per estensione dal palazzo sede del capitano di giustizia.
Per storia dell'Europa si intende convenzionalmente la storia dell'omonimo continente e dei popoli che l'hanno abitato e che lo abitano. In un'accezione più ristretta per storia dell'Europa si intende invece la storia dell'Unione europea, dalla creazione della Comunità economica europea con i trattati di Roma (1957) fino a oggi.
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