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Autore principale: Zorzi, Renzo
Pubblicazione: Firenze : Leo S. Olschki, 2002
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: it
La pittura ritrattistica è un genere di pittura, nella quale l'intento è quello di rappresentare un soggetto umano. Il termine pittura ritrattistica può anche descrivere il ritratto vero e proprio. I ritrattisti possono creare il lavoro su commissione, sia per personaggi pubblici che per privati, o possono essere ispirati da ammirazione ed affetto verso il soggetto da riprodurre. I ritratti sono spesso importanti ricordi di Stato e/o di famiglia. Storicamente nei ritratti vengono immortalati, in primo luogo i ricchi e i potenti. Nel corso del tempo, però, divenne più accessibile, per i clienti della classe media, commissionare ritratti dei loro familiari e colleghi. Oggi i ritratti sono ancora commissionati da governi, aziende, gruppi, club e singoli individui. Oltre alla pittura, i ritratti possono essere fatti anche con altri media, come incisione, litografia, fotografia, video e media digitali.
La pittura fiamminga è una scuola pittorica nata nel Quattrocento nelle ricche Fiandre grazie a Jan van Eyck, caratterizzata in particolare dall'uso dei colori ad olio e da una grande attenzione alla resa dei dettagli.
La pittura romana è una delle scuole pittoriche che meglio si sono tramandate tra quelle della pittura antica. I romani assimilarono in larga parte la pittura greca, imitandone i modelli e le tecniche e creando innumerevoli copie che, in maniera analoga alla scultura, hanno permesso di conoscere, con una certa approssimazione, gli originali perduti. La straordinaria conoscenza della pittura romana è dovuta soprattutto alle uniche condizioni di preservazione delle città vesuviane di Pompei, Ercolano e Stabia, dove sono stati ritrovati enormi quantitativi di pitture, soprattutto affreschi parietali. Le pitture pompeiane sono databili tra il II secolo a.C. e la data dell'eruzione, il 79 d.C. Un altro grande serbatoio di pitture romane sono i ritratti su tavola delle mummie del Fayyum in Egitto, databili tra la fine del I secolo a.C. e la metà del III secolo d.C. Ma la stessa Roma ha preservato alcuni notevoli esempi di pitture, come quelli delle case del Celio, spesso analoghe agli esemplari pompeiani ma più antiche, confermando come i modelli venissero innanzitutto elaborati nella capitale e da qui si diffondessero nelle province.
La pittura è l'arte che consiste nell'applicare dei pigmenti a un supporto per lo più bidimensionale, come la carta, la tela, la ceramica, il legno, il vetro, una lastra metallica o una parete. Il risultato è un'immagine che, a seconda delle intenzioni dell'autore, esprime la sua percezione del mondo o una libera associazione di forme o un qualsiasi altro significato, a seconda della sua creatività, del suo gusto estetico e di quello della società di cui fa parte. Chi dipinge è detto pittore o pittrice, mentre il prodotto finale è detto dipinto. Si può chiamare anche quadro solo quando realizzato su un supporto mobile, generalmente di dimensioni non molto grandi e spesso racchiuso in cornice. Essendo i pigmenti essenzialmente solidi, è necessario utilizzare un legante, chiamato medium, che li porti a uno stadio di impasto stendibile, più fluido o più denso, e che permetta anche l'adesione duratura al supporto una volta che interviene un processo di asciugamento, di presa o di polimerizzazione.
La pittura paesaggistica o pittura di paesaggio è un genere che ha come soggetto ambienti all'aperto, ritratti dal vero, o inventati, o idealmente ricostruiti.
Con l'espressione «ritratti del Fayyum» si designa una serie di circa 600 ritratti funebri, fortemente realistici, realizzati per lo più su tavole lignee, che ricoprivano i volti di alcune mummie egizie d'età romana. Il nome deriva dalla pseudo-oasi del Fayyum, il luogo da cui proviene la maggior parte delle opere. L'importanza di tali raffigurazioni deriva, oltre che dal loro spiccato realismo, anche dal fatto che, insieme agli affreschi di Ercolano e Pompei, a quelli della tomba del tuffatore a Paestum e ad alcune raffigurazioni tombali a Verghina nella Macedonia Centrale, sono tra gli esempi meglio conservati di pittura dell'antichità.
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