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Autore principale: Taylor, William<Lord>
Pubblicazione: Firenze : Giunti, 1987
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
Gli Achei (in greco antico: Αχαίϝοι, Akhaí(w)oi) sono la prima popolazione ellenica, seguiti dagli Ioni e gli Eoli, che invase la Grecia nel II millennio a.C., riuscendo a egemonizzare definitivamente le genti pre-elleniche (definite dai più Pelasgi). Sono detti anche Argivi, dalla città di Argo, o Danai, cioè "figli di Danao", quindi "occidentali", rispetto agli orientali Troiani. Infruttuosi per ora sono stati i tentativi di affrancare gli Achei dalla loro posizione "mitologica" per avvicinarli alla realtà storica dei Micenei, basata su reperti archeologici. I poemi omerici tramandano un'immagine distorta e fantasiosa del mondo acheo, al punto da non trattarsi di un "ricordo" vero e proprio di quella civiltà, ma di una sorta di amalgama di elementi del passato miceneo (diventato, giocoforza, mitico) con altri della società contemporanea ai poeti (protogeometrico e geometrico). Nell'Iliade con il nome Achei vengono indicati i popoli greci che presero parte alla Guerra di Troia. Omero usa come sinonimi Achei e Danai, mentre sembrerebbe che Argivi si riferisca solo ai nativi del Peloponneso o della Grecia continentale, ma è quasi un sinonimo, mentre usa il termine Elleni solo per gli abitanti del nord della Grecia. In età storica sono detti Achei gli abitanti dell'Acaia Ftiotide, nella Tessaglia meridionale, e dell'Acaia Egialea, corrispondente alla omonima regione denominata Acaia e parte dell'Arcadia. Per quanto riguarda la penetrazione di questo popolo nell'area greca si ritiene generalmente che queste genti di origine indoeuropea, attraverso i Balcani, occuparono il Peloponneso intorno al 1500 a.C., in coincidenza con la fine dell'era minoica. Gli Achei potrebbero quindi essere la causa ultima della capitolazione minoica. Gli invasori argivi subirono comunque l'influsso di questa cultura forte e civilizzata: dall'incontro di questi due popoli venne infatti a svilupparsi la fiorente civiltà micenea. Gli Achei si distribuirono in molte altre zone del Peloponneso, nelle isole attorno alla Grecia e nel resto del Paese. Definire quindi che Achei e Micenei siano la stessa cosa è evidentemente errato. Il ruolo degli Achei nello scacchiere politico del Mediterraneo orientale era di sicuro di fondamentale importanza. Si parla di loro nei documenti ittiti, dove vengono chiamati Ahhiyawa, ed egiziani (Ekwesh) della seconda metà II millennio a.C.. Verso il 1450 a.C., il potere acheo, tramite spedizioni militari ed imprese piratesche, riuscì ad abbattere la civiltà minoica a Creta. Inoltre, gli Achei si espansero verso le Cicladi meridionali, Rodi, Cipro e le coste dell'Asia Minore. Nel XIII secolo a.C. si aprirono la strada verso il Mar Nero con una spedizione militare contro la città di Troia. Il processo della decadenza micenea parrebbe iniziare con la guerra di Troia nel 1200 a.C. L'invasione dorica, di un secolo circa più tarda, invece ne sarebbe il colpo di grazia.
La lingua micenea, o semplicemente miceneo (codice ISO 639-3 gmy) è l'antica varietà di lingua greca rinvenuta nelle tavolette d'argilla redatte in lineare B dagli scribi dei palazzi di Micene, Pilo, Tirinto e Cnosso, e decifrate dall'architetto e linguista amatoriale Michael Ventris, fondatore della disciplina della micenologia. Il dialetto miceneo, insieme ad altre arcaiche varietà di greco in parte sconosciute e in parte testimoniate, per alcune isoglosse, dai dialetti dorico ed eolico, venne parlato in Grecia, nei centri micenei del Peloponneso, dell'Egeo e di Creta, fra la metà del XVII e la fine del XIII secolo a.C. In seguito al crollo dei grandi palazzi micenei, regredì ritirandosi nelle isole linguistiche dell'Arcadia e di Cipro, per poi andare incontro ad un'evoluzione propria. Dopo l'ittita, il dialetto miceneo, e quindi la lingua greca, è la parlata indoeuropea di attestazione scritta più antica. La scoperta delle tavolette micenee fa del greco una delle lingue dalla documentazione storica più cospicua e antica nel mondo, insieme al copto e al cinese.
La civiltà micenea (o i Micenei) è una civiltà fiorita nella Grecia continentale durante la tarda età del bronzo (1600 a.C. – c. 1100 a.C.), contraddistinta dalla lingua micenea, la più antica varietà di lingua greca attestata. L'espressione prende origine dalla città di Micene e fu coniata da Heinrich Schliemann nel suo libro Mycenae, del 1878 e, successivamente, utilizzata dai principali studiosi dell'Egeo del Bronzo, ha guadagnato subito importanza. Tipica di questa civiltà è la scrittura Lineare B, le cui tavolette però non riportano alcun riferimento di come queste popolazioni si chiamassero. Alcune tavolette ittite coeve pare si riferiscano ad essi come Ahhiyawa. Infruttuosi per ora sono stati i tentativi di affrancare gli Achei dalla loro posizione "mitologica" per avvicinarli alla realtà storica dei Micenei, basata su reperti archeologici. I poemi omerici tramandano un'immagine distorta e fantasiosa del mondo acheo, al punto da non trattarsi di un "ricordo" vero e proprio di quella civiltà, ma di una sorta di amalgama di elementi del passato miceneo (diventato, gioco forza, mitico) con altri della società contemporanea ai poeti (protogeometrico e geometrico). Per lungo tempo Micene è stata ritenuta una sorta di capitale della Grecia dell'epoca, mentre oggi si tende a considerarla alla stregua degli altri regni continentali greci e cretesi, spesso in lotta tra loro ma sostanzialmente autonomi. Pilo per esempio sembra l'unica che si sia dovuta preparare per un'invasione e che questa difesa sia stata organizzata in maniera autonoma e indipendente dagli altri centri, come evidenziato dalle numerose tavolette in lineare B colà trovate. Detto questo Tebe è l'unica città menzionata direttamente in tutti gli archivi (Cnosso, Pilo, Micene e la stessa Tebe): sembra quindi che abbia esercitato un ruolo politico molto importante, come peraltro traspare anche dal fatto di essere al centro di numerosi e fondanti miti panellenici (fondata da Cadmo che fa conoscere la scrittura agli uomini; luogo di nascita di Ercole, Dioniso e Demetra; la storia di Edipo e del ciclo tebano dei Sette e degli Epigoni).
La storia dell'antica Grecia riguarda gli eventi che caratterizzarono la civiltà sviluppatasi nella Grecia continentale, in Albania, nelle isole del Mar Egeo, sulle coste del Mar Nero e quelle occidentali della Turchia, in Sicilia, nell'Italia Meridionale (poi chiamata Magna Grecia), nelle isole del Mediterraneo occidentale di Corsica e Sardegna, nonché sulle coste di Spagna e Francia e, successivamente, dell'Africa settentrionale. Dal punto di vista cronologico non esistono date certe e universalmente accettate per l'inizio e la fine del periodo greco antico. Ufficialmente viene fatto iniziare con la data della prima Olimpiade (776 a.C.), anche se alcuni storici propendono per retrodatare l'inizio della storia antica della Grecia verso il 1000 a.C.La data tradizionale per la fine del periodo greco antico viene generalmente fatta coincidere con la morte di Alessandro Magno, nel 323 a.C., o con l'integrazione della Grecia nella Repubblica romana nel 146 a.C.
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