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Autore principale: Borgogni, Massimo
Pubblicazione: Siena : Nuova immagine, stampa 1991
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Il 1º settembre 1939, a seguito dell'attacco tedesco contro la Polonia, il capo del governo Benito Mussolini, nonostante un patto di alleanza con la Germania, dichiarò la non belligeranza italiana. L'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale avvenne con una serie di atti formali e diplomatici solo dopo nove mesi, il 10 giugno 1940, e fu annunciata da Mussolini stesso con un celebre discorso dal balcone di Palazzo Venezia. Durante i nove mesi di incertezza operativa, il Duce, impressionato dalle folgoranti vittorie tedesche, ma conscio della grave impreparazione militare italiana, restò a lungo dubbioso fra diverse alternative, a volte contrastanti fra loro, oscillando tra la fedeltà all'amicizia con Adolf Hitler, l'impulso a rinnegarne la soffocante alleanza, la voglia di indipendenza tattica e strategica, il desiderio di facili vittorie sul campo di battaglia e la brama di essere ago della bilancia nello scacchiere della diplomazia europea.
Benito Amilcare Andrea Mussolini, noto anche con il solo appellativo di Duce (Dovia di Predappio, 29 luglio 1883 – Giulino, 28 aprile 1945), è stato un politico, militare, giornalista e dittatore italiano. Fondatore del fascismo, fu presidente del Consiglio del Regno d'Italia dal 31 ottobre 1922 al 25 luglio 1943. Nel gennaio 1925 assunse de facto poteri dittatoriali e dal dicembre dello stesso anno acquisì il titolo di capo del governo primo ministro segretario di Stato. Dopo la guerra d'Etiopia, aggiunse al titolo di duce quello di "Fondatore dell'Impero" e divenne Primo Maresciallo dell'Impero il 30 marzo 1938. Fu capo della Repubblica Sociale Italiana dal settembre 1943 al 27 aprile 1945. Esponente di spicco del Partito Socialista Italiano, fu nominato direttore del quotidiano di partito Avanti! nel 1912. Convinto anti-interventista negli anni della guerra italo-turca e in quelli precedenti la prima guerra mondiale, nel 1914 cambiò opinione, dichiarandosi a favore dell'intervento in guerra. Trovatosi in netto contrasto con la linea del partito, si dimise dalla direzione dell'Avanti! e fondò Il Popolo d'Italia, schierato su posizioni interventiste, venendo quindi espulso dal partito socialista. Nell'immediato dopoguerra, cavalcando lo scontento per la "vittoria mutilata", fondò i Fasci italiani di combattimento (1919), poi divenuti Partito Nazionale Fascista nel 1921, e si presentò al Paese con un programma politico nazionalista e radicale. Nel contesto di forte instabilità politica e sociale successivo alla Grande Guerra, puntò alla presa del potere; forzando la mano alle istituzioni, con l'aiuto di atti di squadrismo e d'intimidazione politica che culminarono il 28 ottobre 1922 con la marcia su Roma, Mussolini ottenne l'incarico di costituire il Governo (30 ottobre). Dopo il contestato successo alle elezioni politiche del 1924, instaurò nel gennaio 1925 la dittatura, risolvendo con forza la delicata situazione venutasi a creare dopo l'assassinio di Giacomo Matteotti. Negli anni successivi consolidò il regime, affermando la supremazia del potere esecutivo, trasformando il sistema amministrativo e inquadrando le masse nelle organizzazioni di partito. Nel 1935 intraprese l'attacco e l'occupazione dell'Etiopia, provocando l'isolamento internazionale dell'Italia. Appoggiò quindi i franchisti nella guerra civile spagnola e si avvicinò alla Germania nazionalsocialista di Adolf Hitler, con il quale stabilì un legame che culminò con il Patto d'Acciaio nel 1939. È in questo periodo che furono approvate in Italia le leggi razziali. Nel 1940, ritenendo ormai prossima la vittoria della Germania, decise per l'ingresso dell'Italia nella seconda guerra mondiale. In seguito alle disfatte subite dalle Forze Armate italiane e alla messa in minoranza durante il Gran Consiglio del Fascismo (ordine del giorno Grandi del 24 luglio 1943), fu arrestato per ordine del Re (25 luglio) e successivamente tradotto a Campo Imperatore. Liberato dai tedeschi, e ormai in balia delle decisioni di Hitler, instaurò nell'Italia settentrionale la Repubblica Sociale Italiana. In seguito alla definitiva sconfitta delle forze italotedesche, abbandonò Milano la sera del 25 aprile 1945, dopo aver invano cercato di trattare la resa. Il tentativo di fuga si concluse il 27 aprile con la cattura da parte dei partigiani a Dongo, sul lago di Como. Fu fucilato il giorno seguente insieme alla sua amante Claretta Petacci.
L'occupazione italiana della Francia meridionale si ebbe tra il 1940 e il 1943, nel corso dei primi anni della seconda guerra mondiale. Il regio esercito italiano ebbe modo di occupare militarmente alcune parti del suolo francese. Tale occupazione avvenne in due fasi: la prima nel giugno del 1940 a seguito della capitolazione francese dopo la vittoriosa offensiva tedesca; la seconda nel novembre 1942, quando Hitler decise di occupare militarmente il suolo della Francia di Vichy (Operazione Anton). A seguito dell'armistizio di Cassibile con gli Alleati, le truppe del Regio Esercito in suolo francese abbandonarono le zone, ponendo così termine all'occupazione italiana.
Pierre Laval (Châteldon, 28 giugno 1883 – Fresnes, 15 ottobre 1945) è stato un politico francese. Fu il Primo Ministro della Francia per quattro volte: la prima volta dal 27 gennaio 1931 al 14 gennaio 1932, la seconda volta dal 14 gennaio al 20 febbraio 1932, la terza volta dal 7 giugno 1935 al 24 gennaio 1936 e la quarta volta dal 18 aprile 1942 al 20 agosto 1944. Fu eletto Persona dell'anno 1932 dalla prestigiosa rivista TimeDopo la fine della seconda guerra mondiale fu processato e condannato a morte per il suo ruolo di primo piano nella Repubblica di Vichy e per essere stato il principale responsabile della politica di collaborazione con la Germania nazista. La sentenza venne eseguita tramite fucilazione il 15 ottobre del 1945.
Le relazioni bilaterali tra Francia e Italia comprendono storicamente l'insieme dei rapporti diplomatici, politici, militari, economici e culturali intrattenuti dalla Repubblica francese con la Repubblica italiana (dal 1946), il Regno d'Italia (1861-1946) e il Regno di Sardegna (1814-1861). La Francia svolse un ruolo di primo piano nel processo di unificazione italiana, specie nello sconfiggere militarmente l'Impero austriaco e nell'offrire sostegno finanziario. I due paesi rivaleggiarono poi per il controllo della Tunisia e del Nordafrica sul finire del XIX secolo. La vittoria francese su questo fronte indusse l'Italia ad aderire nel 1882 alla Triplice Alleanza con Germania e Austria; a ciò contribuì inoltre la Guerra commerciale degli anni 1880 tra i due paesi. La Francia cercava però alleati contro la Germania e negoziò in segreto una serie di accordi e trattati con l'Italia assicurandosi, per il 1902, che quest'ultima non sostenesse i tedeschi in una guerra. Allo scoppio della Prima guerra mondiale nel 1914, l'Italia si mantenne neutrale inizialmente, cercando però un'espansione territoriale e alla fine ottenne l'offerta migliore proprio da Francia e Regno Unito, le quali promisero l'annessione di ampie fasce territoriali austriache e ottomane. Francia e Italia si ritrovarono così al tavolo delle nazioni vincitrici (1919), ma i termini del trattato di pace non corrisposero alle promesse fatte e suscitarono lo sdegno italiano, che fu fattore decisivo nell'ascesa e nella presa di potere del fascismo con la Marcia su Roma nel 1922. Nel periodo interbellico lo stato francese tentò di mantenersi in amicizia con Mussolini per evitare il suo appoggio alla Germania nazista. Tale politica fallì e, in seguito all'occupazione tedesca del territorio francese nel 1940, l'Italia a sua volta dichiarò guerra alla Francia ottenendo il controllo di una zona d'occupazione presso il confine tra i due paesi, alla quale si aggiunse la Corsica nel 1942. Dopo la vittoria alleata, i francesi tentarono a loro volta, senza risultato, l'annessione della Valle d'Aosta. Francia e Italia sono nazioni fondatrici della Comunità europea, membri della NATO e del G7. Le capitali dei due paesi sono gemellate in via esclusiva e reciproca dal 9 aprile 1956, sotto il motto
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