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Autore principale: Bargagli Petrucci Passerini, Onorina
Pubblicazione: Firenze : Marzocco, 1941
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Il Sudan del Sud, anche Sud Sudan o Sudan Meridionale, ufficialmente Repubblica del Sudan del Sud o del Sud Sudan, è uno Stato senza sbocco sul mare nel centro-est dell'Africa, inserito nella subregione dell'Africa orientale delle Nazioni Unite. La sua capitale attuale è Giuba, che è anche la sua città più grande, ma si prevede che la capitale, in futuro, sarà trasferita nella più centrale Ramciel. Il Sudan del Sud confina con l'Etiopia ad est, il Kenya a sud-est, l'Uganda a sud, la Repubblica Democratica del Congo a sud-ovest, la Repubblica Centrafricana a ovest e la Repubblica del Sudan a nord. Esso comprende la vasta regione paludosa del Sudd, formata dal Nilo Bianco e conosciuta localmente come il Bahr al Jabal. I territori del moderno Sudan del Sud e della Repubblica del Sudan erano entrambi parte del regno d'Egitto, sotto la dinastia di Muhammad Ali, in seguito regolati come un condominio anglo-egiziano fino all'indipendenza sudanese del 1956. Dopo la prima guerra civile sudanese, nel 1972 fu costituita la regione autonoma del Sudan del Sud, abolita nel 1983. Si sviluppò quindi una seconda guerra civile sudanese, conclusasi con l'accordo di Naivasha del 2005. Nello stesso anno, con la formazione di un governo autonomo del Sudan del Sud fu ripristinata l'autonomia della regione. Il Sudan del Sud è diventato uno Stato indipendente il 9 luglio 2011, a seguito di un referendum passato con il 98,83% dei voti. Si tratta di un paese membro delle Nazioni Unite, dell'Unione africana e dell'Autorità intergovernativa per lo sviluppo. Nel luglio del 2012 il Sudan del Sud ha firmato le convenzioni di Ginevra. Nel dicembre del 2013 è scoppiato un conflitto etnico tra le forze governative del presidente Kiir, di etnia dinka, e quelle fedeli all'ex vicepresidente Machar, di etnia nuer.
Il conflitto del Darfur (talvolta chiamato genocidio del Darfur) fu un conflitto armato nella regione del Darfur situata nell'ovest del Sudan. Il conflitto, iniziato nel febbraio del 2003, vede contrapposti i Janjawid (letteralmente "demoni a cavallo"), un gruppo di miliziani arabi reclutati fra i membri delle locali tribù nomadi dei Baggara, e la popolazione non Baggara della regione (principalmente composta da tribù dedite all'agricoltura). Il governo sudanese, pur negando ufficialmente di sostenere i Janjawid, ha fornito loro armi e assistenza e ha partecipato ad attacchi congiunti rivolti sistematicamente contro i gruppi etnici Fur, Zaghawa e Masalit. Le stime delle vittime del conflitto variano a seconda delle fonti da 50.000 (Organizzazione Mondiale della Sanità, settembre 2004) alle 450.000 (secondo Eric Reeves, 28 aprile 2006). La maggior parte delle ONG reputa credibile la cifra di 400.000 morti fornita dalla Coalition for International Justice e da allora sempre citata dalle Nazioni Unite. I mass media hanno utilizzato, per definire il conflitto, sia i termini di "pulizia etnica" sia quello di "genocidio". Il Governo degli Stati Uniti ha usato il termine genocidio, non così le Nazioni Unite. A seguito della recrudescenza degli scontri durante i mesi di luglio e agosto del 2006, il 31 agosto il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la Risoluzione 1706, che prevede la missione UNAMID: una nuova forza di pace, composta da 20.000 caschi blu dell'ONU che sostituisca o affianchi i 7.000 uomini dell'Unione Africana al momento presenti sul campo. Il Sudan ha avanzato forti obiezioni nei confronti della risoluzione e ha dichiarato che le forze ONU che dovessero entrare in Darfur sarebbero considerate alla stregua di invasori stranieri. Il giorno seguente i militari sudanesi hanno dato il via ad un'imponente offensiva nella regione. Diversamente da quanto accadde per la seconda guerra civile sudanese, che vide contrapposti il nord, prevalentemente musulmano, e il sud, cristiano e animista, nel Darfur la maggior parte della popolazione è musulmana, come gli stessi Janjawid. Sono state finora approvate diverse risoluzioni dal Consiglio di Sicurezza, inviata sul posto una missione dell'Unione Africana (AMIS) e discusso il caso presso la Corte penale internazionale dell'Aja. Le aree più critiche sono i territori del Darfur occidentale, lungo il confine con il Ciad e oltre, dove l'assenza di condizioni di sicurezza hanno ostacolato anche l'accesso degli aiuti umanitari. Nel 2009, il Generale Martin Agwai, a capo della missione di pace UNAMID, ha detto che nella regione la guerra vera e propria era da considerarsi terminata, che si doveva parlare più di banditismo e problemi di sicurezza che del conflitto in piena regola. Nonostante tali affermazioni, le violenze ripartirono, fino alla tregua del febbraio 2010 firmata in Qatar a Doha tra il presidente sudanese Omar al-Bashir e il JEM. Tuttavia i colloqui di pace sono resi difficili dalla violazione della tregua da parte dell'esercito sudanese che ha lanciato incursioni e attacchi aerei contro un villaggio.
La Sterlina sudanese (in arabo, جنيه سوداني) è la moneta avente corso legale in Sudan e, momentaneamente, nel Sudan del Sud. La Sterlina sudanese è stata utilizzata due volte nella storia del paese, una prima volta durante la dominazione anglo-egiziana del paese fino al 1992, ed una seconda a partire 10 gennaio 2007. Dal 1992 al 2007 la moneta era stata sostituita dal Dinaro sudanese, il cui valore era agganciato a quello del dinaro libico.
Gli Stati del Sudan (in arabo: wilāyāt, sing. wilāya) sono la suddivisione territoriale di primo livello del Paese e sono pari a 18.
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