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Autore principale: Marioni, Silvio
Pubblicazione: Cortona : Stab. Tipografie Riunite, 1916
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Il convitto nazionale statale "Francesco Cicognini" è il più antico istituto scolastico di Prato.
Prato è un comune italiano di 193 809 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Toscana. È la seconda città della Toscana per popolazione. Fino al 1992, anno della costituzione dell'omonima provincia, è stato il comune non capoluogo di provincia più popolato d'Italia. La piana pratese fu abitata fin dall'epoca etrusca, ma la nascita della città vera e propria si fa risalire, generalmente, al X secolo, quando si hanno notizie di due centri abitati contigui ma distinti, Borgo al Cornio e Castrum Prati, che si fusero durante il secolo successivo. Nell'economia pratese la produzione tessile ha sempre svolto un ruolo di primissimo piano fin dall'epoca medievale, come testimoniano i documenti del mercante Francesco Datini, ma è nell'Ottocento che Prato vide un impetuoso sviluppo industriale, che ne fa ancora oggi uno dei distretti più importanti a livello europeo. La città vanta attrattive storico-artistiche di grande rilievo, con un itinerario culturale che inizia dagli Etruschi per poi ampliarsi nel Medioevo e raggiungere l'apice con il Rinascimento, quando hanno lasciato le loro testimonianze in città artisti come Donatello, Filippo Lippi e Botticelli.
Il complesso di Villa delle Sacca è un ex monastero della prima metà del XIII secolo, situato nel comune di Prato. Fino al 1784 vi era conservato il polittico di Andrea di Giusto (anticamente attribuito a Lorenzo Monaco), attualmente esposto al Museo di Palazzo Pretorio. L'insediamento è formato da un'ala trasversale che costituisce il primitivo convento con resti di strutture in alberese e tracce di aperture medievali. Si nota anche l'ex chiesa con cappella addossata. Fu restaurata in parte negli anni settanta del Novecento. Si trova sulla collina di Spazzavento ed è in completo stato di degrado.
Curzio Malaparte, nome d'arte di Curt Erich Suckert (Prato, 9 giugno 1898 – Roma, 19 luglio 1957), è stato uno scrittore, giornalista, militare, poeta e saggista italiano, nonché diplomatico, agente segreto, sceneggiatore, inviato speciale e regista cinematografico, una delle figure centrali dell'espressionismo letterario in Italia e del neorealismo. È particolarmente noto, soprattutto all'estero, per i suoi romanzi Kaputt e La pelle, opere a sfondo autobiografico basate sulla sua esperienza di giornalista e ufficiale durante la seconda guerra mondiale, e Maledetti toscani. Scrittore dallo stile realistico e «immaginifico», definito come «cinico e compassionevole» al tempo stesso e talvolta avvicinato alle tematiche e allo stile espressionista crudo di Louis-Ferdinand Céline, come intellettuale fu dapprima un sostenitore del fascismo, poi una voce critica e un oppositore dello stesso. Caratteristica della sua letteratura è la mescolanza di fatti reali - lo scrittore è stato infatti avvicinato alla corrente del neorealismo -, spesso autobiografici, ad altri immaginari, talvolta esagerati in maniera voluta e consapevole, fino al farsesco, specialmente quando deve denunciare le atrocità della seconda guerra mondiale.Interventista e volontario nella Grande Guerra, ammiratore di Mussolini e "fascista della prima ora", partecipò alla marcia su Roma e fu attivo nelle posizioni di fascismo di sinistra intransigente, sostenendo la cosiddetta rivoluzione fascista; allontanatosi gradualmente dal regime (venne anche mandato al confino, da cui uscì grazie all'amicizia con Galeazzo Ciano, genero del Duce), dopo l'8 settembre 1943 si arruolò nell'Esercito Cobelligerante Italiano del Regno d'Italia e collaborò con gli Alleati (cui pure non risparmiò pesanti critiche) nel Counter Intelligence Corps nella lotta contro i nazisti e i fascisti della RSI, a cui non aderì. Prima anticomunista, nel secondo dopoguerra si avvicinò al Partito Comunista Italiano, grazie all'interessamento di Palmiro Togliatti che lo assunse come cronista, sebbene molti dubitassero della effettiva sua adesione, o avvicinamento, al PCI (e contemporaneamente al Partito Repubblicano Italiano, a cui già aderiva da giovanissimo, al quale si iscrisse poco prima di morire). Morì dopo essersi convertito in punto di morte alla Chiesa cattolica, assistito dai sacerdoti padre Cappello e padre Rotondi, secondo le testimonianze di questi.Lo pseudonimo, che usò dal 1925, fu da lui ideato come umoristica paronomasia basata sul cognome "Bonaparte". Si soprannominò e venne soprannominato l'"Arcitaliano", per avere racchiuso nella sua complessa e contraddittoria personalità molti difetti e pregi degli italiani.
Armando Meoni (Prato, 18 gennaio 1894 – Prato, 23 novembre 1984) è stato uno scrittore italiano.
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