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Autore principale: Michelucci, Massimo
Edizione: 2. ed
Pubblicazione: Carrara : Società editrice apuana, 2012
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ITA, Paese: IT
Il forno a microonde è un elettrodomestico da cucina in cui la cottura del cibo è dovuta soprattutto all'effetto riscaldante ottenuto dall'interazione con la materia di campi elettromagnetici emessi nello spettro delle microonde. Nonostante l'analogia suggerita dal nome, questo metodo di riscaldamento e cottura dei cibi è del tutto diverso rispetto a quello di un forno convenzionale: in un normale forno elettrico (o a gas), il calore si trasmette per irraggiamento e per conduzione, in una direzione che dagli strati più esterni va a quelli più interni; con l'irraggiamento a microonde, invece, può succedere che, nel caso di cibi il cui interno sia molto ricco di acqua (molecola polare) o ioni, l'interno stesso si riscalderà in modo più veloce rispetto allo strato esterno più secco e asciutto, che, per questo motivo, assorbe meno radiazione a microonde.
La Filanda di Forno è uno storico opificio tessile di fine ottocento. Si trova nel paese di Forno in Provincia di Massa-Carrara, e dal 2013 è aperta come museo di archeologia industriale.
La strage di Forno fu l'uccisione di sessantotto persone avvenuta il 13 giugno 1944 a Forno, in provincia di Massa, ad opera di reparti dell'esercito tedesco unitamente a reparti della Xª MAS al comando di Umberto Bertozzi che si distinse per crudeltà e accanimento, come rappresaglia per la precedente occupazione del paese e la proclamazione della “Repubblica libera di Forno” da parte di partigiani avvenuta il 9 giugno 1944.Reparti delle SS affiancate da unità della X MAS, uccisero 72 persone e 19 agosto, varcate le Apuane, le SS si spinsero nel comune di Fivizzano (Massa Carrara), seminando la morte fra le popolazioni inermi dei villaggi di Valla, Bardine e Vinca, nel comune di Fivizzano. Nel giro di cinque giorni uccisero oltre 340 persone, mitragliate, impiccate, financo bruciate con i lanciafiamme. Cinquantuno civili furono avviati nei campi di concentramento in Germania, dodici rimasero uccisi: due bruciati nella locale caserma dei carabinieri mentre dieci durante l'operazione di assalto al paese Tra le vittime partigiane figura il comandante Marcello Garosi che, rimasto senza munizioni, preferì morire suicida sparandosi l'ultimo colpo piuttosto che consegnarsi al nemico, mentre cinquantasei furono i fucilati tra cui anche il maresciallo ordinario dei Carabinieri della locale stazione, Ciro Siciliano, Medaglia d'oro al merito civile, accusato di collaborazionismo con le bande partigiane per aver consegnato ai partigiani la caserma dei carabinieri e avervi fraternizzato.
Gli opifici nazionali (in francese Ateliers nationaux) erano degli stabilimenti istituiti a Parigi il 27 febbraio 1848, che avrebbero dovuto, nei piani del loro ideatore Louis Blanc, assorbire la manodopera disoccupata e garantire il diritto al lavoro durante la Seconda Repubblica Francese istituita dopo la rivoluzione del 1848. Sovvenzionati dallo stato e organizzati su strutture egualitarie, si dimostrarono economicamente poco utili e inadeguati dal punto di vista sociale, rimanendo in funzione per soli tre mesi (da marzo a giugno del 1848). Il 22 giugno 1848, il governo a maggioranza repubblicana decise di chiudere gli Ateliers Nationaux per alleggerire la pressione fiscale che gravava sulle campagne e per riconquistare i consensi perduti nelle aree rurali.
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